Magazine Opinioni

Venerdì

Da Loredana V. @lorysmart

Oggi è venerdì.

Che c’è di strano?

È che il venerdì viene solitamente scelto dai sindacati per proclamare lo sciopero generale: ci si attaccano il sabato e la domenica e si fa un bel ponte lungo lungo.

Naturalmente scioperano quelli che hanno un lavoro sicuro, anche se i rinnovi contrattuali sono fermi da qualche anno: che dovrebbero fare allora precari, cassintegrati, esodati, disoccupati…tutta quella gente che non può contare più su un reddito certo?

Accanto agli scioperanti, studenti (per marinare la scuola va tutto bene) ed i soliti nullafacenti dei centri sociali ed affini, buoni solo a rompere le scatole.

Ultimamente i sindacati mi stanno sempre più sulle scatole… come un fumatore pentito aborre chi fuma ancora, io da ex rappresentante sindacale non posso più sopportare i sindacati, anche perché sono sempre intenti a difendere i diritti dei lavoratori (anche quando sono immeritati) e non parlano mai di doveri.

Non nego che in tempi remoti non abbiano avuto la loro utilità, ma adesso le cose sono cambiate: non ci sono più i “padroni”, ma gli imprenditori, ed i lavoratori adesso possono essere considerati dei ”collaboratori” dell’imprenditore, anzi sono nella stessa barca: se l’imprenditore affonda, vanno a mare pure loro (l’imprenditore anzi va pure peggio perché non ha alcuna tutela). Paradossalmente si potrebbe dire che il vero “datore di lavoro” è il cliente che commissiona i lavori e si aspetta di averli in un tempo ragionevole ed ad un prezzo equo. Ma questo i sindacati non lo capiscono e restano arroccati sulle loro posizioni ormai sorpassate.

I sindacati sono fra le categorie che godono delle maggiori agevolazioni. Hanno fatturati da multinazionale, con un esercito di ventimila dipendenti. Possiedono immobili per centinaia di migliaia di metri quadri donati loro dallo stato (esborso di soldi pubblici!) sui quali non hanno mai pagato l’ICI prima e non pagheranno l’IMU adesso (ma pretendono che lo faccia la Chiesa). I delegati sono 700mila… Quanto costano alle aziende costrette a pagare i permessi come se fossero ore lavorative? Si stimano circa 200 milioni di euro! Degli iscritti,la metà sono pensionati… l’altro 50% rappresenta solo un quarto della forza lavoro. Oltretutto, i sindacati non è vero che difendano i lavoratori, ma difendono esclusivamente i loro iscritti….

Sono foraggiati tramite finanziamenti statali, quindi sempre con soldi pubblici che escono dalle nostre tasche. Quindi possiamo considerare i sindacati una casta a tutti gli effetti, tale e quale i politici.

Beh, la filippica è finita, mi sono sfogata un poco. Si potranno o meno condividere queste idee, ma così la penso io.


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