VENOSA – Si sono ormai compiuti gli otto i secoli di storia dall’Istituzione dell’Ordine Trinitario. Di Essi, a Venosa, si erge una prestigiosa sede presso il Castello Longobardo: L’Istituto Ada Ceschin Pilone dei Padri Trinitari.
Era il 17 dicembre 1198 quando, infatti, l’Ordine veniva riconosciuto da Papa Innocenzo III, che ne approvava la Regola con la Bolla «Operate Divine dispositionis». L’Ordine era stato fondato nel 1194 ad opera di San Giovanni De Matha a Cerfroid, nella Diocesi di Meaux in Francia, con la collaborazione, così dice la tradizione, di San Felice de Valois. Nel 1992, i Padri Trinitari di Venosa, avevano pubblicato una elegante edizione della Regola per commemorare la ricorrenza (e convalidarla) degli otto secoli.
«In seguito lo stesso Ordine – recita il ’Proemio’ della Regola in commento – fu riformato da San Giovanni Battista della Concezione, in virtù del breve «Ad militantis Ecclesiae regimen» di Clemente VIII, dato il 20 agosto 1599. Per autorità apostolica la Regola è stata adattata alle diverse condizioni dei tempi specialmente da Clemente IV con la Bolla «In Ordine vestro» del 7 dicembre 1267, e con la Bolla «Salutatibus Apostoli monitis» di Urbano VIII, promulgata il 25 settembre 1631.
Il patrimonio dell’Ordine, il cui principale fondamento è costituito dalla Regola, è stato arricchito nel corso dei secoli da nuovi elementi ed accettati dalla tradizione». Era, questo, uno stralcio della solenne ristampa della Regola titolata «San Giovanni De Matha – Otto secoli con noi» e titolo interno dell’originale edizione «Regula Sancti Johannis De Matha Ab Innocentio Papa III Approbata».
La recente e solenne ristampa è anche comprensiva delle ultime norme della Santa Sede tratte dal Capitolo Generale del 1983 e approvate dalla Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari il 17 dicembre 1984. Il testo interamente in lingua italiana è stata approvato dal Consiglio generale, il 20 marzo 1985. Il numero delle copie è limitato, sono 800 come gli anni dell’anniversario dell’Ordine. Fu edita e presentata al pubblico il 14 novembre 1992 in occasione delle Celebrazioni del «Bimillenario Oraziano».
Nello stesso giorno fu inaugurato anche un Monumento dedicato alla “Libertà” e posto nella omonima Piazza ‘San Giovanni De Matha’. Intitolata al Fondatore dell’Ordine. «Gloria tibi Trinitas et captivis libertas» (ovvero: «Gloria a Te, Trinità, e libertà ai prigionieri» recita la scritta in mosaico che cinge la base del Monumento. Tre le figure che con le braccia alzate si stagliano nel cielo.
«Invocano, – scriveva allora Padre Angelo Cipollone, rettore dell’Istituto Trinitario e Direttore Pedagogico per disabili di Venosa – invocano alla Libertà, all’Amore a Dio e all’amore all’uomo».
Concepita dai Padri Trinitari fu elaborata ed eseguita dagli artisti dello stesso Istituto: Michele Bruno e Teresa Petagine. Ma, diverse sono le testimonianze nei secoli che commemorano la presenza dei Padri Trinitari a Venosa.
Recentemente (Ndr.: il presente articolo a firma di Antonio Conte è stato pubblicato in Novembre 1998 sul “La Gazzetta del Mezzogiorno”, pagina di “Cutlura & Tradizioni” - un’associazione locale «Il Centro Storico» di Venosa si adopera per ridare splendore ad un affresco del XVII secolo, ora in totale abbandono, ad opera di un pittore ignoto meridionale e raffigurante «La Madonna col Bambino tra San Antonio e San Giovanni De Matha». Inscritto in una cornice in stucco, è quanto rimane dell’arredo della Chiesa di Sant’Anna. La sua ubicazione è quella originaria: Corso Garibaldi, 153, sotto il noto arco Gotico. «Al Centro della composizione – ci informa la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici della Basilicata di Matera – la Madonna, a mezzo busto, circondata da due angeli in alto, tiene sul braccio sinistro il Bambino e guarda in basso ai due santi inginocchiati: Sant’Antonio alla sua destra e San Giovanni De Matha alla sua sinistra».
Nel XVII secolo l’Ordine Trinitario di Venosa risiedeva presso l’Abbazia della S.S. Trinità. Dal 1968, invece, presso il Castello Longobardo di Venosa, già Monastero di Sant’Agostino, grazie a fondatore Padre Orlando Navarra.
Antonio Conte
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