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Vangelo del giorno 1 Maggio 2013

Creato il 29 aprile 2013 da Lory663
Vangelo del giorno 1 Maggio 2013 Salmi 122(121),1-2.3-4a.4b-5.
Canto delle ascensioni. Di Davide.
Quale gioia, quando mi dissero:
"Andremo alla casa del Signore".
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge di Israele, per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio, i seggi della casa di Davide.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,1-8.
«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
   Meditazione del giorno
Isacco della Stella (? - ca 1171), monaco cistercense
Omelia 16, prima per la domenica del Settantesimo, §5-8 ; SC 130   La Parabola della vigna   Dichiaro il mio completo rispetto alla spiegazione fedele e pertinente che riconosce la Chiesa universale nella vigna [della parabola in Matteo 20,15]: la vigna rappresenta Cristo; i rami, i cristiani; il vignaiolo e padrone, il Padre celeste; il giorno, il tempo nella sua totalità o la vita dell'uomo; le ore, le età del mondo o dell'individuo; la piazza, la frenetica attività dl mondo, avida di denaro.
  Personalmente tuttavia, mi piace considerare l'anima e il corpo, cioè la persona intera, come una vigna. Non devo trascurarla, ma zappare bene e lavorare perché non sia soffocata da germogli o radici estranee, né disturbata dall'abbondanza dei suoi propri germogli. Devo potarla perché non produca troppa legna e porti più frutti. Devo assolutamente circondarla con una siepe perché non sia a portata di mano dei passanti sulla strada e soprattutto perché il cinghiale del bosco non la distrugga (cfr Sal 80,14). Devo coltivarla con la massima cura affinché il ceppo autentico della vigna prescelta non degeneri e non diventi una vigna straniera, incapace di rallegrare Dio e gli uomini (cfr Sal 104,15), piuttosto capace di rattristarli. Devo proteggerla con la massima vigilanza affinché il frutto che è costato tanto lavoro ed è stato così a lungo atteso non sia rubato in segreto da chi, di nascosto, divora il povero (Ab 3,14), affinché non scompaia all'improvviso a causa di una devastazione imprevista. Ecco perché il primo uomo ha ricevuto l'ordine di custodire il Paradiso come se fosse la sua vigna (Gen 2,15).
  
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