Vent’anni di No Tav e non capirci niente, da parte mia. Cinquanta secondi di filmato per pormi due domande: a chi giova e perchè. Non sarà una distrazione di massa dai veri problemi?
Creato il 01 marzo 2012 da Slasch16
Il primo pensiero che ho avuto, sentendo parlare di No Tav, è stato considerare che con questa filosofia non si sarebbe costruita nemmeno la transiberiana e non parliamo della conquista del west da parte degli americani che più che una ferrovia fu uno sterminio di indiani. In tutti i casi secoli dopo si può dire che unirono territori e persone lontane e diverse.
Posso capire il valsusano che vuole difendere la casa di suo nonno, i suoi campi, perchè ha la fortuna di averla ancora quella casa che rappresenta la radice della sua storia.
Molti di noi le radici le hanno perse emigrando, magari dal Veneto alla Lombardia, perchè 50,60 anni fa si partiva e non si tornava, o raramente, e non bastavano due ore di ferrovia o di automobile per tornare a prendere forza dalle proprie radici perchè non c’erano più e non ne hanno fatto liquirizia.
C’è chi ha la tomba di famiglia e dentro di essa ci sono intere generazioni e c’è chi la tomba di famiglia l’ha disseminata dalla Calabria a Torino, dal Friuli al Nord America.
Noto che la stessa difficoltà che ho io nel prendere posizione l’hanno anche i partiti, diciamo che io da questa sera credo di avere le idee più chiare su da che parte stare mentre loro non si espongono per non perdere un migliaio di voti, forse anche di più.
Ma il filmato della pecorella mi ha fatto tornare in mente Pasolini e Valle Giulia quando scrisse la poesia che sconvolse la sinistra e che riporto nella sua parte più controversa e discussa:
.. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
[...]
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. …
Chi scrive questo post non si è preso le mazzate che hanno preso quelli con la maglietta a righe negli anni 50 e 60, nel 1960 quando ci furono i morti di Reggio Emilia aveva 12 anni ma se li ricorda ancora, però fece in tempo a prendere qualche mazzata dal 1969 in poi, gli assalti dei celerini e le provocazioni che le forze dell’ordine mettevano in atto ogni volta che si festeggiava il 25 aprile a Milano.
Non aveva un buon rapporto con le forze dell’ordine perchè le ha sempre viste a servizio del potere, dei potenti e della repressione.
Non mi fidavo a tal punto, in modo particolare dei carabinieri ritenuti di destra e complici dei neofascisti,(leggere cosa succedeva nel Tribunale di Monza in quegli anni, neofascisti arrestati il venerdì o il sabato e liberati dai carabinieri il lunedì mattina. Vedere alla voce Crocetta, Cinisello Balsamo) che quando subii un’aggressione fascista che mi ferì sotto l’occhio migliore, ne ho uno che vede di più e l’altro meno, si rifiutò di fare la denuncia ai carabinieri ma volle farla alla Polizia di Stato ritenuta più affidabile.
Non sono certamente all’altezza di Pasolini, magari, ma qualche domanda me la pongo anch’io e trovo nella mia storia personale e nella cronaca attuale delle risposte che mi spingono a stare dalla parte della ferrovia che unirà l’Europa dall’Ucraina alla Spagna e non per un calcolo economico sociopolitico o per appalti che non mi riguardano e dei quali vorrei la massima trasparenza, ma per un motivo politico più profondo e concreto dal mio punto di vista.
Non condanno le violenze in se, sono uno che ritiene che la rivolta con sane ragioni ed ideali possa essere frequentata ed è qui che mi casca l’asino e mi crolla tutto il supporto che a prima vista avrei dato ai No Tav.
In questi ultimi vent’anni c’è stato un crollo di democrazia nel nostro paese, abbiamo avuto un piduista a capo del governo che ripetutamente si è fatto fare leggi ad personam per impedire che la giustizia facesse il suo corso contro le sue malefatte. Ha riportato i fascisti in prima linea nella politica dopo decenni di emarginazione li ha portati addirittura al governo e ricordo che Tambroni solo per averne accettato i voti in parlamento diede il via ad una protesta nazionale, questa vola non è successo niente.
Il piduista a capo del governo si è permesso di far licenziare dalla Rai giornalisti, artisti, comici perchè hanno parlato contro di lui, hanno tentato inutilmente di avvisare gli italiani della deriva nella quale si stavano avviando in un revisionismo fascista che ha rasentato il regime.
Senza che succedesse niente se non proteste nei giornali, nel web, e qualche processo di lavoro che tentò di ripristinare diritti fondamentali quali la libertà di parola e di pensiero contro il pensiero unico del berlusconismo.
Ripeto, senza che succedesse niente ed alludo a rivolte, auto bruciate, lacrimogeni, assalti alle forze dell’ordine.
La battaglia dei No tav è costata, in vent’anni, due vittime ed un ferito grave, auto bruciate, scontri tra dimostranti e forze dell’ordine e tutto quello che sappiamo, tutto questo per una ferrovia, per un tunnel che non si dovrebbe fare per via dell’amianto.
Sappiamo tutti, fortunatamente non tutti sulla nostra pelle, che l’amianto è cancerogeno ma sappiamo anche che lo sanno chi ci deve lavorare per costruire un tunnel e penso che nel 2012 sappiano bene come difendersi da esso e come renderlo innocuo alla popolazione, si chiamano strumenti, tecnologia.
Negli ultimi tre anni di governo fascioleghista il nostro Paese è precipitato nel baratro della crisi economica che arriva dopo un ventennio di sfascio morale, democratico, anti costituzionale che ci ha portato nell’anticamere del regime ed alla perdita di migliaia di posti di lavoro.
Famiglie che non ce la fanno più, imprenditori e lavoratori che si sono suicidati per la perdita di lavoro, giovani senza speranze e senza futuro, pensionati massacrati come i precari, la scuola, la sanità, i trasporti. Gente che non ce la fa più a pagare il mutuo, a fare la benzina alla macchina per andare a lavorare, padri di famiglia che perdono il lavoro a 40, 50 anni e senza prospettive perchè troppo vecchi mentre i giovani non hanno prospettive in quanto troppo giovani.
Non parliamo poi delle donne alle quali, se di bell’aspetto, è data una sola possibilità altrimenti, come dice Terry De Nicolò, se sei brutta te ne stai a casa.
Dal 1994, dalla deriva fascista e leghista che è avvenuta in Italia, mi domando come mai non ci sia una rivolta, la massa non protesti, non succeda una rivoluzione.
Me lo chiedevo prima della crisi economica quando l’attacco era solamente alla libertà, alla Democrazia, alla Costituzione e me lo chiedo ancora di più oggi che all’attacco politico nazileghista si è aggiunto l’attacco della crisi economica della finanza parassita, il capitalismo sfruttatore e la speculazione economica della nuova borghesia mondiale.
Non è possibile che ci sia tanta rabbia e tanto impegno per o contro una ferrovia, qualcosa non quadra o qualcosa c’è dietro che io non capisco, forse non voglio nemmeno capire, perchè se vogliamo fare una rivolta, una rivoluzione, motivi ne abbiamo a iosa e non è certo la ferrovia, la Tav.
Quello è successo negli ultimi vent’anni sul piano costituzionale e democratico è ben più grave di una locomotiva lanciata come fosse una cosa viva contro l’ingiustizia.
Non so se sono riuscito a rendere l’idea di cosa io ritengo sia ben più grave della Tav, dalla disfatta economica alla perdita di democrazia, sino al mancato rispetto della Costituzione che parla di lavoro e di equità sociale.
Diciamo che per mobilitare tanto impegno, tanto fervore nella lotta contro il sistema, il potere dominante e prepotente, basterebbe solo riflettere sulla rapina quotidiana che il capitalismo governativo della quale siamo vittima ogni giorno che mettiamo un piede giù dal letto, il prezzo della benzina.
L’aumento continuato e sconsiderato della benzina taglia gli stipendi di chi ha un lavoro, aumenta il costo della vita per i beni primari di pensionati, disoccupati, precari, partite iva individuali da sopravvivenza. Tocca tutti anche chi non ha l’automobile o il motorino perchè tutti dobbiamo mangiare, vestirci ed ogni giorno costa di più e si guadagna di meno.
Basterebbe solo questa gabella della nuova nobiltà che ha sostituito i nobili francesi e cioè la finanza parassita e speculatrice per fare una nuova rivoluzione.
Se non si fosse capito chiudo con poche parole ma chiare.
Penso che motivi per una rivolta popolare ce ne siano sin troppo ma, tra questi, per quanto mi riguarda non ci metto certamente la Tav.
Se vogliamo fare una classifica, visto che ci accontentiamo di parlarne e basta dei problemi, abbiamo delle trasmissioni ad hoc che vanno avanti da decenni, direi che per me la Tav viene al 100° posto. Ho altre priorità.
La mia impressione è che sia la solita arma, la distrazione di massa, abbiamo ben altri problemi da affrontare e ci vuole un diversivo che non sia la Costa Crociere.
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