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Vent'anni

Da Povna @povna
Oggi la 'povna, Viola, l'Anziana di Ginevra (e alcuni altri: come Zivago, che però non fa più parte della combriccola, e lo Storico Saggio, lontano per lavoro) festeggiano i vent'anni di piccola città. E proprio per questo si troveranno, questo pomeriggio, sul tardi, insieme anche a L., G. e l'Altra (che alla piccola città invece appartengono) per brindare. 
E mentre prepara qualche cosa per questo importante appuntamento, la mente della 'povna vola indietro nel tempo. Vent'anni fa e qualche spicciolo, infatti, la 'povna, insieme a circa altri 300, mise piede nella piccola città per la prima volta. Era il 30 settembre, e in una sala attrezzata all'occorrenza si svolgeva il primo dei tre scritti per entrare a Hogwarts, che la 'povna affrontava (è ovvio) da un lato con molti fremiti di speranza e entusiasmo, dall'altro con la scontata paura che si prova, forte, quando ci si pone lontano dal proprio mondo, in un contesto incognito, lasciando che siano sconosciuti a giudicare.
Aveva diciott'anni, ancora per qualche giorno, ed era stata abituata a muoversi in contesti noti e misurabili, a non farsi problemi di appartenenza, a essere la più brava. Quel giorno (e poi quella settimana tutta), a Hogwarts - sola di fronte a una massa ignota e a una serie di esaminatori che le sembravano lontani, e anche serissimi - la sua vita cambiò per sempre. E quando tornò al nord, ad aspettare gli eventuali orali a dita incrociate, in un misto di ansia e di speranza, banalmente, non era più la stessa 'povna. Perché aveva visto, per davvero, le strade e il mondo in cui si immaginava vivere. E già passava nelle stanze di quella che sarebbe stata "casa" per l'ultima volta guardandole come un luogo da lasciare.
Per farla breve, fu ammessa. E la 'povna scese (lì: ottobre, 18) per fare i tre orali. Ai quali fece seguito (per lei così come per altri fortunati diciassette) il sospirato telegramma, firmato da Dumbledore. E così il 4 novembre la 'povna - con una valigia piena di vestiti, una bracciata di libri, il suo orsacchiotto - si presentò, da sola, al binario 9 e 3/4, attraversò a occhi spalancati le montagne, arrivò nella piccola città, prese possesso di una stanza (e di un bagno) che sarebbe diventata "sua" per i successivi quattro anni, e (senza aver chiesto, allora e mai, un centesimo alla sua famiglia) se ne andò da casa.
Nella piccola città - quei primi giorni, come un'onda, e poi pian piano snocciolati nel tempo - conobbe l'Anziana di Ginevra, Viola e i tutti e molti altri. Nella piccola città trovarono (uguale e pur diversa) la loro educazione politica, intellettuale e sentimentale. Nella piccola città poi, nonostante i vari rigiri per il mondo, turbinii, salti e spostamenti, alcuni finirono per restarci. La 'povna era tra loro. E poiché è consapevole di quanto - tra gioie, dolori, pianti e incontenibili entusiasmi - la piccola città l'abbia fatta diventare grande subito, senza patemi e senza angoscia, la 'povna, l'Anziana di Ginevra e Viola si troveranno, questo pomeriggio, sul tardi, insieme anche a L., G. e l'Altra (che alla piccola città invece appartengono). E - pensando a quel che è, e a quello che, senza Hogwarts, chissà, sarebbe potuto essere - c'è davvero da brindare.

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