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VeneziaFestival2014. I 4 film che ho visto oggi, martedì 26 agosto (con i voti)

Creato il 27 agosto 2014 da Luigilocatelli
'Métamorphoses' di Christophe Honore, il migliore della giornata.

‘Métamorphoses’ di Christophe Honore, il migliore della giornata.

Sì, anche se l’apertura ufficiale di questa mostra di Venezia (edizione numero 71) è solo domani sera alle 19, oggi ci sono già state quattro proiezioni stampa. Tutte di film delle Giornate degli Autori.
ore 14,oo: He Ovat Paennet (They Have Escaped) di Jukka Pekka Valkeapää. Finlandia. Cineasti del presente. Voto tra il 6 e il 7
Una piccola buona sorpresa, questo film finlandese. Che parte con una giovane coppia criminal-illegale in fuga come abbiamo visto mille volte al cinema, ma poi per fortuna imbocca la strada dell’onirico, del visionario. Raisa sta in un istituto-riformatorio, Joni è un ragazzo che vien mandato lì a fare il servizio civile dopo che sotto le armi ha avuto qualche guaio. Scapperanno insieme sulla macchina dell’istituto. Ci si aspetta una cosa, benché in formato ridotto, tra Natural Born Killers, Bonnie & Clyde e Kalifornia. Invece no, il film diventa una specie di favola nera, di incubo, con zone allucinate e allucinogene. Con una parte finale di puro incubo claustrofobico, che sta tra Hansel & Gretel, La morte corre sul fiume di Charles Laughton e Gli amanti criminali di François Ozon.
ore 17,00: One on One (Chi sono io?) di Kim Ki-duk. Sud Corea. Cineasti del presente. Voto 6
Delude abbastanza il ritorno a Venezia del regista che due anni fa vinse il Leone d’oro con Pieta. Dopo gli estremismi di Moebius dell’anno scorso, Kim Ki-duk stavolta rientra nel recinto del cinema di genere, anche se a modo suo, girando un revenge-movie. Un gruppo di giustizieri deve farla pagare a un gruppo di gente colpevole di un qualcosa di orrendo. Ma per più di un’ora il regista ci tiene sulla corda senza darci troppe spiegazioni, e invece pigiando l’acceleratore sulla violenza, che è il vero centro, anche narrativo, del film. Purtroppo mescolata a riflessione filosofico-buddiste che san tanto di foglia di fico. A fronte di qualche momento potente, molta stanchezza, ripetitività, déjà vu.
ore 19,30: The Goob di Guy Myhill. UK. Cineasti del presente. Voto 6 meno
Uno di quei film UK desolati di ambienti proletari squallidissimi e violenti come solo il cinema inglese (vedi alle voci Andrea Arnold, Clio Barnard ecc.). Un coming-of- age assai plumbeo con al centro un ragazzo di nome Goob. Con mamma separata che se ne sta con un tizio violento e puttaniere, papà simoatico ma lontano. Goob in qualche modo ce la farà a diventare grande. Qualche eco di Edipo e molte di Amleto. L’attore cui tocca fare o’malamente, il padrigno stronzo (si chiama Sean Harris), è lo stesso che abbiamo appena visto in e liberaci dal male nella parte del posseduto dal demonio, e tra i due ruoli in fondo non cè quella differenza. Non male, però di film così ai festival se ne vedono tanti e rischian di perdersi nel mucchio.
0re 22,00: Métamorphoses di Christophe Honoré. Francia. Cineasti del presente. Voto 8 e mezzo
L’ho adorato. Il film del giorno, fors’anche uno dei film di questo Venezia 71 (stiamo a vedere comunque). Applausi pochi (tra cui il mio), qualche fischio. Molti son scappati durante la proiezione. Scoppi di ridarola. O lo ami o lo odi. Facile ironizzare su un film così, facile demolirlo. Honoré tenta un’impresa davvero difficile, trasportare le Metamorfosi di Ovidio (ci ha provato anche una regista israeliana con un film, Amori e metamorfosi, visto a Locarno due settimane fa), con le sue trame e i suoi personaggi (Giove, Giunone, Europa, Bacco, Tiresia e avanti così) in una Francia di oggi che ai paesaggi ipermoderni alterna quelli arcaico-mediterranei di perfetta classicità. Un po’ troppo ingarbugliato, ma con con momenti straordinari (Filomene e Bauci), facce e corpi che sembrano apartenere a un altrove archetipico, come fuori dal tempo. Film di incanti, spiazzamenti, turbamenti. Evocazioni e citazioni figurative di plurimi film passati, Edipo re di Pasolini, I cannibali della Cavani (quell’Orfeo con i suoi disceopoli sembra il Tiresia di Pierre Clémenti dei Cannibali), Il testamento di Orfeo di Cocteau. Sbertucciato e deriso dai più alla proiezione di stasera. Invece da amare e adottare subito. Oggetto di devozione.


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