Inauguriamo la nuova rubrica di Vesuvio Live “Mare dentro“ con un racconto che viene dal mare ed è bagnato di vento e schiuma, passione e uomini e donne veri, che quando li guardi ti accendono l’anima ed il cuore per la la luce dirompente che portano negli occhi.
Siamo a Sorrento in un pomeriggio terso di giugno, presso la sede dell’Asso Vela a’ Tarchia, ospiti del Comandante Antonetti e di sua moglie Rosaria.
Rosaria Antonetti, mentre ci mostra i numerosi premi vinti dall’Associazione Vela a’ Tarchia (foto: M. Laureanti, 2014)
“Raccontale tutto dall’ inizio”, esorta la signora Rosaria, incitando il comandante a rispondere alla nostra domanda su com’è nata la vocazione della loro associazione, fondata nel 2004.
Era il 1985 quando in Sardegna, il Comandante Antonetti scorse ormeggiato a Porto Rotondo, un gozzo di 16 metri, armato a due vele latine, battente bandiera inglese. Quasi un’apparizione. Antonetti scopre che il capitano di quel gozzo è niente di meno che Giovanni Ajmone Cat, primo italiano ad arrivare in Antartide in barca a vela e quella barca è proprio il San Giuseppe Due, usato in quella storica avventura, negli anni ’70. Nasce una fulgida reciproca amicizia ed alcuni anni più tardi, nel 1992, i due prenderanno insieme parte alla regata delle Colombiadi, attraversando a vela l’Atlantico. Durante quelle notti, molte sono le profonde discussioni e riflessioni sulla vela.
Il comandante Antonetti, fondatore dell’Asso Vela a’ Tarchia (foto: M. Laureanti 2014)
Il capitano Ajmone Cat sosteneva che ancora oggi le barche a vela potrebbero essere utilizzate per coprire lunghe distanze, in autonomia funzionale sebbene con velocità ridotte ma con grande risparmio di energia e carburante.
Ispirato da questi dialoghi e con la passione per le imbarcazioni a vela il comandante Antonetti comincia a maturare lentamente un’idea: recuperare vecchie imbarcazioni locali e riusarle. “Erano gli anni in cui le radici non erano importanti, in cui tutte le cose vecchie non avevano più valore” ci dice la signora Rosaria.
La vela latina, di forma triangolare, il cui armo è archeologicamente documentato a partire dal VII sec. d.C. (Yassi Ada I), è ancora oggi diffusa nelle coste orientali africane e nell’oceano Indiano ed è stata ampiamente utilizzata nel Mediterraneo da imbarcazioni tradizionali da pesca contemporaneamente all’uso di vele auriche di forma trapezoidale (vela a tarchia, vela al terzo, vela al quarto).
Il sapere e le arti marinaresche legate alle imbarcazioni tradizionali, perdurarono fino agli anni ’60, per scomparire poi lentamente con il sopravvento di motori e vetroresina.
Il comandante Antonetti dunque decide di restaurare a sue spese una lancia sorrentina del 1928, l’Angelina, armandola a vela latina e con questa partecipa alle regate di Stintino, dove vince ripetutamente.
Gozzo Santa Rosa ( foto: M. Laureanti 2014).
Nel 1999 viene completato, attraverso il coinvolgimento di maestri d’ascia locali, il restauro del gozzo a menaide Santa Rosa e nel 2005 il Santa Rosa, partecipa sotta l’egida della neonata associazione Vela a’ Tarchia, alle regate di Stintino e poi al prestigioso Circuito mediterraneo di vela latina di Saint Tropez. Santa Rosa si classifica prima in entrambe le competizioni e queste vittorie ispirano l’Asso Vela a’ Tarchia ad impegnarsi ulteriormente non solo nel recupero e restauro di imbarcazioni tradizionali locali ma anche nel riuso di percorsi velici e remieri alla riscoperta di siti archeologici costieri, tanto da poter esser quasi definiti promotori di un turismo responsabile e sostenibile su mare, nel vesuviano.
Le barche d’epoca restaurate dall’Associazione vengono inoltre ormeggiate di fronte ai due ninfei facenti parte della villa imperiale di Agrippa Postumo, a Sorrento, sulla spiaggia di San Francesco, grazie ad un accordo con la Soprintendenza. Un’idea intelligente di riuso, cura e valorizzazione di un sito archeologico.
Panoramica ninfeo minore e barche dell’Associazione Vela a’ Tarchia (foto: M. Laureanti 2014)
Suggeriamo ai visitatori curiosi di spingersi oltre il dedalo di lidi della marina piccola di Sorrento e di raggiungere la spiaggia San Francesco, dove attualmente troverete Aldisio, un’artista che per conto dell’AssoVela a’ Tarchia si occupa della sorveglianza delle barche d’epoca ivi ormeggiate.
L’Associazione, che ricordiamo è senza fini di lucro, è stata insignita di numerosi premi, trofei e riconoscimenti ed inoltre la città di Sorrento ha riconosciuto il suo valore per aver operato a tutela e salvaguardia del mare e della costa con iniziative educative e culturali. A riprova di ciò Vela a’ Tarchia organizza corsi gratuiti di vela.
Aldisio, artista custode per conto dell’Asso Vela a’ Tarchia – M. Laureanti
Ringraziamo il comandante Antonetti e la signora Rosaria Antonetti per il tempo ed i racconti dedicatici. Buon vento!!
Immagine in copertina: L’Angelina, trasporto turisti ( foto: Asso Vela a’ Tarchia)