Quando sono state scrutinate solo 79 su 303 sezioni il candidato a sindaco del centrosinistra per il comune di Venezia Giorgio Orsoni nutre qualche pur flebile speranza di essere il possibile candidato vincente al primo turno avendo conseguito finora il 51,16 % dei voti.
Secondo con solo il 42,43 % il ministro Renato Brunetta.
Chissà perchè, chissà per come, in questo clima post elettorale mi son ritornate alla mente le celebri strofe: “Il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca!” dall’Ode a Venezia del poeta di Schio Arnaldo Fusinato (1817-1888), una poesia sul Risorgimento che fino a che si è coltivato il mito del Risorgimento e dell’Unità d’Italia, non mancava in ogni antologia scolastica, ed infine quella “bandiera bianca” poteva non farmi pensare ad un Battiato d’annata ?
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Ode a Venezia di Arnaldo Fusinato
E’ fosco l’aere, il cielo e’ muto,
ed io sul tacito veron seduto,
in solitaria malinconia
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia!
Fra i rotti nugoli dell’occidente
il raggio perdesi del sol morente,
e mesto sibila per l’aria bruna
l’ultimo gemito della laguna.
Passa una gondola della città.
“Ehi, dalla gondola, qual novità ?”
“Il morbo infuria, il pan ci manca,
sul ponte sventola bandiera bianca!”
No, no, non splendere su tanti guai,
sole d’Italia, non splender mai;
e sulla veneta spenta fortuna
si eterni il gemito della laguna.
Venezia! l’ultima ora e’ venuta;
illustre martire, tu sei perduta…
Il morbo infuria, il pan ti manca,
sul ponte sventola bandiera bianca!
Ma non le ignivome palle roventi,
ne’ i mille fulmini su te stridenti,
troncaro ai liberi tuoi di’ lo stame…
Viva Venezia!
Muore di fame!
Sulle tue pagine scolpisci, o Storia,
l’altrui nequizie e la sua gloria,
e grida ai posteri tre volte infame
chi vuol Venezia morta di fame!
Viva Venezia!
L’ira nemica la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria, ma il pan le manca…
Sul ponte sventola bandiera bianca!
Ed ora infrangasi qui sulla pietra,
finché e’ ancor libera,
questa mia cetra.
A te, Venezia,
l’ultimo canto,
l’ultimo bacio,
l’ultimo pianto!
Ramingo ed esule in suol straniero,
vivrai, Venezia, nel mio pensiero;
vivrai nel tempio qui del mio core,
come l’imagine del primo amore.
Ma il vento sibila,
ma l’onda e’ scura,
ma tutta in tenebre
e’ la natura:
le corde stridono,
la voce manca…
Sul ponte sventola
bandiera bianca!
Per chi non ricorda la vicenda narrata è quella della sfortunata sollevazione di Venezia nel 1848, in appoggio al tentativo di unificazione dell’Italia iniziato da Carlo Alberto. Dopo la sconfitta di Carlo Alberto ad opera del generale austriaco Radetzky, Venezia e Roma continuarono, la insurrezione proclamando la repubblica.
Venezia, assediata dagli austriaci, fu colpita anche da una epidemia di colera, “il morbo” che infuria.
Roma fu soverchiata dalle forze armate del Regno delle Due Sicilie, di Francia e di Spagna e gli insorti dovettero abbandonare la città
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