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Vegan, oltre l'alimentazione

Da Enjoylife

Quando si dice VEGAN si pensa a qualcuno che non mangia cibi di origine animale, ma essere vegan è decisamente molto di più, essere vegan è una scelta di vita, che va ben oltre l'alimentazione.

Vegan, oltre l'alimentazione


La motivazione principale della scelta vegan resta sempre quella etica, dettata dalla compassione e dal rispetto per tutti gli esseri viventi e per l'intero Pianeta.
Chi è vegan è antispecista, crede cioè che ogni essere senziente, di ogni specie, abbia uguali diritti esistenziali in quanto capace di "sentire", provare piacere e dolore e intrattenere rapporti sociali al pari di un essere umano.
Chi è vegan pensa che non esistano specie superiori e inferiori, così come non esistono razze umane superiori e inferiori.
Per queste ragioni, chi ha fatto la consapevole scelta vegan, oltre a non cibarsi di prodotti di origine animale come la carne, il pesce, il latte, le uova e il miele, è anche contro la sperimentazione animale e gli spettacoli con animali e non utilizza prodotti di origine animale neanche in altri ambiti della propria vita.
Scegliere vegan, infatti significa anche non utilizzare pelle, pellicce, lana, seta e piume, tutti prodotti che comportano sofferenza e morte di moltissimi animali.
Ma vediamo cosa si cela dietro la produzione di questi prodotti.
Una delle cose che non sono mai riuscita a capire sono le signore che si vedono per strada tutte impellicciate che portano a passeggio il proprio cane ... ma come è possibile amare il proprio cane e non rendersi conto che per fare la pelliccia che si porta addosso sono stati uccisi tantissimi animali simili a lui?
La pelliccia è evidente che sia costituita di animali uccisi, ma spesso le persone non sembrano essere consapevoli che anche un giaccone bordato di pelo sul cappuccio o sui polsini è fatto sempre con animali (spesso scuoiati ancora vivi!) e la maggior parte delle volte sono cani e gatti, proprio come quelli che amiamo e coccoliamo a casa nostra!
Le pellicce Gli animali utilizzati per le pellicce vengono allevati in gabbie piccolissime, isolati dai loro simili e alimentati con composti chimici e farmacologici che permettono solo di tenerli in vita il tempo necessario perchè la loro pelliccia sia utilizzabile.
Le condizioni di vita di questi poveri animali sono talmente terribili che spesso hanno comportamenti ossessivi o autolesionisti, aumento dell'aggressività, paura, apatia.
L'uccisione generalmente viene effettuata con l'elettricità, vengono inseriti negli animali due elettrodi, uno nell'ano e uno in bocca e trattenuti con delle pinze finchè la scarica elettrica non li ha uccisi.
Tanti sono anche gli animali uccisi in libertà, nei boschi, con l'utilizzo delle tagliole. Gli animali, feriti e doloranti, restano intrappolati anche per una settimana, in attesa che il cacciatore arrivi ad ucciderli.
Altri animali in libertà, cacciati per le pellicce sono le foche. I piccoli vengono uccisi a bastonate in testa e scuoiati davanti alle loro madri, alle quali resta solo il cadavere sanguinante del loro piccolo!
Per capire quanta sofferenza c'è dietro ogni singola pelliccia basti pensare che per confezionarne una occorrono circa 20 castori, 30/40 volpi, 4/5 lupi e 40/50 visoni!
Inoltre la maggior parte degli inserti di pelliccia dei capi di abbigliamento proviene dalla Cina, dove i diritti degli animali sono inesistenti e le specie più utilizzate sono proprio cani e gatti, allevati appositamente e scuoiati vivi.

Vegan, oltre l'alimentazione

Video che riporta un reportage ottenuto grazie a un' investigazione sotto copertura di Animal Defenders International, che rivela le orribili condizioni in cui sono tenuti gli animali in 30 allevamenti in Finlandia, uno dei maggiori produttori di pellicce in Europa (un esempio tipico, perché TUTTI gli allevamenti sono uguali, in tutto il mondo).

La pelle
Scarpe, borse, portafogli, giubbotti, divani...tantissimi sono i prodotti realizzati in pelle e cuoio e per produrli moltissimi animali vengono uccisi e scuoiati.
La pelle viene generalmente considerata un sottoprodotto dell'industria della carne e del latte, ma giudicando dall'enorme giro d'affari che essa muove non puo' essere certo definito un prodotto di secondaria importanza. Se si smettesse di mangiare la carne di animali la loro pelle non sarebbe disponibile per farne scarpe, borse, divani. Ma se si smettesse di usare la pelle il mercato della carne ne risentirebbe. L'unico modo per rompere questo ciclo di sofferenza è di smettere di mangiare carne e di usare pelle.
Esistono svariate alternative alla pelle e al cuoio, tra cui la lorica, l'alcantara e la pelle vegetale.

Video tratto dal documentario Earthlings

Scarpe, giacche, cinture, borse, pelletteria, ecc, ecc, ecc... Qual è il vero prezzo per tutto ciò?

Le piume
Proprio recentemente la trasmissione televisiva "Report" ha reso di dominio pubblico gli insanguinati retroscena dell'industria delle piume. I giubbotti imbottiti di piume non sono però gli unici a causare sofferenza alle povere oche, purtroppo molti sono i capi di abbigliamento e d'arredamento che utilizzano piumino d'oca, come piumoni da letto e cuscini.
La pratica dolorosa e traumatica dello spiumaggio delle oche inizia a otto settimane di età e viene ripetuta ogni due mesi. L'oca viene immobilizzata e le piume vengono strappate, ovviamente senza alcun tipo di anestesia e insieme alle piume, spesso vengono via anche pezzi di pelle.
Dopo tre o quattro spiumaggi, l'oca viene destinata ad un periodo di alimentazione forzata per la produzione del foie gras, oppure uccisa direttamente.
Per riempire un piumino occorrono le piume di circa 75 oche.
Solitamente questi animali vengono uccisi entro il primo anno di vita, mentre in libertà vivrebbero 10 o 15 anni.
Le alternative etiche sono tante e valide, tra queste il fibrefil, il biosoft ricavato dal mais, l'hollifill, il lyocell ricavato dalla cellulosa.

Video che mostra la crudele pratica dello spiumaggio delle oche.

La chiamano "imbottitura", il vero nome è TORTURA.

La lana
Le pecore allevate per la produzione della lana vengono selezionate affinchè abbiano velli sempre più folti, il che può portare in estate a colpi di calore anche mortali e in inverno invece, dopo la tosatura, molte pecore muoiono per il freddo.
La maggior parte della lana commercializzata al mondo proviene da enormi allevamenti intensivi del Sud America e dell'Australia, dove gli animali subiscono innumerevoli sevizie. I maschi vengono castrati con il metodo dell'elastico e a tutti viene praticato il mulesing, che consiste nel bloccare l'animale con delle barre di metallo e tagliare lembi di carne viva dall'area perianale, inclusa la coda, lasciando così la carne viva e sanguinante. In questo modo si evita che la pecora sporchi il suo vello con gli escrementi o che le mosche depositino le loro uova tra la lana. Il tutto si svolge senza alcun tipo di anestesia e con l'uso di cesoie da giardinaggio, sebbene esistano dei metodi di controllo ben più miti. Molti animali non riescono a sopportare tali sofferenze e muoiono a causa di infezioni.
Inoltre, al giorno d'oggi ormai la tosatura è quasi totalmente automatizzata con misure standard. Spesso le lame, che tagliano tutta la lana in pochissimi minuti, nel caso di pecore fuori misura, tagliano anche la carne e anche in questi casi molte muoiono per le infezioni.
La vita di questi poveri animali non dura comunque più di quattro anni, perchè trascorso questo periodo, la lana cresce più lentamente e quindi, non più redditizi, vengono mandati al macello.
La lana può essere sostituita da tessuti altrettanto caldi come il pile, il velluto, la ciniglia, il cotone felpato, la spugna di cotone e il cotone invernale, nella cui trama si trovano microscopiche camere d'aria che isolano dal freddo.

Video girato per l'investigazione sul trattamento riservato alle pecore nelle stalle di Stati Uniti e Australia, dove si produce il 90% di lana merinos al mondo. L'inchiesta sotto copertura della Peta ha preso in esame 19 allevamenti australiani e 14 fattorie in Wyoming, Colorado e Nebraska. Con i risultati che si possono vedere: i tosatori picchiano gli animali, ad uno spezzano il collo, ad un altro mettono le dita negli occhi, ad un altro ancora tagliano l'orecchio, Le ferite provocate dalla tosatura sono ricucite senza anestesia

Esiste una seta indiana, chiamata Per chi è amante della seta una valida alternativa è La seta
Quando pensiamo alla seta immaginiamo bellissimi abiti, abbigliamento intimo delicato e arredi sontuosi, ma quello che non immaginiamo è che i bachi vivi vengono immersi in enormi vasche di acqua bollente.
La seta deriva dal bozzolo creato dal baco, che al suo interno si trasforma in farfalla. Per impedire che il baco possa uscire dal bozzolo mangiando la parete e quindi rompendo i fili di seta, le larve sono uccise con l'ebollizione, prima che completino la loro metamorfosi e si trasformino in farfalle.
Occorrono 1500 bachi per fare 100 grammi di seta.
Ma anche se non causa la morte, si tratta sempre di una pratica che comporta l'addomesticamento e l'allevamento di falene adulte che, non essendo in grado di volare, perché i loro corpi sono troppo grandi, hanno come unica via d'uscita dai loro bozzoli la rottura e la masticazione di parti di essi. In questo modo la filatura diventa molto difficile e il filo che si ricava è più spesso e irregolare e rende la seta meno morbida. Questo tipo di seta è molto difficile da trovare ed è molto costosa proprio per la sua difficoltosa filatura. Ahimsa silk, che viene ricavata da bozzoli in cui si consente alla larva di trasformarsi in farfalla.
La produzione della seta ha molto in comune con i moderni allevamenti di animali, il baco da seta è considerato come un oggetto che viene eliminato dopo aver svolto il suo compito e quello che conta è solo il profitto, per cui il fatto che il baco e le farfalle siano esseri viventi diventa assolutamente irrilevante.
La seta è un prodotto cruento ed è perfettamente sostituibile con fibre vegetali o sintetiche come la viscosa, il rayon o il raso di cotone. The Peace Silk, una seta proposta dal commercio equo e solidale che viene lavorata a mano in India. Questa seta animal-friendly permette alle falene di vivere libere e dopo lo sfarfallamento i bozzoli abbandonati possono essere utilizzati per la filatura senza che nessuno debba essere tenuto in cattività. Ovviamente anche questo tipo di lavorazione è molto laborioso e, conseguentemente, costoso.

Ecco quindi perchè chi ama veramente gli animali ed è sensibile alle tematiche antispeciste sceglie vegan, oltre l'alimentazione!

Visto che questo sarà il mio ultimo post prima di Natale, approfitto per farvi gli auguri......che sia un Natale di pace, per TUTTI......oltre le specie!

Vegan, oltre l'alimentazione


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