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Venezia 70 – The Canyons

Creato il 10 dicembre 2013 da Borga007

The-Canyons-FINAL-POSTERVenezia è il luogo in cui sarebbe dovuta ricominciare la carriera (?) di Lindsay Lohan che, tra entrate ed uscite da carceri e cliniche di riabilitazione, ha subito una brusca stoppata. Sarebbe, ho detto. Perchè, in sostanza, non è andata proprio così.

A Venezia viene presentato The Canyons nel quale recita al fianco di James Deen, ex attore porno. Il tutto sceneggiato da Bret Easton Ellis, che per quanto mi riguarda può tranquillamente tornare a scrivere romanzi invece di proseguire la carriera in ambito cinematografico, e diretto da Paul Schrader, che non imbrocca un film decente da tanto tanto tanto tempo. Insomma, grande attesa per Lindsay, dai che viene Lindsay, mettiamoci dal red carpet che arriva Lindsay ma alla fine Lindsay se ne sbatte di Venezia, inventa una palla dell’ultimo momento e se ne rimane a casa, in panciolle sul divano. Il vecchio e caro Paul non ci crede di avere una così ghiotta opportunità di sputtanare la giovane attrice davanti la stampa internazionale e, quindi, decide di sfruttarla. Ma alla fine, il red carpet c’è lo stesso, le ragazzine che urlano mentre passa gente sconosciuta c’erano comunque e, invano, ho teso il mio quadernino per ottenere un autografo di James Deen, nonostante la mia personale conoscenza dell’attore si fermava a “ex attore porno”. Boh, forse è il nome. Cioè dai, quanto fanno ridere queste star del porno che usano come nome d’arte, appellativi simili a nomi di attori famosi del cinema commerciale? Poi, commerciale. Forse è più commerciale il porno. Ma va beh, ci siamo capiti. E, tra l’altro, cambiano qualche vocale per evitare che gli venga fatta causa dall’attore stesso o dai suoi eredi. Troppo ridere. Va beh, comunque entro in sala, guardo il film, sorrido quando un signore dietro di me si addormenta con la testa all’indietro e la bocca aperta mentre emette suoni come un tricheco in amore (no, non so che suoni facciano i trichechi in amore ma presumo che ne faccia qualcuno, dai) ed esco dalla sala, pensando che, cara Lindsey, nonostante tu ci provi a buttarla sul sesso per tornare alla ribalta a me piace ricordarti così.

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La trama. La trama è quella che è. C’è un qualche triangolo amoroso tra Lindsay, ovvero la moglie annoiata di un riccone scemo e ninfomane, James Deen, il riccone scemo e ninfomane, e un terzo sconosciuto di cui ora non ricordo il nome perchè non l’avevo segnato nel mio quaderno del fantacalcio degli appunti cinematografici. Sesso di là, qualche minaccia di qua e ancora sesso di là. E poi finisce il film. Sicuramente, la sceneggiatura non è uno dei punti forti di questo film perchè

  • in primo luogo, i dialoghi sembrano scritti da un quattordicenne scemo alle prime esperienze con le donne e uno sceneggiatore di una soap opera qualsiasi che ha appena visto l’ultimo film di Tarantino, producendo quindi un insieme di battute imbarazzanti che, a tratti, causano ilarità.
  • In secondo luogo, la trama fa cagare. Centinaia di film hanno già avuto questa storia e centinaia di film in futuro ancora l’avranno. Bret, c’è una chiamata per te. E’ l’Originalità che ti vuole.

Passiamo agli attori. Una tristezza, mamma mia. Lindsay, ormai hai più plastica in corpo tu che il pallone da spiaggia che ho comprato per giocare al mare. Le espressioni non ti vengono, i muscoli non riesci più a muoverli. Ho visto una migliore varietà di espressioni facciali su Van Damme in Universal Soldier: The Return. Ok, c’è la tua recitazione da reietta e da donna che ha vissuto e sta vivendo periodi difficili (?) però non posso andare oltre ad un “potrebbe fare meglio ma non si applica” per il semplice motivo che, ormai, anche applicandoti non riusciresti più ad ottenere delle buone performance. Per me è no.

James Deen. Tu mi sei piaciuto. Non male. Insomma, considerando che vieni dal porno e che il massimo che ti sarai applicato nella recitazione sarà stato per quei due minuti e mezzo dopo i titoli di testa e prima di cominciare quello che sei stato pagato per fare. Dai, non male. Lo stronzo, il matto, lo psicopatico che a tratti viene fuori, la maschera che l’attore indossa non è malaccio. A dire il vero, all’uscita dalla sala ho pensato che tu fossi il migliore attore del film. Pensa te come siamo messi…

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La regia, invece, è proprio bruttina. Ambientazioni kitch e piene di cliché che trasudano da pellicola di serie B e che, infatti, rendono l’intera pellicola un film di serie cadetta. Musica pseudo esistenzial-elettronica (se ben ricordo), location banali e spesso anonime e il tutto girato con assenza di idee, spunti e originalità ma, anzi, con cattive modalità, trasformano il film una cacca. Perchè, sì, oltre a James Deen, il film è una cacca pallosa e banale in cui c’è qualche tetta e qualche culo.

Concludendo, The Canyons è un film bruttino che aveva poche motivazioni di essere al Festival del Cinema di Venezia. Tra scelte pacchiane e altre stereotipate, riducono questa pellicola a poca roba. Pochissima roba. Quasi nulla. Ma soprattutto la domanda è perchè dopo così tanti mesi dal Festival di Venezia e anche qualche settimana dall’uscita in sala, ho deciso di recensirlo? Perchè sono un completista, insomma. Perchè a me le cose piace finirle e non mi piace quando



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