No, qui non si parla del celebre brano dei Negrita che descrive i colori e i sapori di un viaggio orientato verso Sud, comprendente anche Napoli, ma di una iniziativa dei cittadini di Varcaturo per ribellarsi all’inciviltà e all’ignoranza di molti abitanti del luogo (e zone limitrofe) che hanno scelto come “cassonetti” alcune parti del suolo pubblico, incluso il marciapiede esterno della scuola primaria “IV circolo” sita in Via Ripuaria, in bella vista.
La cosa sembra quasi assurda, eppure per mesi, anni, i bambini del IV circolo sono andati a scuola sotto la puzza dell’immondizia lasciata lì ad accumularsi e imputridirsi, clandestinamente, sotto al sole e alla pioggia.
Per un certo periodo si era anche visto un extracomunitario di colore che faceva la “guardia” al cumulo, aiutava i trasgressori a posizionare i sacchetti senza che venissero fiondati tipo “lancio del giavellotto” dal finestrino dell’auto e, udite udite, metteva da parte rifiuti “appetibili” per chi avesse fatto la pensata di fare un po’ di recupe. Eh si, perché se qualcuno buttava via qualcosa di nuovo o di riutilizzabile il “guardiano della munnezza” faceva pagare la tassa a chi si avvicinava per raccoglierlo. Sì, la tassa sul recupero munnezza clandestino. Roba da fantascienza che nemmeno Asimov ci avrebbe pensato.
La cosa ancora più incredibile è che questi siti clandestini per lo sversamento rifiuti sono tanti, tutti in luoghi abbastanza improbabili, e utilizzati anche e soprattutto da commercianti che fanno anche qualche chilometro in auto pur di sbarazzarsi dei rifiuti alla chiusura dei negozi.
Ma c’è una nota stonata in tutto questo. Essendo un piccolo centro quello di Varcaturo, come lo sono Licola e Lago Patria, qui la raccolta differenziata funziona, e funziona anche abbastanza bene, porta a porta (ma evitiamo di pensare a Bruno Vespa, che non c’entra niente, e non funziona neanche così bene!). Il calendario è preciso e rispettato quasi sempre, basta mettere fuori la porta di casa i rifiuti corrispondenti al giorno segnalato e vengono prelevati durante la notte dai netturbini.
D’altro canto, tutto questo si paga (salatamente) nelle tasse annuali TARES, per cui varrebbe la pena di sfruttarlo un servizio, fin tanto che funziona, ma pare che questa non sia ancora la cultura universale del luogo, al momento. Ed è stato così che, grazie a un gruppo nato su Facebook, molti cittadini si sono incontrati, organizzati e hanno cominciato a ripulire le strade e a transennarle con l’aiuto di nastro arancione e qualunque strumento fosse a loro disposizione.
Ma le ronde consistevano in molto più di questo, servivano a distogliere i trasgressori dalla loro stessa trasgressione, informando, chi si appropinquava ai siti suddetti per lanciare i sacchetti, dell’esistenza della raccolta differenziata e dei rischi in quanto a salute e legalità in cui si incorreva. Tutto documentato con tanto di foto su Facebook.
I primi tempi furono duri, sembrava che l’andazzo non riuscisse a invertire la rotta, ed invece poi piano piano le cose sono cambiate, evolute, e migliorate.
Fuori al IV circolo oggi, per esempio, non c’è più niente di puzzolente.
E ci si augura che le cose possano continuare così anche per tutto il resto del paese e dei paesini limitrofi… una costa di mare lunga chilometri e chilometri che se solo fosse valorizzata a dovere farebbe invidia a tutta Italia!
La buona volontà è diventata contagiosa e con il passare del tempo le iniziative si sono moltiplicate. Che ci fosse pioggia o bel tempo, la sera era dedicata alle ronde, e questi benefattori del luogo, autobattezzatisi “I giustizieri della munnezza“, hanno cominciato a pensare di poter fare di più.
Hanno così coinvolto i bambini in iniziative simpatiche e allo stesso tempo educative, realizzando striscioni anti-sacchetto da esibire nelle zone “bisognose”, fino a coinvolgerli in un simpaticissimo progetto dedicato alla realizzazione di coloratissimi “spaventasacchetti“, dei pupazzi creati con l’ausilio di materiale di riciclo, che fungessero da “spaventapasseri informativi anti-munnezza”.
Sono inoltre cominciate le operazioni “strade pulite“, dove molti di loro, coinvolgendosi a vicenda, hanno fornito l’aiuto che potevano, con scope e rastrelli e grossi sacchetti neri, riuscendo a ripulire addirittura una zona che era in degrado da moltissimo tempo, Viale Dei Pini Nord. La situazione lì era aggravata dal fatto che la strada è piena di pericolose buche sprofondate nel cemento dopo le piogge, e la zona è incredibilmente umida e soggetta ad allagamenti, che trascinano i rifiuti un po’ ovunque. Eppure anche là i risultati sono stati più che soddisfacenti!
Altre iniziative che cominciano a prendere piede sono la realizzazione di un parco, usufruibile anche da bambini e animali, e l’abbellimento di aiuole varie con l’ausilio di piantine grasse e fiorite. Sicuramente il tutto viene ancora più valorizzato da un altro evento che è accaduto in concomitanza a questi. Un terreno incolto proprio della zona Viale dei Pini Nord diventerà un orto sociale, destinato ad anziani e minori ex detenuti per il percorso di rieducazione e di reinserimento nella società. Un modo per valorizzare i grandi spazi verdi che ci sono a disposizione attraverso un’ iniziativa che dà un occhio anche al sociale.
Sembra quindi che il 2015 sia un anno cominciato con il piede giusto per questo lunghissimo Litorale che ha tanto da donare e tanto da far capire ancora a chi lo abita. Un posto dove mare, pinete, spiagge, monti e riserve naturali sono “in dotazione gratuita” eppure, proprio per questo, tutto è dato così per scontato che viene dimenticato, abusato, dilaniato. Per rimanere aggiornati sulle novità in merito ci si può iscrivere al gruppo Facebook gestito da una serie di volontari con intento puramente informativo e risanatorio.