È finita come ci si aspettava sin dall’inizio, con la vittoria di Hugo Chávez. Le elezioni in Venezuela sono andate come dovevano andare, con un’ennesima vittoria della rivoluzione bolivariana e di un modello che, nonostante l’opposizione e le critiche, continua ad incantare la maggioranza dei venezuelani.
Chávez, che guida il paese sudamericano da tredici anni, lo farà per altri cinque ancora, arrivando vicino al traguardo che si era prefisso agli albori della sua carriera politica, quando si augurava di poter detenere il potere fino al 2021 per dare un senso compiuto al suo programma di governo. Chávez oggi ha 58 anni, lotta con un tumore, ma non ha perso la speranza di governare il Venezuela fino alla fine dei suoi giorni. Sicuramente, vicino alla prossima scadenza elettorale –se non sarà la malattia a debilitarlo-, troverà qualche altro espediente per fare in modo che la rivoluzione bolivariana continui il più a lungo possibile.
Henrique Capriles ci ha provato. Nessuno come lui è riuscito in passato ad amalgamare l’opposizione e a dare l’idea che l’approvazione per Chávez non sia poi così plebiscitaria. I risultati finali danno Chávez alla testa con un sensibile vantaggio di quasi dieci punti percentuale, un 54.42% contro un 44.97% che in termini di voti significa sette milioni e mezzo di preferenze contro il poco più di sei milioni ottenute dal suo avversario. Non bisogna dimenticare che venti stati su ventitré hanno preferito Chávez. Capriles ha riconosciuto la vittoria del presidente in un discorso nel quale ha ribadito l’importanza del processo democratico ed ha chiesto a Chávez di riconoscere e rispettare l’opinione di tutti quelli che non hanno votato per lui. Cosa che il presidente ha fatto immediatamente, ringraziando tutti i venezuelani per l’alto senso civico dimostrato, ¨compresi quelli che non sono d’accordo con il progetto bolivariano¨.
Per Chávez la vittoria è stata la ¨battaglia perfetta¨. Fedele al suo personaggio ed al suo mai rinnegato passato da militare, raggiante sul balcone del palazzo municipale di Caracas, si è concesso al bagno di folla esibendo la camicia rossa ed un sorriso a trentadue denti, gongolante e in piena forma. ¨Oggi è stato un giorno memorabile¨ ha detto ¨vi ringrazio e chiedo a Dio vita e salute per poter continuare a servire il popolo venezuelano¨.
Su quello che è il Venezuela oggi, vi lascio con il link di un articolo di Piero Armenti che fotografa perfettamente il processo che si vive nel paese sudamericano: http://www.facebook.com/#!/parmenti/posts/10151456738469768