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Ogni anno oltre 10 milioni di persone negli Stati Uniti lamentano un dolore toracico persistente, possibile sintomo di una patologia cardiovascolare non ancora diagnosticata; circa 1 milione di questi viene sottoposto a successive procedure invasive, quando tuttavia solo nel 41% viene poi diagnosticata una reale ostruzione dei vasi coronari, fattore di rischio per l’infarto del miocardio. Sarebbe quindi molto importante ottimizzare la diagnosi specifica del dolore toracico, per identificare quei soggetti con una reale patologia cardiovascolare in corso.
Un gruppo di ricercatori ha perciò rivalutato i dati clinici di oltre 5.000 pazienti, visitati negli ospedali europei e americani a seguito di dolore toracico, senza una storia pregressa di problemi cardiaci. Diversi parametri quali età, sesso, tipologia di sintomi, insieme alla valutazione dei fattori di rischio cardiovascolare quali diabete, ipertensione, sovrappeso e fumo sono stati presi in considerazione per creare un nuovo modello diagnostico. In questo modo è stata significativamente migliorata la diagnosi specifica di patologia cardiovascolare, a partire da una donna di 50 anni con dolere toracico senza alcun precedente problema cardiaco, fino all’ottantenne con diversi fattori di rischio cardiovascolare; il tutto senza la necessità di eseguire l’elettrocardiogramma, in modo da rendere il processo diagnostico più semplice e veloce. Inoltre, la specificità diagnostica del nuovo modello può migliorare ulteriormente considerando anche i livelli di calcio nei vasi coronarici, un parametro che non è comunemente analizzato.
L’ottimizzazione delle strategie diagnostiche sul fronte cardiovascolare è uno dei principali obiettivi della medicina moderna. L’infarto è infatti la causa più frequente di mortalità nel mondo; ecco quindi che valutarne il rischio di insorgenza, mediante un semplice esame del sangue può essere un grosso successo in termini di medicina preventiva [ http://alturl.com/ujaf3 ]. Il tutto per ottimizzare le strategie terapeutiche, sia nell’emergenza che nella successiva gestione cronica del paziente cardiopatico [ http://alturl.com/fmpbc ].
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