Vedova per due uomini – racconto di Iannozzi Giuseppe

Creato il 16 novembre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Vedova per due uomini

di Iannozzi Giuseppe

Swallow teneva un cazzo ch’era un sogno, una chimera, una cosa che t’entrava dentro e non sapevi mai se c’era o non c’era, se veniva o se solo era nel tuo culo per il brutto vizio di portarti un po’ di sfrontato dolore.

Non di rado Tony raccomandava a Swallow di mettere le carte in chiaro con Giulia. Ma da un orecchio gl’entrava e dall’altro gli usciva; l’uomo era restio a confessare alla donna d’aver preso una sbandata per un masculo. Non gli riusciva di buttar giù l’idea che Giulia potesse rimproverarlo di non essere un vero maschio. Non l’avrebbe sopportato, così si sbatteva entrambi, Giulia per dovere, Tony il Siciliano per piacere. Mica era sua la colpa se a trentacinque anni aveva scoperto che a piacergli davvero erano i masculi e non le fimmine! Andava pure pazzo per le moto, adorava Valentino Rossi e non poche volte se l’era sognato nel suo letto tutto ignudo, pronto a rodargli il cazzo. Con il Siciliano era sia passivo che attivo, amava prenderlo e darlo, ma di più gli piaceva schiaffarlo bene in fondo fra le natiche di Tony; era un per lui il godimento massimo quando il Siciliano lo pregava di smetterla rantolando tra piacere e dolore.
Lo facevano senza vaselina, convinti che il piacere potesse esser tale solo se accompagnato da una certa dose di sofferenza. E così, non di rado, il Siciliano era costretto a tirarsi su gli slip, che immancabilmente finivano con l’essere imbollettati di fresco sangue e merda. Swallow invece teneva un orifizio che c’entrava proprio bene; era difficile, se non impossibile, farlo venire con un rantolo di dolore. E poi gli piaceva da pazzi ficcargli il suo grosso cazzo in bocca, fin quasi a farglielo ingoiare, producendoli così forti spasmi di soffocamento e voglia di rimettere. Quando gli tappava la bocca, Mark Swallow pretendeva che il Siciliano ingoiasse il suo seme; era capace di venirgli dentro anche due o tre volte, a breve intervalli. Lo sperma di Mark era dolciastro, un miele e un balsamo, forse troppo perché poi Tony non fosse scosso da singulti di rigetto.

Giulia da tempo sospettava che il marito tenesse una tresca; certo non sospettava che se la facesse con un mezzo siciliano. Mark la prendeva con distrazione quasi, con una evidente stanchezza, tranne quando decideva di ficcarglielo in culo. In un primo momento Giulia aveva pensato fosse una mania passeggera. Vana illusione, perché oramai il marito se la scopava solo più nell’ano. La sua passerina manco la guardava di striscio. Questo fatto però non l’aiutò a capire che il suo uomo la tradiva. E non con una donna.

Al funerale Giulia era in nero, come prevedibile. Tony stava al suo fianco, nonostante lei avesse dimostrato una leggera distratta insolenza.
Mark s’era spalmato sul muso d’un camion mentre tirava a tutta birra con la entry-level VT750S. Era morto sul colpo. Mark e Tony s’erano separati dopo una sfuriata di Tony, che pretendeva che dicesse tutto a Giulia sul loro conto. Mark se l’era inchiappettato per bene, poi aveva alzato le chiappe e se n’era andato con la scusa che la moglie l’aspettava per cena, una cena che avrebbe potuto saltare al pari di tante altre se solo lo avesse voluto.
Era toccato a Tony portare le condoglianze a Giulia dicendole la verità su suo marito. Giulia non era rimasta sbalordita, non più di tanto; immaginava che il suo uomo vivesse qualche malsano intrallazzo. Scoprire che se la faceva con un mezzo siculo, per assurdo ma non troppo, un po’ la risollevò: se non altro non l’aveva tradita con Scarlett, quella troietta dai riccioli rossi che tutti dicevano essere una madonnina tizianesca.

Giulia non indagò sul perché Tony le avesse portato la verità in casa, quando per lui sarebbe stato più semplice tacere. Non lo sapeva neanche Tony il perché. D’istinto gl’era sembrata la cosa più logica da fare.
Adesso Mark era stato calato nella fossa. In chiesa non avevano aperto la bara, il corpo di Swallow era ridotto troppo male perché potesse essere mostrato; e d’altro canto sia a Giulia che a Tony stava bene così, perché altrimenti si sarebbero sciolti in lacrime e poi, poco ma sicuro, si sarebbero presi per i capelli proprio davanti al feretro aperto dell’amor perduto.
Giulia, per tutto il tempo, aveva tenuto vivo un contegno inusuale per una vedova. E come se ciò non bastasse era vestita in maniera piuttosto sconveniente. Innegabile che fosse ancora giovane e appetibile, però presentarsi al funerale con una gonnellina nera al ginocchio e tacco dodici non rientrava nell’etichetta.
Erano rimasti sol più loro due. Il feretro era stato calato nella fossa, la lapide apposta e il cimitero s’era fatto grigio e vuoto di persone. Un leggero vento commuoveva le rade chiome dei pochi alberi loro d’attorno; tutto era silenzio eccetto per i fiati mezzo soffocati nel petto del Siciliano e di Giulia.
Un colpo di vento s’insinuò sotto la gonna di Giulia. Tony rimase con tanto d’occhi: non portava le mutandine e anche a lui era chiaro che la passerina se l’era rasata di fresco.
D’un tratto la giovane vedova si portò proprio davanti alla tomba di Mark Swallow, chinandosi a novanta e lasciando in mostra un bel sederino sodo perfetto come pochi. Aspettava. In quel preciso momento comprese che la vedova desiderava qualcosa da lui. Gli toccava. Le doveva almeno questo. Tirò dunque fuori il suo arnese e senza starci a pensare su due volte la penetrò nell’ano spingendo il cazzo in profondità nel culo della femmina, che non sputò nemmeno un singulto mentre si lasciava scopare abbracciando la lapide di Mark che dalla foto mortuaria la fissava con occhio discreto e benevolo.

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