Le festività hanno diversi modi d’essere viste e vissute. Per me il Tetsakaan Gin Jay - เทศกาลกินเจ , che letteralmente significa “stagione del mangiare vegano”, è una sorta di promemoria che un altro anno in Thailandia è passato.
Ingresso a Wat Pathumwanaram
E’ stato la prima festività che mi ha accolto in questo paese e questa è la 6^ volta che per 10 giorni rispetto (o perlomeno ci provo) una dieta strettamente priva di alimenti di origine animale, ovvero vegana.
Lo spirito della festività ovviamente è quello di purificare corpo e spirito con dieta e pratiche per l’auto-consapevolezza. Si escludono tutti i prodotti animali (latte, uova e derivati inclusi), vengono eliminate diverse verdure dal gusto pungente e forte - tra cui durian, aglio e cipolla. Non si bevono alcolici e non si fuma. Non è per questo che ritengo la dieta vegana di questa festività “estrema”.
Importante è anche tenere comportamenti dignitosi ed evitare qualsiasi eccesso.
Difficile? Decisamente sì, soprattutto la parte non legata all’alimentazione.
Per quanto riguarda la dieta, infatti, in questo periodo la Thailandia stravolge le sue abitudini ed è davvero facilissimo imbattersi nelle bandierine gialle con la scritta เจ che indicano che si tratta di cibo vegano.
Veggie McBurgerAnche Mr. McDonald’s ha capito che per non perdere clienti in questi 10 giorni si deve reinventare ed ecco che esce, giusto giusto in tempo per l’inizio del tetsakaan gin jay, il Veggie Burger, un panino “certificato” 100% vegano - e devo dire che non è niente male!
Fin qui tutto sommato una passeggiata.
Quello che però non mi aspettavo e che mette a dura prova l’esito positivo del mio tentativo di questa edizione è la scoperta fatta quest’anno: VIETATO CONSUMARE CAFFE’!
Questo è estremismo sconsiderato!Gli anni passati non sapendolo ho sempre continuato a bere la mia dose quotidiana di caffè. oggi in ufficio, dopo pranzo, come faccio per prepararmi il mio tazzone di rienergizzante per il venerdì pomeriggio mi sento dire “Mai dai…" che vuol dire… non si può! Ma che vuol dire non si può?
All’inizio ho pensato si riferissero al fatto che quando dici “Gaffèè” qui ti danno un bibitone dolce con tanto di latte condensato e fresco (ma lo chiamano solo caffè).
"Tranquilli, lo bevo nero e senza zucchero!"
Mai dai! è insorto univoco il coro dei colleghi tailandesi. Secondo loro non si può essere sicuri che nelle torrefazioni durante la tostatura dei chicchi non venga impiegato burro!
Questa per me è un’assoluta novità e in internet gli unici riferimenti non in tailandese sull’argomento si riferiscono all’uso del burro nella tostatura casalinga per ottenere il caffè dal retrogusto vietnamita. Mi hanno fatto anche vedere che la bandierina gialla è riservata solo ad alcune ditte che hanno dimostrato di non far uso di burro. Questione di marketing (e mazzette)?
Ora mi rivolgo a voi: ne sapete nulla? Come posso fare a scoprire se la Lavazza (che uso qui in Thailandia) impiega burro per tostare il caffè?
Il viaggio che non si racconta né a parole né con le foto è quello delle emozioni
Andrea in Thailandia
Tags: buddismo, religione, festival, vegano, vegetariano, mangiare,
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