In ogni caso il fatto che il governo, praticamente, non fosse nemmeno a conoscenza del problema - il governo che di più al mondo si è riempito la bocca della parola "Europa" - è interessante. I metodi trovati per porre rimedio sono stati abbastanza divertenti. Premetto che io non beneficerò di alcun tipo di rimborso, e che probabilmente non l'avrei chiesto comunque. Mi arrabbio quando mi dicono "tu che sei all'estero a fare la bella vita", perché è come ridurre una serie di scelte (mie e altrui, al momento sono qui per concorso) non sempre facili a una foto di Facebook dove tengo in mano una birra. E anche un'idea molto superficiale, al contempo eccessivamente positiva (come se fuori dall'Italia fosse il paese dei balocchi) e negativa (come se fuori dell'Italia si "facesse la bella vita" a spese di chi resta in Italia, mentre magari uno è partito per non essere a spese di nessuno). Poi questa cosa de "l'Estero" come se fosse una specie di mostro delle fiabe è anche molto commovente e allo stesso tempo triste. Io al momento non abito allestero, abito in una città francese. E nessuno credo abbia mai abitato allestero, ma sempre in un certo posto. Mi correggo: uno in genere si sente allestero all'inizio, e questo riassume tutto il negativo del primo impatto spaesato. Poi, quando inizi a renderti conto che non sei su Marte ma in una determinata città, è lì che cominci a sentirti a tuo agio.Queste persone hanno comunque ragione nell'invitare ad una certa sobrietà chi non passa la maggior parte del suo tempo sul territorio italiano. Anche per questo, io non ho protestato. Ma dicevo dei rimborsi. Ecco, Trenitalia prevede uno sconto del 70% se ci si reca ad acquistare i biglietti con il certificato elettorale. Immaginatevi quanti espatriati si tengono sotto il cuscino il certificato elettorale, così, per ogni evenienza.Ecco, come vedete venire a votare "dall'estero" non ha nulla di drammatico o particolarmente inedito da dire. Se volete la mia opinione io penso semplicemente che tornare per il voto valga la pena. Io sono ancora della scuola di quelli che si vestono bene (per quanto io sia in grado di vestirmi bene) per andare a votare.Auguro dunque a tutti che quelli del voto siano giorni di festa, e non giorni di cui, in futuro, vergognarci.E ora lasciatemi fare la valigia.da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com
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