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Venticinque anni di Giappone a Torino (トリノ:日本映画の25年間)

Creato il 07 febbraio 2012 da Makoto @makotoster

Venticinque anni di Giapponea Torino. Il cinema giapponese alTorino Film Festival negli “anni Rondolino” (1981-2006) (トリノ:日本映画の25年間)
Venticinque anni di Giappone a Torino (トリノ:日本映画の25年間)I venticinque anni, dal 1981 al2006, che hanno visto Gianni Rondolino alla guida, come direttore o presidente,del Festival Internazionale Cinema Giovani e, poi, del Torino Film Festival,hanno avuto il merito di dar vita a un evento cinematografico che si èconquistato un ruolo di primo piano non solo nel nostro paese ma anche alivello internazionale. Fra i diversi aspetti che hanno caratterizzato le duemanifestazioni (cui d’ora in poi ci riferiremo semplicemente come FICG e TFF)c’è anche il loro importante contributo alla conoscenza del cinema asiaticocontemporaneo e, in particolare, di quello giapponese. Quest’ultimo si affacciasugli schermi delle sale del festival già a partire dalla terza edizione (1985)proponendo tre film, due dei quali diretti da Ishii Sōgo: Shuffle e Crazy Family.Senza che ciò allora potesse apparire così chiaro, si trattò di un vero eproprio inizio col botto, in quanto Ishii sarebbe poi stato considerato uno dei“padri” del nuovo cinema giapponese degli anni Novanta. Ishii sarà poi uno deiregisti più seguiti dal festival e ritornerà già l’anno successivo coldocumentario ½ Mensch, e poi, ancora,nel 1997 con Labyrinth of Dreams, nel2003 con Dead on Run, e nel 2004 con Mirrored Mind. L’attenzione del FICG peril giovane e più radicale cinema nipponico è ribadita nel corso della quintaedizione (1987) quando sono presentati ben sette diversi film, fra cui spicca A Man’s Hanamichi di Sono Sion, registasperimentale e poeta underground, che esploderà poi negli anni 2000, e a cuil’ultima edizione del TFF, quella del 2011, dedicherà un’ampia retrospettiva (aconferma di una certa continuità del festival fra gli “anni Rondolino” e quellisuccessivi). Sempre nel 1987 è presentato anche il documentario, diretto daMario Miyakawa, in quegli anni prezioso consulente del festival per il cinemagiapponese, JYD: Japanese Young Directors.Noto per lesue ampie retrospettive sul nuovo cinema degli anni Sessanta, il FICG nonpoteva mancare l’appuntamento con la NūberuBāgu (Nouvelle Vague) giapponese di Ōshima, Imamura, Teshigahara,Yoshida  e compagni. Ed ecco cosìarrivare, nell’ottava edizione, quella del 1990, la rassegna «Racconti crudelidi gioventù», che ebbi il piacere di curare insieme a Marco Müller (la manifestazionefu accompagnata da un ampio volume che raccoglieva saggi e scritti deiprincipali critici giapponesi, pubblicata dall’EDT di Torino). Venticinque anni di Giappone a Torino (トリノ:日本映画の25年間)Lo sguardo perun attimo volto al passato, ritorna a posarsi sul presente negli anniimmediatamente successivi a questa edizione, quando sono proposti, di nuovo connotevole lungimiranza, il secondo e il terzo film di Kitano Takeshi, Boiling Point, nel 1991, e A Scene at the Sea, nel 1992. Sempre nel1992 fa la sua comparsa un’altra figura chiave del cinema giapponese di queglianni, Ishii Takashi, di cui il festival seguirà con particolare attenzione laprima, e più importante, fase della sua carriera, presentando, uno peranno  a partire dal 1992, Original Sin, che otterrà il Premiospeciale della giuria, A Night in Nude,Alone in the Night e The Five. In queste stesse edizioni,sino al 1995, altri importanti giovani autori sono introdotti al pubblico delfestival, fra cui spiccano Sakamoto Junji (con Tokarev, nel 1994), Makoto Shinozaki (con Welcome Home, nel 1995), e soprattutto Tsukamoto Shin’ya (con Tokyo Fist, sempre nel 1994). Insieme a Sogo Ishii e IshiiTakashi, il terzo giovane autore seguito con particolare attenzione dal FICGprima, e dal TFF poi, è Aoyama Shinji,di cui nel 1996 sono proposti i due film d’esordio Helpless e Chinpira: TwoPunks, cui poi seguiranno An Obession,nel 1997, Shady Grove, nel 1999, e Mike Yokohama: A Forest with No Name,nel 2002. Nel 1997, ultimo anno del FICG, fra i film giapponesi programmati,troviamo anche D.A.N.G.A.N Runner,del giovane Sabu, attore e regista destinato anche lui a un ruolo di primopiano nel cinema giapponese degli anni successivi. Il primo annodel TFF, il 1998, invece, introduce Koreeda Hirokazu, di cui è presentato After Life, che otterrà anche il premioHolden per la Miglior sceneggiatura. Nel 2000, e così anche per le due edizionisuccessive, l’attenzione del TFF per il cinema giapponese si concretizza nellasezione «Nipponica», che si caratterizza, in particolare, per una certaattenzione agli ambiti più estremi del cinema giapponese di quegli anni, sempreperò all’interno di una rigorosa logica autoriale. Fra il 2000 e il 2002,«Nipponica» presenterà ben 21 film, diretti da alcuni fra i cineasti piùinteressanti del cinema giapponese del periodo, fra cui ricordiamo MiikeTakashi (Ichi the Killer), NakataHideo (Sadistic and Masochistic, Dark Water), Toyoda Toshiaki (Pornostar, Blue Spring), Yamashita Nobuhiro (Hazy Life), Shiota Akihiko (MoonlightWhispers) e Sori Fumihiko (Ping Pong).Venticinque anni di Giappone a Torino (トリノ:日本映画の25年間)La fine dell’esperienzadi «Nipponica», non determina un calo dell’interesse nei confronti del cinemagiapponese, come testimoniano, nell’edizione del 2003, la presenza di quelloche oggi è considerato un classico del J-Horror, The Grudge 2 di Shimizu Takashi, e, soprattutto, l’omaggio fatto diquattro film al grande “reinventore” del cinema yakuza degli anni Settanta,Fukasaku Kinji, fra cui troviamo il memorabile Battles Without Honour and Humanity (1973). Ben sei sono, poi, ifilm giapponesi presenti al TFF del 2004, e fra questi, oltre a due lavori giàcitati di Ishii Sōgo, spiccano, ancora, TheGrudge di Shimizu Takashi, SoulDancing di Kurosawa Kiyoshi, e il kolossal digitale e postmoderno Casshern di Kiriya Kazuya. In questostesso anno Dogs and Cats, di IguchiNami, otterrà il premio Speciale della giuria, quello Fipresci e la menzionespeciale del Premio Holden per la sceneggiatura. Altrettantonutrita la selezione di film giapponesi nell’edizione del 2005, a partire dallapresenza di due “grandi vecchi” di quel cinema come Suzuki Seijun, con Princess Raccoon, e Wakamatsu Kōji, con Cycling Chronicles: Landscapes the Boy Saw,cui si aggiungono ancora due film di Kurosawa Kiyoshi, Loft e The House of Insects,e due new entry di primo piano, qualiZeze Takahisa, con Secret Journey, eKawase Naomi, con Shadow. Il successodel cinema giapponese di quest’edizione è anche confermato dalla vittoria comeMiglior film del concorso lungometraggie dal Premio del pubblico – Achille Valdata, ottenuto da Clouds of Yesterday diretto da TsubokawaTatsushi. Nell’ultimoanno della presidenza di Rondolino, il TFF presenta ancora tre film giapponesi:The Pavillion Salamandre di TominagaMasanori, Curse di Shiraishi Kōji, equello che è forse al momento l’ultimo grande film di Miike Takashi, Bing Bang Love, Juvenile A. Venticinque anni di Giappone a Torino (トリノ:日本映画の25年間)Dopo “gli anniRondolino” il TFF saprà raccogliere l’eredità ricevuta continuando l’attentolavoro di presentazione e selezione del miglior cinema giapponese, come, fra ilresto testimonia l’attenzione agli ultimi lavori di Wakamatsu, l’omaggio aOguri Kōhei, la già citata rassegna dei film di Sono, e, soprattutto, laretrospettiva competa dei film di Ōshima Nagisa tenutasi nel 2009. [Dario Tomasi]

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COMMENTI (1)

Da OK MORANDO SERGIO Crocefieschi Genova Malpotremo Lesegno Italia Argentina
Inviato il 07 febbraio a 17:18
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Italia e Giappone due antiche culture a confronto a Torino, un cinema Giapponese spesso dimenticato, dove i film in bianco e nero esprimevano già le sofferenze ma anche la poesia, quando l'Italia era solo commedia, ma in certi versi simili..ma purtroppo poi per entrambi "Giappone e Italia " tutto è divenuto americano..chissà se a Torino si potrà anche fare risorgere i film futuri delle due grandi Nazioni..auguri Morando