Taglio del 10% all’Irap e 500 euro ai bassi redditi, è il primo punto che cala sul tavolo lo spaccone in segno di speranza. Già martedì a Bruxelles rilancerà le promesse. Se bluffa siamo rovinati, in Europa battute e discorsi brillanti non li bevono. La Commissione si è già detta disponibile a dargli più tempo, ma in cambio ha la pretesa che le belle parole siano mantenute e che le riforme strutturali siano realmente implementate. Sono stati bloccati infatti i 4 miliardi d’investimenti da tenere fuori dal computo del deficit perché NON è ancora arrivato lo sbandierato piano di tagli alla spesa. Dopo aver controllato i buchi di bilancio lasciati da Letta a Padoan non resterà che mettersi nelle mani di Cottarelli. Nel 2015 saranno avviati i primi controlli sul fiscal compact, il trattato intergovernativo firmato e recepito in Costituzione dall’Italia che prevede il raggiungimento ed il consolidamento di bilancio con il pareggio effettivo tra entrate ed uscite. Saranno 32 i miliardi che taglierà Cottarelli e di sicuro non risulteranno tagli indolori. Molto presto quindi si andrà a vedere il punto che ha in mano lo spaccone. Riuscirà come dice a far votare al Senato il suicidio collettivo dei senatori? Se anche dovesse riuscire, pagherà dazio ad Alfano sulle soglie di sbarramento per approvare l’italicum? Gli hanno imposto Padoan, un tassatore che non conosce e che sarà alla guida dell’economia in un governo di sinistra/destra, dureranno insieme o finirà come tra Tremonti e Berlusconi? Infine dovrà vedersela col pachiderma burocratico, la cui reazione uguale e contraria alle spinte per le riforme ed il cambiamento, ha fatto fallire molti dei governi che l’hanno preceduto.
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