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Dell'Africa conosciamo bene i venti caldi che talvolta soffiano verso il nostro paese. Alcuni ne apprezzano i luoghi che hanno scoperto durante i viaggi. Altri si sono documentati, hanno amato attraverso i libri le affascinanti storie di quelle popolazioni dalla cultura antica. Ma forse in pochi si sono chiesti quanto e come tutto ciò influisca sul nostro modo di fare, di vivere, su cosa indossiamo o gli oggetti che utilizziamo.
Eppure tutto è legato da fitte trame, un intreccio di fili invisibili.
Dalle palme dell'Africa tropicale, alla moda. E via di scarpe, borse, abiti, gioielli...
La rafia tutti la conosciamo per la sua principale caratteristica di tenacia e per l'aspetto grossolano, ruvido e irregolare che in realtà tradisce fascino. Evidente negli intrecci, anche in quelli più semplici, sia artigianali che industriali, di cordami e cesteria.
Ma da materiale povero, si rinnova riuscendo a trasformarsi in oggetto di lusso, del desiderio. Sfila sulle passerelle abbinato a colori militari e stampe in stile africano. Nuove lavorazioni che ricordano quelle della pelletteria, in un'evoluzione cromatica che rinnova il colorblock. Questa fibra si presta anche a riprodurre decorazioni floreali ed effetti crochè che seguono il trend romantico dei ricami in rilievo.
Un accessorio sarà sufficiente a personalizzare anche l'outfit più neutro ed essenziale. Ma la memoria di questa fibra naturale si ritrova anche nei capi da indossare.
La rafia ci riconduce all'ispirazione organic che ultimamente fa tanto chic. Un aggettivo che è sinonimo di biologico, indice di qualcosa di genuino e quindi sano. Tendenza che sembra voler aggiungere valore ai capi, attraverso l'utilizzo di processi, tinture, lavorazioni a favore della salvaguardia della natura.
Special thanks to Valentina Ciotola for pics
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