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Vasco Rotti (nel senso dei coglioni, li hai proprio rotti)

Creato il 31 marzo 2011 da Cannibal Kid
Vasco Rotti (nel senso dei coglioni, li hai proprio rotti)Vasco Rossi “Vivere o niente”Genere: Vasco pensionatoProvenienza: Vascolandia ovvero ZoccaSe ti piace ascolta anche: Vasco teenager, Vasco spericolato, Vasco drogato, Vasco alcolizzato, Vasco riempi San Siro, Vasco decrepito
“Io sono ancora qua,” canta Vasco Rossi. Eh già, ce ne siamo resi conto. Ma non sarebbe per caso ora di levarsi dalle palle come dovrebbero fare anche Bossi (senior ma anche junior, perché la rottamazione prescinde dall’età) o il Berlusca? Lo so che due euro (e nel tuo caso si tratta di milioni di euro) fanno sempre gola, caro Vasco, però che io sappia tu di processi a carico almeno non ne hai. Non devi per forza continuare con questa farsa per non rischiare di finire in galera. La galera semmai dovrebbero dartela perché te ne esci con canzoni come “Eh...già”, una roba talmente brutta da far storcere il naso persino a molti accaniti fan, con quel momento di trash puro “più giù più su, più giù più su ma vadaviailcù” e corredato da uno dei video più tristi nella Storia della musica (non che sta roba si possa considerare musica e Storia sì, ma solo nel senso di Vecchiume).

I comunicati stampa che hanno anticipato l’uscita del suo nuovo lavoro lo definiscono “il migliore album di Vasco dai tempi di Stupido Hotel” Perché, quello stupido disco era bello?? Comunque vado in missione kamikaze e mi accingo da buon martire all’ascolto INTEGRALE (avete capito bene) del disco. Uh, un salto in un cerchio di fuoco fa molta meno paura!
“Vivere non è facile” recita la prima canzone, a posteriori forse il pezzo (relativamente) migliore della raccolta. Va da sé, Vasco con il titolo me la serve su un piatto d’argento: se vivere non è facile, ascoltare questo album è davvero una mazzata sulle palle, eeeh eeeeeh (tutti insieme, in coro e con gli accendini accesi). E comunque vivere non è facile, ma in confronto all’ascolto completo di questo album è una passeggiata, credetemi.

Vasco Rotti (nel senso dei coglioni, li hai proprio rotti)

Sta attento con 'sta retro
che se mi centri l'auto ti obbligo all'ascolto completo del tuo disco

Il resto della scaletta?
“Manifesto futurista della nuova umanità” è così imbarazzante, a partire dal titolo fino alla spaventosa interpretazione vocale, che non so nemmeno come criticarla talmente si commenta da sola. Più ridicola di “Friday” di Rebecca Black, fate vobis.
“Starò meglio di così” ha languide atmosfere acustiche da viaggio on the road coast to coast per l’America. Peccato Vasco ci canti sopra.
“Prendi la strada”: l’hai detto tu, non io. Però prendila, và.
“Dici che”: io dico che sto dico fa cagare.
“Sei pazza di me”: e tu sei solo un povero vecchio pazzo. Il pezzo si va a infilare nel filone definiamolo “commedia sexy” o “soft porno” del Blasco, stile “Rewind” o “Gioca con me”, e contiene un nuovo memorabile verso: “Io ti farò far l’amore sai come nessuno te l’ha fatto mai e resterò dentro di te fino a quando vorrai piangere”. Sì, però prima di fare certe promesse che potresti non essere in grado di mantenere è meglio se fai il pieno di Viagra, caro Vasco.
Non contento di aver coverizzato, stuprato e ucciso “Creep” dei Radiohead, la probabile prossima hit “Vivere o niente” ne ruba ancora un po’ la chitarrina iniziale, per poi procedere con il solito ritornello vaschiano che farà esaltare San Siro come manco un goal di Ibrahimovic o Eto'o.

Vasco Rotti (nel senso dei coglioni, li hai proprio rotti)

59 anni portati molto male? Eh...già

In “L’aquilone”, il Vasco senza-talento (quello con-talento è il solo e unico Vasco Brondi) va di puro atto masturbatorio auto citandosi: “Vado al massimo, vado in Messico, vado a gonfie vele” e si capisce che è arrivato davvero a un punto in cui non ha proprio più niente di niente di niente di niente di niente di niente (scusate: disco rotto, ma purtroppo non quello di Vasco) da dire, se mai quest’uomo ha avuto qualcosa da dire a parte “eeeeeh eeeeeeh nananannanà.”
Robe tipo “Non sei quella che eri” dovrebbe tenersele giusto per sé e cantarle (al massimo) sotto la doccia. Lì almeno sò cazzi solo de la su famiglia.
“Stammi vicino”: ma se puzzi di alcool da lontano un kilometro, no che non ti sto vicino.
“Maledetta ragione” alla fin fine dice infine una cosa sensata: “Ed è giusto che sia finita qui.”
La bonus track (da nessuno richiesta) è il rockettone punkeggiante (si fa per dire) ripescato dal passato “Mary Louise”. Giudizio: ma mi faccia il piacere!
Vivere o niente?Se questa è la rappresentazione del vivere, meglio niente, niente e ancora una volta niente, grazie.(voto 3-, leggibile anche come 3mendo)

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