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Vecchie e nuove regole – II parte: la cassa integrazione

Creato il 19 ottobre 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

Vecchie e nuove regole – II parte: la cassa integrazioneTorniamo a parlare degli strumenti per il sostegno al reddito. C'è da fare una precisazione, non tutte le vecchie tipologie usate in Italia spariranno con la riforma Fornero: la cassa integrazione guadagni o CIG, infatti, è l'unico ammortizzatore sociale a non essere stato riformato, a dispetto del sussidio di disoccupazione e della procedura di mobilità, che verranno sostituiti dall'ASPI. Vediamo, quindi, nel dettaglio, come funziona.

Sostanzialmente la cassa integrazione permette alle aziende in difficoltà di alleviare il peso dei salari dei dipendenti dai propri conti, grazie al concorso dell'INPS e all'utilizzo parziale della forza lavoro. In occasioni particolari (crisi del mercato, mancanza di materie prime, riorganizzazioni aziendali, ad esempio), infatti, il datore di lavoro può decidere di impiegare i propri dipendenti a rotazione e solo per parte dell'orario di lavoro stabilito, sgravandosi dal pagamento totale dei salari e, allo stesso tempo, mantenendo viva la produzione. Solo parte degli stipendi (comunque ridotti) viene versata dall'azienda, il restante è integrato dall'INPS per tutta la durata della CIG. Quest'ultima si divide in due categorie: ordinaria e straordinaria. La CIG ordinaria si attiva su richiesta dell'azienda, che provvede ad informare le parti interessate (sindacati, INPS, autorità locali) e solo per motivazioni temporanee, cioè per crisi passeggere (momento critico del mercato, difficoltà momentanea nel rifornirsi di materie prime, catastrofi naturali ecc.) o comunque di non lunga durata. Si può usufruire di questa procedura per 13 settimane, prorogabili fino a un massimo di 52.

Nei casi in cui, invece, ci si trovi di fronte non a problemi passeggeri, ma a vere e proprie crisi aziendali, risolvibili solo con ristrutturazione e riorganizzazione dell'azienda stessa, si può far ricorso alla CIG straordinaria. Il datore di lavoro, dopo aver informato le parti interessate, ha l'obbligo di presentare un progetto che comprenda le procedure di riorganizzazione, le tempistiche, i lavoratori coinvolti, le rotazioni e gli orari di lavoro, ecc. La CIG straordinaria può essere attivata fino ad un massimo di 24 mesi, prorogabili di altri 12 mesi per altre 2 volte, nei casi più gravi.

Almeno nella teoria, l'utilità di questo sistema è permettere all'azienda di superare la crisi (momentanea o di lunga durata che sia) e di salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro possibile (tutti sarebbe il massimo, ma non sempre è possibile), grazie all'apporto dello Stato. Purtroppo, a volte, non viene usata nel migliore dei modi (vedi, ad esempio, la Fiat che la utilizza per mettere da parte gli operai sindacalizzati), ma si tratta comunque di uno  strumento utile che si prefigge di salvare, pur nei suoi limiti, l'occupazione. Tutto sommato, è una fortuna che non sia stato toccato dalla scure, tutt'altro che saggia, della Fornero.


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