Anno: 2014
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 109’
Genere: Drammatico
Nazionalità: Italia
Regia: Saverio Costanzo
Con il film Hungry Hearts, diretto da Saverio Costanzo, ovvero una storia d’amore e d’ossessione, l’Italia porta a casa la prestigiosa Coppa Volpi, per la migliore interpretazione femminile, conferita ad un’Alba Rohrwacher in piena maturità espressiva, ormai perfettamente a suo agio nei ruoli di donne psichicamente a rischio, come appare Mina la protagonista del film nell’evolversi del suo personaggio. Anche il suo partner attoriale, Adam Drive, vince la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile, ed è inconsueto che i due premi vengano assegnati a due attori (uomo/donna) dello stesso film. Ma il fascino dell’autenticità ha prevalso, almeno in questo caso.
La storia è apparentemente semplice: dall’incontro casuale fra Mina, italiana, e Jude, americano, nella New York di oggi, oltre ad un grande amore, nasce anche un bimbo, che la madre, un tempo concentrata esclusivamente sulla carriera diplomatica, investe di ogni cura fino a divenire ossessiva nel tentativo di proteggere la sua piccola creatura – considerata da lei un essere sovrannaturale - da ogni agente contaminante, in primis il cibo e la medicina tradizionali, ai quali preferisce sostanze diverse.
Il deperimento del bambino, la lotta di Jude per salvarlo, la presenza della nonna fuori città, la crisi del matrimonio e la ricerca dell’amore estremo, si mescolano nella narrazione, fra detto e non detto, generando un film di notevole forza, capace di passare dalla commedia al dramma psicologico, dalla leggerezza all’angoscia, evidenziando metaforicamente molti temi di coppia dei nostri tempi, dei quali la nutrizione è solo uno dei più emersi.
Il modificarsi dei corpi in direzioni opposte (anoressia/bulimia) corrisponde nei due coniugi ai differenti tentativi di risolvere le cose, rispetto ai quali l’occhio di Costanzo opera una sospensione di giudizio. Liberamente tratto da Il bambino Indaco di Marco Franzoso, il film è stato sostenuto dal MIBACT e dal Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.
Elisabetta Colla