Verbale Assemblea 15 ottobre 2011
All’arrivo della testa delcorteo, dopo la batukada, ci sediamo a terra per dare il via all’assemblea.L’atmosfera è un po’ tesa: abbiamo saputo degli scontri, restiamo in silenzioper protesta e viene interrotta la batukada. Lasciamo intervenire un operaiodella Fiat per poi continuare con la nostra protesta silenziosa, ma non ci èpossibile a causa delle violente cariche a cui assistiamo. Dopo essere sfuggitialla guerriglia di Piazza San Giovanni, troviamo riparo a Piazza Santa Croce,sul sagrato della chiesa, dove, con il permesso del parroco, diamo il via aun’assemblea improvvisata. Non abbiamo un vero e proprio ODG, ma, su propostadi Eracle, discutiamo di ciò che vogliamo costruire partendo dal fallimentodell’assemblea prevista per sabato pomeriggio. Constatiamo con entusiasmo checi sono tante persone nuove con noi, impaurite e allo stesso tempo speranzose.Antonio apre l’assembleaproponendo di evitare di non mescolarci ad altre realtà nelle grandi occasioni,per evitare queste situazioni di violenza. Parte una discussione sui fatti diSan Giovanni, alcuni propongono di denunciare gli autori materiali delleviolenze, filmandoli e fotografandoli. Scopriamo che l’unica città al mondo incui la manifestazione non si è svolta pacificamente è Roma, e Flora intervienedicendo che l’umanità tutta si sta ritrovando pacificamente e che è ora cheanche l’Italia si adegui. Secondo alcuni non dovremmo essere esclusivi con iviolenti, dato che il nostro è un movimento di inclusione. Anche il violentoche partecipa all’assemblea deve avere la possibilità di esprimere il suo puntodi vista. Rosario invita tutti a un momento di riflessione e di autocritica:quello che stiamo facendo è pura bellezza, un’assemblea nel pieno di unaguerriglia cittadina. La violenza non è il cammino ma non dobbiamo prendercelacon i violenti che non si sono ancora svegliati. Abbiamo scelto una piazza incui sapevamo che sarebbero arrivati i violenti: anche noi dobbiamo svegliarci ecreare l’alternativa, dobbiamo essere un faro di pace e tranquillità perilluminare, aiutare e svegliare. Intervengono Valentina e Marta per raccontaredella loro reazione violenta verbalmente nei confronti dei violenti, ammettendodi avere ancora tanto da imparare a partire da noi stessi. Chiara riporta il suostato d’animo: sconforto in piazza dove però per la prima volta si è vistatanta gente con le mani alzate gridare “NO ALLA VIOLENZA”. Le violenze disabato rappresentano un incidente di percorso che rafforzerà la nostraposizione . La gente vuole unirsi e dobbiamo creare la nostra informazione,dissociandoci dalle violenze e rilanciando il modello assembleare. Non dobbiamorestare in silenzio ma imparare ed andare avanti, facendo crescere le assembleedi quartiere. Nel frattempo tramite twitter abbiamo comunicato a Madrid dellanostra assemblea improvvisata, e dalla Spagna stanno diffondendo la notizia nelmondo. Daniele ribadisce che avremmo dovuto rinunciare a San Giovanni inquest’occasione, perché dobbiamo garantirci sicurezza per esprimerci secondo lenostre modalità. I nostri punti fermi non devono mai venir meno. Si proponeanche di abbandonare il nome “Indignati”, ormai troppo abusato,magaripreferendo “15M”. Una ragazza ricorda che in Italia esistono tanti movimentinon violenti e che bisognerebbe creare una rete pacifica non violenta. Alcunifanno riferimento a Genova, altri sostengono che chi manifesta con noi dovrebbeattenersi alle nostre regole e che dovremmo conoscerli in modo da evitarequesti problemi. Debora si unisce a chi difende ciò che considera giusto: l’hainorgoglita la presenza dei disabili in corteo, e sottolinea che preferisce lapresenza di una bandiera riconoscibile al manifestante nascosto da una sciarpa,e che una manifestazione non dovrebbe partire fino all’allontanamento completodei violenti. Qualcuno sottolinea che c’era la volontà di sabotare lamanifestazione, e che ci sono persone violente e senza rispetto tra iresponsabili, che non si può parlare di strategia governativa. Claudio ciricorda come in Spagna siano scese in piazza due milioni di persone in modototalmente pacifico. E’ importante che le immagini raccontino quello che èsuccesso: siamo il germoglio da cui nasceranno fiori e speranze che ci farannouscire dalla preistoria e vivere nell’amore universale. Per Sergio quello che èsuccesso a San Giovanni non era prevedibile ma era giusto stare lì. Essere aSanta Croce a fare assemblea è come una nascita e la differenza con il ’77 è lapossibilità di riunirsi come stiamo facendo. Gli “infiltrati” erano numerosi,molto organizzati e giovani. Quello che è successo ci ha permesso didifferenziarci e di fare una cosa bella come quest’assemblea. Veniamo a sapereche giornalisti francesi e olandesi hanno ripreso e fotografato tutto. InBelgio e in Spagna erano preoccupati per quanto stava succedendo. La polizia hacapito che siamo pacifici e ha impedito ai violenti di venire verso di noi aSanta Croce come invece è successo a San Giovanni. Qualcuno denuncia che alcunerealtà come Sinistra Critica e Rifondazione si erano avvicinate e poi sonosparite: hanno fiutato l’”affare “ 15O e sono passati come gli organizzatori:sono stati arroganti e irrispettosi. Alessandro sottolinea come gli scontrisiano stati cercati fin dall’inizio: il corteo andava interrotto in presenza diviolenti. Daniele ci informa che nel frattempo San Giovanni è stata ripresa daimanifestanti pacifici e Flora sostiene che dovremmo cercare notizie suiferiti,di qualunque schieramento. Manuele è arrivato dal Nordest sperando divivere una giornata di festa, come è stata all’inizio. Vedere però gruppiscortati dalla polizia arrivare a Termini dimostra che le forze dell’ordinesapessero che c’erano gruppi con uno spirito diverso: non c’è stata abbastanzaattenzione. Proposta di riprendere San Giovanni da cui è partito questo momentodi dialogo e confronto: lo spirito che ci porta qui è diverso, dobbiamo animareil desiderio di cambiamento pensando al futuro. Per Antonio dobbiamoabbandonare il livello mediatico, che rappresenta modalità vecchie, mentre noidobbiamo cercarne di nuove in modo da sorprenderli. Non abbiamo mai parlato dimanifestazioni ma di mobilitazioni: sono stati i partiti a renderla unamanifestazione. Veronica chiede di non lasciarci strumentalizzare. Renzo cisaluta ringraziandoci e dicendo che spargerà la voce perché questo è un inizioe abbiamo delle responsabilità in più. Giada ricorda come i manifestantipacifici abbiano allontanato i violenti e propone azioni che spaventano ilpotere, ad esempio boicottaggi economici. Antonio ricorda la proposta dellacreazione di una commissione Strategia e Formazione (fatta a luglio a Roma) perapprofondire tecniche non violente basate sulla creatività. Claudio esorta anon lasciarci fermare o intimorire e Christian ribadisce di fare attenzione anon cadere nella trappola dei violenti perché sono altre le cose che ciinteressano.
L’assemblea si conclude lanciando due appuntamenti peril giorno dopo: un’assemblea mattutina alle 11 e una pomeridiana alle 16 aSanta Croce, dove alcune persone hanno deciso di trascorrere la notte.
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