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Venezia 67

Creato il 14 settembre 2010 da Pickpocket83

Venezia 67
 

Rieccoci, con ancora negli occhi l’emozione di un viaggio verso l’infinito (dello sguardo) e oltre. Verso un somewhere che si dissolve nel buio del nowhere, nella cupio dissolvi di un cinema che è, forse come non lo è mai stato prima, più che mai “morte al lavoro”. Provare a stilare un resoconto di una esperienza sfaccettata come la 67 Mostra del cinema di Venezia è impresa ardua. Mai come quest’anno i film (la redazione di Cinedrome ha visto quasi tutto il vedibile) sembravano essere stati affastellati a caso, e senza una precisa “direzione”, dal direttore artistico Marco Muller. Eppure, sono bastati pochi giorni per cominciare a rintracciare nei film in programma alcuni snodi tematici dominanti: il doppio che si frammenta e si decompone (“Black swan”, “La pecora nera”), l’impossibilità di recitare un ruolo dentro e fuori dallo schermo (“Somewhere”, “I’m still here”, “The agent”), la morte del corpo e del senso (“Essential killing”, “Post mortem”, “Attenberg”, “Silent souls”, “The ditch”, “Promises written in water”), il viaggio come un “nostos”  verso l’essenza e verso l’assenza (Hellman, Skolimowski, ma anche Paul Morrisey e Kelly Reichardt). Tutti fili mirabilmente intrecciati nel grandissimo ritorno dietro la macchina da presa di Monte Hellman: il suo “Road to nowhere” è davvero sintesi perfetta, sigillo ed epitome di un viaggio iniziato con Robert Rodriguez e terminato, per quanto mi riguarda, proprio con una (doppia) visione di “Road to nowhere”. In questo post troverete solamente una piccola “pagella” in voti decimali ai (tantissimi) film visti. Seguiranno post singoli dedicati ad almeno 6 o 7 film tra quelli visionati, ritenuti dalla redazione di Cinedrome più meritevoli di approfondimento. A proposito: la redazione di Cinedrome esprime enorme gratitudine nei confronti di “FilmTV” per aver indegnamente pubblicato uno stralcio di un suo post, accostandolo addirittura alle firme di Morandini, Mereghetti e Kezich. Troppo onore. Si tratta di uno scritto dedicato alle “Colline Blu” che è stato stampato proprio sul retro della locandina di “Colline Blu”: nessuno della redazione è riuscito a trattenere la commozione.
 

“Somewhere”, Sofia Coppola: 8.5
“Black swan”, Darren Aronofsky: 8
“Potiche”, Francois Ozon: 8
“Passione”, John Turturro: 7+
“Miral”, Julian Schnabel: 6.5
“Norwegian Wood”, Tran Anh Hung: 5.5
“Post mortem”, Pablo Larrain: 7
“La passione”, Carlo Mazzacurati: 6.5
“Meek’s Cutoff”, Kelly Reichardt: 8
“Machete”, Robert Rodriguez: 7.5
“Reign of assassins”, John Woo: 7
“A letter to Elia”, Martin Scorsese: 9
“La pecora nera”, Ascanio Celestini: 6
“I’m still here”, Casey Affleck: 9.5
“Essential Killing”, Jerzy Skolimowski: 10
“The Ditch”, Wang Bing: 8.5
“Silent souls”, Aleksei Fedorchenko: 8+
“News from nowhere”, Paul Morrisey: 7.5
“Venus noire”, Abdellatif Kechiche: 4
“Promises written in water”, Vincent Gallo: 9
“The Agent”, Vincent Gallo: 10
“Le belle endormie”, Catherine Breillat: 4.5
“Sorelle mai”, Marco Bellocchio: 8
“Attenberg”, Athina Rachel Tsangari: 6
“The Last Movie”, Dennis Hopper: 8.5
“Balada triste de trompeta”, Alex de la Iglesia: 5
“13 Assassins”, Takashi Miike: 9
“The Town”, Ben Affleck: 8
“Surviving life” Jan Svankmajer: 5.5
“Happy few”, Antony Cordier: 4
“Cold fish”, Shion Sono: 8.5
“Road to nowhere”, Monte Hellman: 9.5


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