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“Cercherò le pecore del mio gregge,
dice il Signore, “e farò sorgere un pastore
che le conduca al pascolo;
io, il Signore, sarò il loro Dio”. (cf. Ez 34,11.23.24)
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,5-11.
Fratelli, abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra;
e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Salmi 22(21),26bc-27.28-29.31-32.
A te, Signore, scioglierò i miei voti
davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
Servirà il Signore la mia discendenza;
si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
"Ecco l'opera del Signore!".
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 14,15-24.
In quel tempo, uno dei commensali disse a Gesù: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!».
Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti.
All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto.
Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato.
Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato.
Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi.
Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto.
Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia.
Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».
Meditazione del giorno
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
No Greater Love, p. 93 “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri” Il povero non ha fame solo di pane, ha una fame terribile di dignità umana. Tutti noi abbiamo bisogno d’amore e di esistere per qualcun altro. E’ lì che ci sbagliamo, quando scansiamo la gente, l'ignoriamo. Non solo abbiamo negato ai poveri un pezzo di pane, ma, considerandoli niente, abbandonandoli per strada, neghiamo la loro dignità, di essere a pieno titolo figli di Dio. Il mondo oggi è affamato non solo di pane, ma d’amore; ha fame di essere desiderato, amato. La gente ha fame di sentire la presenza di Cristo. In molti paesi si ha tutto in abbondanza, tranne questa presenza, quest’amore.
In ogni paese ci sono i poveri. In dei continenti la povertà è più spirituale che materiale, una povertà fatta di solitudine, scoraggiamento, mancanza di senso. Ma ho visto anche, in Europa o in America, gente nella miseria più grande dormire su cartoni, pezzi di stoffa, nelle strade. Parigi, Londra o Roma conoscono questo tipo di povertà. E’ facile parlare o preoccuparsi dei poveri lontani. Più difficile, e forse è una grande sfida, far attenzione e preoccuparsi del povero che vive a due passi da noi.
Il riso, il pane che do all’affamato che incontro per strada sazieranno la sua fame. Ma chi vive nell’esclusione, mancanza d’amore e grande paura, quanto sarà difficile colmare quella fame. Voi che siete in Occidente, conoscete la povertà spirituale molto più che la povertà materiale, e per questo i vostri poveri sono fra i più poveri. Tra i ricchi ci sono spesso persone spiritualmente poverissime. Io penso che è facile nutrire un affamato o dare un letto a un senza-dimora, ma consolare, cancellare la desolazione, la pena e l’isolamento che vengono dalla povertà spirituale, ciò richiede molto più tempo. Articoli correlati:
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