In un paesotto del Tirolo, dove fummo per cura, c’era nella piazza al posto del solito giardinetto un piccolo cimitero senza mura. Dopo il lavoro, la sera, sotto le finestre della mia locanda, una vacca brucava fra le tombe e le croci. Un crocchio di notabili seduti sulle pietre sepolcrali accendevano con i fuochi fatui le pipe tirolesi – fumavano e conversavano alla buona costoro, mentre dietro la loro schiena, sdraiate sulle erbacce, le più casalinghe comari, in preda a un misticismo di alta montagna, stringendo fra le braccia qualche meschino villeggiante arrivato di fresco, guardavano la luna sbalorditivamente. [Bruno Barilli, Vecchio repertorio, in Il paese del melodramma, Adelphi 2000, pag. 77]