“Venere in metrò” per le donne. Non quelle delle “50 sfumature”, però. Parla Giuseppe Culicchia.

Creato il 29 settembre 2012 da Vittorionigrelli @vittonigrelli

29 Settembre 2012.
Venere in metrò” è il romanzo fresco di stampe di Giuseppe Culicchia, autore torinese classe 1965, che farà girare la testa a tutte le donne. E’ il suo ultimo romanzo in ordine di tempo; l’autore torna in libreria dopo la pubblicazione di “Ameni inganni” del 2011.
Piacerà alle donne, e molto, ma non aspettatevi nulla del genere E.L. James di 50 sfumature, non c’è pornografia in questo libro, lo assicura l’autore stesso, alle presentazioni che si stanno tenendo in questi giorni in varie librerie e circoli di lettura.

Questa è la storia di una donna del nostro tempo, di quelle che vengono definite fashioniste e socialite, Gaia Bongiorno, milanese, ma della Milano Bene, quella che conta, che ha gli inviti per le sfilate e per i party più esclusivi. Una donna con un guardaroba da far invidia a Carrie Bradshaw di Sex & the City. Gaia, 38 anni, porta la taglia 38. E’ una mamma in carriera, anzi no, una donna in carriera, la mamma la fa fare alle varie domestiche-tuttofare peruperu o alle ragazze aupair che assume per badare alla figlia Elettra, pre-adolescente, appena entrata nella fase “sono una vampira”. Ha la vita che chi legge abitualmente solo riviste come IoDonna, D, Vanity Fair, Vogue, Cosmolitan e chi più ne ha più ne metta, sogna da sempre. Fa parte dell’alta borghesia urbana, ha sposato Matteo, rampollo di una delle famiglie più importanti di Milano. Insieme si possono permettere una vita da re. Lei lavora alla Eventi Avanti ed è l’inventrice del rito dell’Apericena, diffusosi a partire da Milano in tutta Italia.
Le sue immancabili amiche, Ilaria e Solaria, sono lo stereotipo di donna fashion victim milanese, una con l’intercalare “figa” sempre lì, l’altra con le sue frasi mezze in inglese mezze in italiano, dispensano perle di saggezza che sanno di rivista patinata o telenovela, a seconda dei casi.
La vita perfetta, però, subisce un duro colpo ed è proprio di qui che nasce il romanzo, dalla crisi. Affettiva ed economica. Matteo scopre l’esistenza di Niccolò, amante di Gaia, e Gaia scopre l’esistenza dei loro conti in rosso.

Giuseppe Culicchia, nato a Torino, ha esportato la sua torinesità in tutta Italia, e la incarna alla perfezione; basti pensare a “Torino è casa mia“, del 2005, opera in cui esprime in modo chiaro e diretto l’identificazione con la sua città. La novità di questo romanzo è proprio l’ambientazione. Ha preferito Milano a Torino. ”Mi sono accorto che non avrei potuto fare altrimenti. Quando pensi a tre donne come Gaia, Ilaria e Solaria, pensi a una città come Milano. E’ quella “giusta”, per così dire. Una donna in carriera a Milano è nel suo habitat.” Questa scelta ci ha incuriositi e, a chi, alla presentazione in Piazza CLN a Torino (The Tweeter ci è andato per voi), gli ha chiesto se conoscesse il capoluogo lombardo ha risposto con un’alzata di spalle “No. Non conosco Milano per niente, a dire il vero. Frequento, se si può dire così, quei due tre posti che mi impone il campo dell’editoria. Di locali in, negozi alla moda o altro non ne so nulla.” A Culicchia, intanto, sono stati fatti i complimenti per il ritratto realistico e veritiero della città. Segno che quelle idee diffuse tra i torinesi a proposito di Milano non sono del tutto pregiudizi, anzi: rispecchiano la realtà dei fatti. Nel suo romanzo, infatti, è tutto raccontato in maniera spontanea e anche gli ambienti sono raccontati così nei particolari, che sembra di vederli. E chi quei posti li frequenta sul serio non può fare a meno di riconoscerli.
Gaia, però, non è solo donna del suo tempo, ma è anche metafora del suo tempo: “in un primo momento avevo pensato di chiamarla Italia, la metafora sarebbe stata evidente, ma la Mondadori (casa editrice che ha pubblicato il libro, N.d.R.) mi ha avvisato che la Mazzantini aveva già in un suo libro un’Italia che faceva la prostituta, e come metafora mi è parsa molto azzeccata anche la sua. Gaia è la metafora di quei Paesi che vivono al di sopra delle proprie possibilità, come l’Italia, d’altronde. Deve affrontare la crisi senza saperne le origini e senza sapere come si fa a risparmiare. Non aveva mai avuto bisogno di farlo. Non aveva neanche mai avuto bisogno di lavorare prima del patatrac e, anche se sembra anacronistico dirlo, ce ne sono di persone così”, rivela Culicchia ai suoi lettori alla presentazione. Apre poi il libro in un certo punto del libro in cui Gaia, perennemente connessa, come tutti noi, d’altronde, si affida al forum di Cosmopolitan e legge una risposta di un uomo che si era infiltrato nella pagina “Secondo me la condizione ideale per un uomo è questa:
Dai 14 ai 25 anni: fidanzamenti sessuali a tempo determinato, avventure sessuali senza impegno, alternati a periodi da single…
Dai 25 ai 30 anni: vivere l’amore della propria vita (sesso compreso)
Dai 30 ai 40 anni: vedere primo punto
Dai 40 in poi: trovarsi una donna ventenne, illibata, paziente, ubbidiente, servizievole, ignorante, bella, possibilmente con un corpo da pinup che ti faccia sentire un dio… e forse sposarla per garantirsi una badante… e una rendita sessuale fino all’andropausa.“, dopo aver concluso la lettura del brano, Giuseppe aggiunge “Per questo devo ringraziare chiunque l’abbia postato. Se non l’avete mai fatto, andate a leggere un po’ il forum di Cosmopolitan, se ne trovano di cose interessanti.

Alla fine della presentazione del romanzo, si apre un piccolo spazio dedicato alle domande e ai vari spunti di riflessione lanciati da questa storia così vera.
-La costante tua caratteristica della ripetizione non manca. Anche in questo libro ci sono molte scene che si ripropongono, anche se meno che in Brucia la città.
Sì. La ripetizione mi affascina molto. Ho iniziato ad usarla quando lavoravo ai miei primi racconti. Ascoltavo il primo album dei Ramones dove le canzoni si ripetono molto al loro interno, solo dopo ho scoperto che il cantante del gruppo era autistico. La ripetitività mi piace, dà musicalità, dà il ritmo, caratterizza i personaggi ed è molto utile, può anche dare un risvolto comico alla situazione.
-Ti auto-citi molto in questo romanzo.
Vero. Quando Gaia scopre di aver speso 10 euro alla Mondadori e non se ne sa spiegare il motivo, poi si ricorda di aver comprato quella che credeva essere la biografia di Irene Grandi Bruci la città e lo riporta indietro perché lo ritiene fallato. E’ successo davvero. Una ragazzina ha comprato il mio libro e l’ha riportato indietro alla Feltrinelli di Piazza Castello a Torino, dove lavora una mia amica. ‘Posso cambiarlo? E’ fallato’ ‘Prego’; peccato che dopo aver controllato tutta la pila, tutta la pila fosse fallata. ‘Ci sono troppe pagine stampate uguali’, la contropartita della tecnica della ripetizione.”
-Oltre a molte ripetizioni, anche se meno che in Brucia la città, ci sono molti elenchi…
Sono un maniaco di cataloghi, di qualunque genere, amo compilare liste ed elenchi e anche questo mi aiuta a dare il ritmo a ciò che scrivo.
-Gli uomini di cui parla nel romanzo sono piuttosto dei ‘non-uomini’…
Sono gli uomini che si vedono adesso negli ambienti che frequenta la protagonista del mio libro. Incerettati, incremati, super-abbronzati e palestrati, ore e ore davanti allo specchio peggio di una donna. ‘Il marrone è il nuovo nero e l’uomo la nuova donna’, dice Solaria, una delle amiche di Gaia. Mi è capitato di poter chiedere come mai si depilassero i calciatori a due giocatori dell’altra squadra (Culicchia è un torinista sfegatato, autore di Ecce Toro, N.d.R.), la risposta che mi sono sentito dare è stata ‘è per via di tutti i massaggi cui ci sottoponiamo, per il massaggiatore sarebbe più difficoltoso con tutti i peli’. Sarà, ma la risposta non mi ha soddisfatto, e sempre più si sentono donne che dicono ‘l’homo ha da puzzà’.”

Se siete curiosi correte in libreria ad acquistare la vostra copia di Venere in metrò. Se, invece, prima volete passare un’oretta tra brani letti dall’autore e riflessioni in proposito non perdetevi i prossimi appuntamenti con Giuseppe Culicchia:
- venerdì 5 ottobre h. 18.00 Novara Libreria Ibs
- sabato 13 ottobre h. 16.30 Rivoli Libreria Mondadori
- mercoledì 17 ottobre h. 21.00 Torino Circolo dei Lettori
- giovedì 18 ottobre h. 18.00 Grosso Canavese (Torino) Pasticceria Benzo & Benzo
- mercoledì 24 ottobre h. 21.00 Torino Libreria Golem

Buona lettura, lo amerete come lo abbiamo amato noi, speriamo.

Veronica Sgobio



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