3 GIUGNO – In Italia funziona così più o meno da sempre. Ogni volta che la Nazionale azzurra di calcio scende in campo, ci sono quasi sessanta milioni di Commissari Tecnici, ma alla fine è uno solo che deve decidere. E ogni volta l’inevitabile strascico di commenti, polemiche e chi più ne ha più ne metta. Figuriamoci poi se ci troviamo alla vigilia di un Mondiale, dove a tutto questo dobbiamo aggiungere l’altrettanto inevitabile coda di commenti legati ad esclusioni “eccellenti” piuttosto che a convocazioni “inaspettate”. A dire la verità questa volta, in occasione della partenza per il Brasile, ci si è mezza di mezzo pure la sfortuna, che a pochi giorni dalla partenza ha “sfilato” dalle mani del commissario tecnico il biglietto aereo già intestato a Riccardo Montolivo, finito ko ancora prima di fare il check-in. Il capitano del Milan, ha infatti riportato la frattura della tibia in un brutto scontro di gioco con il granitico centrocampista irlandese Pearce e ha detto purtroppo addio al suo sogno mondiale. Tuttavia, dopo l’amichevole di Craven Cottage – terreno londinese dove è di casa il Fuhlam – rimanevano da decidere ancora sei esclusioni, prima di stilare l’elenco definitivo dei passeggeri per il volo verso Rio, lista che è puntualmente arrivata domenica sera, come era nelle previsioni. Le sorprese non sono certo mancate, a partire dalla più meno clamorosa esclusione di “Pepito” Rossi, reduce da un brutto infortunio e coccolato oltre ogni scetticismo fino all’ultimo da Cesare Prandelli, che alla fine ha dovuto arrendersi – questa la versione ufficiale – alla sua condizioni psicofisica non ancora al top, come invece richiederebbe una spedizione mondiale. Ad di là dell’esclusione dell’attaccante della Fiorentina, che per certi versi ci può stare, a lasciare perplessi è sicuramente la scelta del CT di partire per il Brasile con il solo Balotelli come punta centrale, senza altri attaccanti in grado di farne più o meno le veci. Tutto questo parte però da un’idea tattica ben precisa nata nella mente pensante dell’allenatore azzurro, intenzionato ad attaccare senza mai dare alcun riferimento agli avversari, confidente di poter sfruttare gli incursori (Marchisio, Candreva) supportati a loro volta da un centrocampo di qualità (Pirlo, Verratti, Cassano, Cerci) e da fasce laterali estremamente aggressive. In ogni caso – questo secondo Prandelli – il finto centravanti potrebbe in caso di necessità farlo anche Cassano. Anche se ai più il paragone può sembrare irriverente, ricordiamo comunque che in Sudafrica la Spagna vinse proprio così, senza attaccanti centrali ma con David Villa e Pedro, che non sono certo due arieti di sfondamento. Sempre proseguendo nella spunta dei 23 eletti, se a centrocampo – Montolivo a parte – non si sono notate variazioni di rilievo, in difesa ha suscitato invece più di qualche ragionevole dubbio l’esclusione di Ranocchia – inserito comunque in lista come “riserva” – a favore dell’oriundo Paletta, che alla seconda presenza con la maglia azzurra non ha certo impressionato per personalità e sicurezza. Dispiace, infine, l’esclusione dell’altro oriundo Romulo – protagonista di una grande stagione con la maglia dell’Hellas Verona di Mandorlini – sul quale Prandelli puntava per le sue indiscutibili doti di prezioso jolly difensivo, costretto a dare forfait per i postumi di un problema fisico piuttosto che per una scelta tecnica ben precisa. In ogni caso ora che il dado è tratto, inutile perdersi in sterili polemiche, meglio pensare ad un Mondiale che tutti ci auguriamo possa essere denso di soddisfazioni. Al ritorno, che speriamo sia il più tardi possibile, ci sarà poi spazio e tempo per ogni tipo di commento. Buon viaggio azzurri….
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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