Emozioni di Mies Van Hout, edizioni Il castello Lemniscaat
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Uno degli autori che più mi hanno illuminato con i loro studi e scritti è David Goleman.Negli anni novanta ero una studentessa in ambienti fortemente competitivi e che richiedevano prestazioni di un certo livello. Dopo il liceo classico ho frequentato un’università pubblica alla quale erano iscritti migliaia di studenti (la mattina, per prendere posto in aula, a volte prendevo il treno delle 5.45) e in cui si rischiava di essere considerati solo “un numero di matricola” .
Occorreva una certa presenza di spirito per non farsi scoraggiare, perseverare negli studi e non farsi intimorire da professori freddi e sbrigativi.Occorreva una certa “intelligenza emotiva”, quell'insieme di capacità innate ma che possono essere anche apprese, che fanno la differenza nelle varie situazioni e che ci rendono più consapevoli, forti, felici ed empatici verso gli altri.E' stato allora che ho letto “Intelligenza emotiva” di Daniel Goleman, un evergreen pubblicato nel 1997 che spiega cos'è e come si possono alimentare queste competenze.Ora che sono madre, mi domando spesso se sto aiutando i miei bambini ad entrare in contatto con le loro emozioni, ad esprimerle, a renderle il loro motore.
Si, nella mia esperienza, le emozioni, sono il “carburante” ed il “motore” delle persone e delle relazioni.
Le persone che sanno riconoscere le proprie emozioni e sanno sfruttarle, sono più reattive, più gioiose e coltivano delle relazioni di qualità.Per questo motivo,qualche tempo fa, ho comprato d’istinto questo libro da leggere ai miei bambini : “Emozioni”, di Mies Van Hout. L’ho comprato su internet, senza prima sfogliarlo né leggere recensioni, attratta dal titolo e dalla copertina colorata.
Quando il corriere me l’ha consegnato, francamente sono rimasta delusa.
Mi aspettavo racconti o frasi sulle emozioni e invece, alla prima lettura,il libro mi è sembrato solo un catalogo di parole. Vi sono diverse immagini di pesci con varie espressioni e ad ogni immagine corrisponde solo una parola.Superando la prima sensazione di delusione (facendo leva sull'intelligenza emotiva), ho subito provato a sfogliare il libro con mia figlia e l’effetto è stato sorprendente. Pagina dopo pagina, semplicemente guardando le illustrazioni dai colori sgargianti su fondo nero e leggendo ad alta voce il nome dell’emozione corrispondente, la mia bambina ha cominciato a fare domande, fantasticare, associare le emozioni. “Cos’è “orgoglioso?” “Mamma, questo pesce è “geloso” perché questa pesciolina è “innamorata” del pesce “felice” e non di lui?Piano piano questo libro è diventato anche un gioco di gruppo. Nei pomeriggi trascorsi a giocare con i cuginetti di 3 e 8 anni, è stato divertente leggere insieme il libro e ascoltare i racconti, le percezioni e le preferenze che ogni bambino attribuisce alle diverse emozioni.Per non parlare di quanto ho riso quando l'altra mattina, mia figlia, tre anni, si è svegliata imbronciata ed ha esclamato: "Mamma, sono furibonda!""????Come mai, amore?" "Volevo svegliarmi da sola!". "Eh si, tesoro, anche a me capita di non voler sentire la sveglia la mattina!"Dopo aver espresso il suo "furore" la piccola si è alzata e canticchiando è andata a fare colazione.Dare un nome alle emozioni, comunicarle, viverle fino in fondo.Piccoli passi verso una intelligenza emotiva più evoluta.Piccole intelligenze emotive crescono.Ketty
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Questa recensione partecipa al Venerdì del Libro, iniziativa di Paola del blog Homemademamma