“The spectacles” può essere considerato come un doppio di “the Man who was Used up” poiché ne presenta tutte le principali caratteristiche.
Entrambi i racconti sono basati sulla ricerca della verità e sulla rivelazione finale. Le rivelazioni poi hanno un denominatore comune di orrore. Quando il narratore di “The Spectacles” scopre l’arcano e si accorge di aver sposato, non una bellissima fanciulla, ma una vecchia cariatide, prova la stessa reazione di orrore del narratore di “The Man who was Used up” di fronte al suo “fagotto” mutilato. L’orrore sembra essere una componente quasi inscindibile dalla produzione di Poe.
I due racconti sono basati su situazioni ugualmente strampalate e incompatibili col senso comune.
Il personaggio di “The Spectacles” è comico in quanto è la parodia del giovane innamorato ansioso, tanto più comico, però, se pensiamo di chi è innamorato. L’autore ne mette in ridicolo l’impazienza, soprattutto nei suoi atteggiamenti verso l’amico Talbot. Ad esempio: il giovane si reca a trovare l’amico che gli ha promesso di presentarlo all’amata. Non trovandolo in casa, afferma essere “matematicamente impossibile” che l’amico sia uscito. Questa è un’ovvia satira della cocciutaggine di chi ama. La notevole miopia del giovane è, inoltre, fortemente comica.
L’inizio di “The Spectacles”, secondo una tecnica che ormai sappiamo propria di Poe, acquista riverbero dall’epifania finale. Il racconto inizia così:
Many years ago it was the fashion to ridicule the idea of love at first sight.
A questo punto, la storia sembra impostata come una confutazione dell’atteggiamento critico nei confronti dell’amore a prima vista. In realtà è proprio l’opposto. Quell’amore basato sulla vista si rivelerà fondato sul niente, perché i sensi ingannano.
Anche in “The Spectacles” è presente il comico dei nomi, nella buffa sequela di consonanze della genealogia francese del protagonista: Froissart, Croissart, Voissart, Moissart. Oltre al comico dei nomi, troviamo in questo racconto un tipo di comicità che sarà poi adottato da molti dei futuri Literary Comedians americani. Si tratta della comicità suscitata dall’apprendimento imperfetto di una lingua straniera.
La lettera di Madame Lalande è scritta in un misto d’inglese e francese scorrettissimo, sia dal punto di vista della grammatica e del lessico, che da quello dell’ortografia.
Monsieur Simpson vill pardonne me for not compose de butefulle tong of his contree so vell as might. It is only de late I am arrive, and not yet ave the opportunitè for to l’etudier…
Riassumendo, anche in questo racconto, come in “The Man who was Used Up”, sono presenti vari livelli di comicità, e precisamente il comico della situazione, quello del personaggio e quello del linguaggio. Tuttavia “The Spectacles” possiede una caratteristica sua, tutta letteraria e notevolmente apprezzabile: anche le notazioni ambientali sono usate in funzione comica. Nel racconto si alterna tutto un gioco di luci particolari che risulterà importantissimo per la rivelazione finale. I vari incontri fra il miope innamorato e la decrepita Lalande si svolgono sempre mentre “le dolci ombre del crepuscolo” si addensano attorno ai due, oppure mentre regna “una penombra gradevolissima”. Il miope non ha mai la possibilità di vedere bene la donna. Solo al momento delliepifania finale ci sarà piena luce.
Il meccanismo comico scatta quando ci rendiamo conto che, quella che sembra una semplice notazione sul crepuscolo da parte di un languido innamorato, è invece un indizio che l’autore lascia cadere qua e là, strettamente funzionale all’intreccio.
continua…