«Il vento di kornog può essere molto violento in questo periodo dell’anno, le tempeste sono frequenti, per questo in genere tutte le stanze da letto sono rivolte a sud.»
«Kornog?» chiesi sorpresa. Non avevo mai sentito una parola simile in francese.
«In lingua bretone vuol dire “ovest”. Chiamiamo così il vento umido e forte che spira dall’oceano.»
“Vento di Kornog” è il nuovo libro di Alessia Litta, uscito il 5 ottobre, che mi aveva incuriosito fin dal titolo, fin da subito. Autopubblicato, è una piccola gemma di cui mi sono innamorata fin dal secondo capitolo. L’ambientazione, la protagonista, la narrazione misteriosa, gli intrighi e quel tocco di paranormale tanto caro alla Litta lo rendono un romanzo molto interessante, da leggere in questo autunno freddo, assolutamente molto bello.
Claire, italiana d'adozione, non ha ricordi della sua infanzia, ma possiede l’abilità di leggere le memorie degli oggetti e delle persone che tocca. Quando, per caso, si trova fra le mani una lettera di sua nonna, creduta morta da anni, si rende conto che le sono state raccontate molte bugie. I suoi genitori, infatti, non solo l’hanno tenuta lontana dalla Bretagna - sua terra d’origine - senza spiegarle le ragioni, ma le hanno nascosto che lei è la causa della loro fuga dalla Francia. Qualcosa è accaduto quando era solo una bambina. Qualcosa che non ricorda. Determinata a capire, Claire decide di raggiungere la Bretagna. E in quella terra di leggende, battuta da venti e tempeste, si imbatterà nei Laouenan, ricca famiglia che vive in un maniero arroccato su una scogliera. Qui scoprirà che un segreto terribile circonda l’enigmatico e taciturno proprietario da cui tanto si sente attratta, e che un filo sottile li lega. Ma sarà solo scavando nel passato dei Laouenan, tra intrighi, rivelazioni raccapriccianti e nuove amicizie, che Claire troverà la verità su se stessa, e potrà così riprendersi ciò che ha perduto.
A volte si arriva in certi momenti della vita in cui si è in stallo, in cui non si sa cosa fare, in cui si ha bisogno di un bello scossone per riprendersi e per capire cosa fare. A volte non è facile venire a conoscere i segreti che si ammassano nel proprio passato, ma è necessario capire fino a che punto si è disposti a rischiare per scoprire la verità. Claire è una donna che si trova in bilico con un lavoro perso e la possibilità di arrivare a scoprire cosa i suoi genitori le hanno sempre taciuto. Claire è nata in Bretagna ma è cresciuta in Italia, a coltivare la “dolce vita” senza dimenticare mai la sua lingua madre e con una capacità insolita di vedere il passato. Quando la lettera della nonna le finisce tra le mani il desiderio di partire diventa irresistibile. Narrando la sua storia in prima persona il lettore si immerge completamente nelle sue sensazioni e nelle sue scoperte alla ricerca di quelle radici che credeva perdute per sempre. Non è facile scavare nel passato e non è facile andare avanti quando quello che viene alla luce sembra sempre più straziante. Riscoprire la sua terra d’origine è un processo lento e allo stesso tempo istantaneo, in una consapevolezza che sfugge ai confini di questo mondo e si intreccia indissolubilmente al destino di un’altra famiglia. Claire è una donna forte e indipendente, testarda e tenace, che corre come un carrarmato alla ricerca di quei ricordi che le sono stati portati via. Scoprire il suo passato equivale ad aprire il vaso di Pandora, portando a galla una serie di sfortunati eventi tutti concatenati. In una sera di tempesta, infatti, si imbatterà in un uomo Damien Laouenan e nella sua famiglia, che la costringeranno a fare i conti con sé stessa. Damien è un uomo prigioniero del suo ruolo, tenace, irreprensibile, con il mare che gli scorre nelle vene e ancorato al destino della sua famiglia e dei suoi affari. Misterioso, enigmatico, affascinante è un’attrazione irresistibile per Claire, ma allo stesso tempo troppo fuggevole per essere esaminato al meglio. Tra di loro nasce uno di quei legami senza tempo, destinato a scoperchiare emozioni sopite e segreti inconfessabili, capaci di trasformare il corso della loro esistenza. Eppure in un certo senso è sorprendente. La passione tra loro è palpabile, violenta, ma la Litta è straordinariamente capace di tratteggiarla senza mai scadere nell’erotismo più spiccato. Tra loro l’attrazione brucia, ma non scotta, e questo rende la storia più seducente, perché il lettore pur essendo coinvolto dalla romance aspira di più a sapere la verità magistralmente disseminata tra le pagine. Il libro va in crescendo, con una serie di personaggi memorabili, la nonna Rose, Eric, Jaques, eppure al centro resta Claire e la sua sete di conoscenza, la sua voglia di scoprire la verità. Ogni dettaglio conta, ogni spunto narrativo è fondamentale, e allo scioglimento, che corre, rapido e incalzante negli ultimi capitolo, si resta incollati alle pagine, con un magone alle spalle e la speranza.
Ma la protagonista in qualche modo al centro della scena è la Bretagna, questa terra antica, aggrappata al mare e ai suoi bastioni, la brughiera e il vento che spira. Le descrizioni della Litta sono vivide, l’atmosfera talmente reale da aprire un mondo oltre le pagine con immagini talmente potenti da farti ritrovare lì. Mi sono davvero innamorata di questa terra, meticolosamente rappresentata, con il cibo, ma soprattutto il mood. I brettoni questo popolo duro ma ospitale, contadini e corsari, marinai e streghe. Irreale a tratti, ma sorprendente. Sicuramente meno conosciuta della Provenza, ma assolutamente magica.
Il particolare da non dimenticare? Una cassetta di legno…