Un giovane uomo che sogna il cinema e per diletto si dedica a girare corti nei centri sociali, e che a un certo punto riceve la preziosa proposta di collaborare come aiuto regista per un film ambientato in Iraq con il regista Stefano Rolli. Sebbene con la disapprovazione della madre e della sua amica Claudia di cui è inconsciamente innamorato Aureliano Amadei parte per questa avventura, e raggiunge con un roboante areo militare pieno di giovani militari Nassiriya.
Lì lo aspetta il regista Rolli, entusiasta che Amadei si sia convinto a raggiungerlo. Sembra una atmosfera quasi gioiosa, I militari che lo accolgono sono simpatici e in particolare con uno di essi stringe sin da subito amicizia, ma è proprio dai loro discorsi che capisce che quella che in Italia veniva presentata come una “missione di pace”, con la pace non aveva niente a che vedere. I tempi del film vengono scanditi in relazione al rapporto ptologico del protagonista Amadei con il fumo di sigaretta. Il tempo di fumare 20 sigarette a Nassiriya e il ventottenne si ritrova coinvolto nell’attentato alla caserma di Nassirya del 12 Novembre 2003. La sua vita spensierata subisce quindi una violentissima interruzione: unico civile sopravvissuto all’attentato, si ritrova gravemente leso, ustionato in tutto il corpo, e viene trascinato in ospedale da un camioncino dove abbraccia un bambino iracheno morto. Nell’attentato morirà anche il regista Rolli (interpretato dall’ottimo Giorgio Colangeli). Lui resterà unico testimone di quella tragedia che segna il passaggio del regista da un età “felice” a quella adulta. Amadei, una volta in Italia, ritroverà l’amore di Claudia, con cui avrà una figlia, ma resterà zoppo, e verrà perseguitato da improvvisi, terribili attacchi di panico, nel ricordo di quello che racconterà in un libro, ‘Venti sigarette a Nassirya’, appunto.
Questo è un film che prende a tal punto che sembra durare pochissimo e che getta lo spettatore in un turbinio di emozioni inaspettate dopo una partenza invece più “leggera”, e bravo si rileva l’attore protagonista Vinicio Machioni. Finalmente una pellicola italiana non scontata, che chiaramente si ascrive al cinema di nicchia e non a quello da grandi incassi. Da vedere.
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