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Venezia 72, Barbera e champagne? I film in programma.

Creato il 29 luglio 2015 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

Sono stati annunciati i film in programma a Venezia 72, ovvero la 72esima edizione del Mostra del Cinema di Venezia (2-12 settembre 2015). Quattro gli italiani in concorso, tanto cinema americano, tanti documentari soprattutto nelle file del Fuori concorso, pochissimo cinema asiatico. Dunque un festival per tutti o per un pubblico di nicchia?

venezia-72Cominciamo con il Concorso. Togliamoci subito il dente degli italiani, che sono quattro: Marco Bellocchio con Sangue del mio sangue, che, stando al trailer, pare un film un po’ moscio, come Bella Addormentata; il sopravvalutato Luca Guadagnino con A Bigger Splash, che tra gli interpreti annovera Tilda Swinton, sua musa già nell’insopportabile Io sono l’Amore (2010); Giuseppe M. Gaudino con Per Amor Vostro, Piero Messina (assistente alla regia di Paolo Sorrentino per This Must Be the Place e La grande bellezza) con il suo film d’esordio L’attesa, interpretato dalla divina Juliette Binoche. E le (mie) speranze sono tutte riposte in quest’ultimo, Piero Messina.
Quattro italiani in gara, sarà evidente a tutti, sono parecchi. Più dei famosi tre moschettieri (Moretti, Sorrentino, Garrone) che l’Italia ha mandato (al macello) al fronte francese del Festival di Cannes. Che Venezia voglia riscattare il cinema italiano del “furto” subito al palmares transalpino? Probabile. Ma sono questi i migliori che abbiamo?
Come se non bastasse, Fuori concorso ci giochiamo anche Gianfranco Pannone col documentario L’esercito più piccolo del mondo, Franco Maresco con il documentario Gli uomini di questa città io non li conosco e il film postumo di Claudio Caligari Non essere cattivo, mentre in concorso nella sezione Orizzonti troviamo Italian gangster di Renato De Maria e Pecore in erba di Alberto Caviglia.

Ma torniamo all’orizzonte internazionale e al Concorso. È una vera gioia incappare nel ritorno di Jerzy Skolimowski (ricordate Essential Killing?) con 11 Minutes e il già favoritissimo alla vittoria Aleksandr Sokurov (Leone d’Oro con Faust nel 2011) che porta al Lido Francofonia. Dodici anni dopo lo splendido Arca russa, girato come un unico piano-sequenza nelle sale dell’Hermitage di San Pietroburgo, Sokurov torna a girare in un museo e stavolta tocca al Louvre! Grande curiosità anche per Remember di Atom Egoyan con Christopher Plummer e Bruno Ganz, ma anche per The Danish Girl di Tom Hooper (Il discorso del re) dove Eddie Redmayne vestirà gli abiti (da donna) di Einar Wegener, noto pittore danese transessuale.
Attesa anche per Beasts Of No Nation di Cary Fukunaga (True Detective), il film d’animazione Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson, qualche sparuto bagliore di interesse anche per Marguerite di Xavier Giannoli (Superstar) con Catherine Frot e L’Hermine di Christian Vincent col grandissimo Fabrice Luchini.
Pervenuto un solo film orientale in concorso, ovvero il documentario cinese Behemoth di Zhao Liang. Dulcis in fundo (si fa per dire!) il solito (evitabile) Amos Gitai che con Rabin, The Last Day sforna il film più lungo del Concorso (153 minuti). Per tutti gli altri in concorso clicca QUI.

Passiamo al Fuori Concorso. Oltre ai già noti Everest di Baltasar Kormákur (film d’apertura) e Black Mass di Scott Cooper con protagonista Johnny Depp (che dovrebbe sbarcare al Lido), spiccano Spotlight di Thomas Mccarthy con Michael Keaton e Mark Ruffalo, Tsai Ming-liang con Na Ri Xiawu – Afternoon (è lecito chiedersi: perché non in concorso?) e Daniel Alfredson con Go With Me interpretato da Anthony Hopkins. Per il resto, oltre ai già citati Pannone e Maresco, è uno sfacelo di documentari: Evgeny Afineevsky con Winter On Fire, Yann Arthus Bertrand con Human, Noah Baumbach e Jake Paltrow con De Palma, Amy Berg con Janis, Sergei Loznitsa con Sobytie (The Event), Frederick Wiseman con In Jackson Heights,.
Ma c’è anche The Audition di Martin Scorsese col trio Robert De Niro, Leonardo DiCaprio e Brad Pitt. Ma non esaltatevi troppo, è solo un corto pubblicitario di 16 minuti.
Film di chiusura della kermesse Lao Pao Er (Mr Six) del cinese Hu Guan.

Venendo agli Orizzonti, c’è tanto cinema sudamericano da Rodrigo Plá (La zona) che porta in laguna Un Monstruo De Mil Cabezas. Gli altri titoli sono di autori per lo più sconosciuti, e questo potrebbe essere un buon segno, sintomo di soprese da scoprire direttamente sul grande schermo.

In merito ai tanto attesi che ora suonano come grandi esclusi, in conferenza stampa Alberto Barbera ha affermato che Crimson Peak di Guillermo del Toro è un film bellissimo, ma i produttori si rifiutano di mandarlo ai festival. Ma non solo. Ha (forse) ancora alcuni assi nella manica, poiché ha affermato che a breve potrebbe comunicare nuovi titoli (aka i tanto amati film a sorpresa).
Ma al di là delle sorprese dell’ultim’ora, viene da chiedersi: dove sono finiti The Last Face di Sean Penn, Jobs di Boyle, Elle di Paul Verhoeven? Ma soprattutto che fine ha fatto quell’habitué di James Franco, il “cumenda” del Lido? È materiale da “Chi l’ha visto?”, per favore chiamate a casa i suoi genitori che si stanno preoccupando!

E il red carpet come sta? Languisce? Non direi, anche se il grosso arriverà a folate belle massicce, concentrando un bel po’ di star in pochi filmoni: è il caso di Everest (Jason Clarke, Josh Brolin, Robin Wright,  Sam Worthington, Keira Knightley, Emily Watson, Jake Gyllenhaal), Black Mass (Johnny Depp, Joel Edgerton, Benedict Cumberbatch, Dakota Johnson, Peter Sarsgaard, Kevin Bacon) e Spotlight (Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Stanley Tucci). A questi nomi si aggiungono, sparsi qua e là in più film, Kristen Stewart, Guy Pearce, Christopher Plummer, Eddie Redmayne, Juliette Binoche.

In sintesi, Venezia 72 è un festival debole, festival forte, festival per intenditori, festival che tira un colpo al cerchio e uno alla botte? Forse è un festival un pelino sottotono, ma sicuramente ricco di sorprese nelle file di quei titoli e quei registi noti a pochissimi. Niente Barbera e champagne, dunque? Forse una bottiglia la possiamo anche stappare, ma nel menù veneziano non ci sono né aragoste né caviale…

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