Walter Veltroni ha sempre un libro da promuovere, scrive, scrive, non si ferma mai, dicono che fa impazzire le biro che poi girano come trottole, che fa ubriacare i computer che s’impallano per il superlavoro. Ha anche scritto una legge sul conflitto d’interessi ma è rimasta una proposta, accipicchia.
Così, stampato un nuovo libro “E se noi domani”, rieccolo da Fabio Fazio a Che tempo che fa.
L’ex segretario e fondatore del Pd, quel partito che all’annuncio di Veltroni ha fatto cadere delegittimandolo il governo Prodi (come ha ricostruito Rosy Bindi in varie interviste, su Repubblica tv, su Youtube), ha di nuovo sostenuto la necessità di una futura sinistra, il giorno dopo la manifestazione di Landini e Fiom e altre forze e persone di sinistra (tolto il moderato Pd, ha partecipato la sinistra nella sua varietà).
Quel che ferisce, del discorso veltronista, è l’insistenza nel mettere sullo stesso piano lavoratori e imprenditori (“che sono lavoratori, che nelle piccole imprese s’interessano dei figli dei lavoratori”, ndr paternalisticamente).
Ma il lupo e l’agnello oggi non sono uguali, il cinese e il tibetano non sono uguali, nemmeno l’africano e l’europeo.
“Il lupo e l’agnello giaceranno insieme, ma l’agnello non dormirà a lungo”, così Woody Allen parafrasava il profeta.
Chi ha lavorato nelle piccole imprese ha visto di tutto: un via vai di assunti e scaduti, collaboratori non pagati, figliocci e figliastri, orari strani, collaboratori che fanno i dipendenti ma prendono due soldi e una sberla. C’è chi si adatta e chi no, e soprattutto si vede poca democrazia interna. C’è il capo con poteri enormi, i dipendenti hanno paura di iscriversi al sindacato…. Storie di tutti i giorni.
Non c’è il problema di rievocare le “vecchie contrapposizioni” che il Pd considera superate. Neanche è direttamente neanche una questione di partito.
Semplicemente, come diceva sempre un’amica, basterebbe “che i lavoratori si unissero tra loro”. Buon esempio, Di Vittorio. Di fronte a una palese ingiustizia, ci vorrebbe l’unità dei lavoratori.
Gli imprenditori spesso non apprezzano lo Stato, lo sentono lontano, freddo, ostile, persino nemico.
La società è talmente frantumata che non riesce più a confrontarsi con istituzioni a loro volta conciate male. Veltroni evoca la partecipazione, l’idea di comunità. Bello, d’accordo. Se le istituzioni ascoltano forse si potrà fare. Ma c’è un chiaro motivo, anzi più di uno, per cui non ascoltano: tutelano i grandi elettori. Tra il profeta e Woody Allen, rimane più realista Woody Allen.
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