Magazine Cultura
Artista, ballerina, giramondo e occultista improvvisata. Di questa poliedrica ed eccentrica figura oggi permangono soltanto poche tracce. Indizi dispersi qua e là, cenni biografici, dipinti, ritratti e persino alcuni documentari. Eppure è sempre difficile parlarne in modo esaustivo o incasellarne il lavoro e le opere in un sistema categorico, in un’ipotetica disposizione di comodo. Apolide per natura e necessità, la Myers nasce nel 1930 a Sidney da un marinaio e da una violinista neozelandese. A diciannove anni si trasferisce in una Parigi dilaniata dalla guerra dove, coltivando sogni di danzatrice, mena invece vita di strada: tra artisti, zingari e ladruncoli, la giovane entra in contatto con il fervido clima culturale di quegli anni, stringendo amicizia con nomi del calibro di Salvador Dalì, Jean Cocteau e Jean Genet. Parigi è però soltanto la prima tappa di un viaggio che di fatto non avrà mai fine: tra Europa e America, di nuovo in Australia. Una ricerca ossessiva di un’identità, un’esigenza incontrollabile che la condurrà insieme al marito persino in Italia, nella cittadina di Positano. Qui, la donna porterà alle estreme conseguenze l’utopia di un’esistenza frugale, fatta soltanto dell’essenzialità: vivendo in una casa priva di acqua corrente, elettricità e riscaldamento, circondata in compenso da animali scorrazzanti e da una natura prosperosa, rinuncerà ad ogni simbolo di modernità e progresso.
Vali Myers by Ed van der Elsken
Disse di lei Gianni Menichetti,suo compagno per la vita:"Vali always hated lavatories. She liked to go like a wild animal and she could pee standing up…when she she would piss out in the garden, Fanny the donkey would come and piss nearby. We all pissed together".Vali visse in una cascina abbandonata a Vallone Porto (nel comune di Positano) dal 1958 al 2002 conducendo una vita allo stato brado.Dal 1971 condusse questa vita assieme a Gianni Menichetti il quale (anche dopo la morte di Vali nel 2003) vive ancora lì,senza telefono,senza luce,senza gas.
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