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Vangelo del giorno 19 settembre 2013

Creato il 09 settembre 2013 da Lory663
Vangelo del giorno 19 settembre 2013 Antifona d'ingresso
Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede;
ascolta la preghiera dei tuoi fedeli
e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 4,12-16.
Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza.
Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento.
Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri.
Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso.
Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.
Salmi 111(110),7-8.9.10.
Le opere delle sue mani sono verità e giustizia, stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre, eseguiti con fedeltà e rettitudine.
Mandò a liberare il suo popolo, stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile il suo nome. Principio della saggezza è il timore del Signore, saggio è colui che gli è fedele; la lode del Signore è senza fine.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 7,36-50.
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato;
e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure».
«Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta.
Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».
Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.
Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.
Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.
Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?».
Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».    Meditazione del giorno Monaci Benedettini Silvestrini    L'amore penitente
È bella e coinvolgente l'immagine che ci viene offerta dal Vangelo di oggi: una donna peccatrice è prostrata ai piedi di Gesù. Ha cosparso di prezioso unguento i suoi piedi e, come un'umile schiava, prostrata dinanzi al suo Signore, li copre di baci e li asciuga con i suoi lunghi capelli. Rivela quella donna peccatrice un amore davvero grande, è l'amore che ha sperimentato la gratuità del perdono, che gode di sentirsi interiormente rinnovata. Deve dire e ridire perciò al suo amato la propria gratitudine, sta cercando di ricambiare quanto ha ricevuto... Quei piedi che lei bacia ripetutamente si sono mossi verso di lei per farle gustare una gioia mai prima sperimentata. Ora è a mensa con Lui, è diventata commensale e familiare di Cristo; tocca e unge quel corpo che sarà martirizzato sulla croce perché il perdono, di cui lei beata già gode, diventi un dono per tutti. Come suonano stridenti le meschine considerazioni del fariseo, ancora legato al suo sterile legalismo. Chi non è capace di amore non sa comprendere chi esprime amore anche nel modo più candido. La grettezza crea i sepolcri dell'amore e ammanta di ipocrisia. Siamo capaci di condividere i sentimenti della peccatrice se anche noi, dopo una bella confessione, abbiamo sperimentato la gioia del perdono, il gaudio per una vita rinnovata e la nostra rinascita in Cristo. Che differenza tra il ritualismo tutto esteriore e sterile di Simone e la testimonianza accorata della donna che si sente amata e perdonata! Lei sperimenta finalmente la libertà di amare, la gioia di amare, la freschezza di sentire l'animo sgombro dal male. Il suo debito è stato completamente condonato e lei sa che «Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato». Si sente salvata e redenta completamente dal suo male, che per tanto tempo l'ha pervasa nell'anima e nel corpo, sente già quella pace profonda che tra breve lo stesso Gesù gli annunzierà: «Ti sono perdonati i tuoi peccati» e «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!». È una delle formule che il sacerdote confessore conclude il rito della confessione: ripete ad ogni pentito lo stesso augurio di salvezza e di pace.
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