Sintonia, sost. f.
Il già sindaco di Firenze, quando ha detto che c’è “piena sintonia con Forza Italia”, probabilmente non lo sapeva – lo studio dell’etimologia non è richiesto per partecipare alla Ruota della fortuna né tantomeno alle primarie alle Pd – ma sintonia è una parola che deriva direttamente dal greco antico.
Il termine infatti è composto da sun, che significa con, insieme, e da tonos, che significa suono, nota; in sostanza questa parola indica l’accordo di chi suona o canta insieme.
In politica – specialmente in Italia – si dice spesso che questo o quel personaggio se la canta e se la suona. Ma questa era la vecchia politica. Adesso è arrivato il giovane Renzi e tutto è destinato a cambiare. Matteo infatti, erede degli ideali neoplatonici di altri illustri fiorentini, come Lorenzo de’ Medici, vuole abbandonare questa politica solipstica, incapace di comunicare, chiusa in se stessa, ed ha avviato la ricerca della sintonia suprema.
Quanta invidia gli sta procurando questo sforzo, quanta cattiveria si alimenta contro di lui, solo perché si ostina a coltivare l’armonia degli opposti. Forse voi ingenuamente pensate che sia semplice dire il giorno prima che “quando un leader politico viene condannato in maniera definitiva è game over” e il giorno dopo incontrare quello stesso leader condannato e anzi fare con lui la legge elettorale. Non è facile, ma Matteo coltiva la sintonia e riesce a fare anche questo.
E quanta sintonia Matteo dimostra verso il suo buon amico Enrico, tanto da dichiarare che i suoi dieci mesi di governo – in verità sono stati otto, ma neppure la matematica è richiesta per partecipare alle primarie del Pd – sono stati un fallimento.
E non è un gesto di eroica sintonia voler continuare a fare il sindaco di Firenze pur essendo segretario di partito e futuro candidato alla presidenza del consiglio? Solo un uomo con l’abnegazione di Renzi potrebbe accettare questo sforzo.Renzi ha qualche anno meno di me, ma credo ricordi anche lui quando non esisteva ancora il telecomando e il televisore aveva soltanto due grandi manopole: volume e sintonia. Ecco qui nasce l’irresistibile ascesa dell’emulo di Arthur Fonzarelli, la sua precoce e tenace ideologia politica.
Matteo, gira la manopola, che non si vede Capodistria.