Verbale dell’assemblea svoltasi domenica 11 settembre 2011 in piazza s. Giovanni

Creato il 12 settembre 2011 da Nineteeneightyfour

Verbale dell’assemblea svoltasi domenica 11 settembre 2011 in piazza s. Giovanni

L’assemblea ha avuto inizio alle ore 15 circa.

I punti all’ordine del giorno sono:

1 - Esposizione all’assemblea delle relazioni delle commissioni di lavoro

2 - Votazione in merito alla proposta di accamparsi

3 - Analisi dei punti critici dell’esperienza del 10 e dell’11 e valutazione degli elementi positivi

1 – Durante la mattina si sono riunite a discutere cinque commissioni: Giovani; Grandi opere, ecologia e cultura; Lavoro; Diritti umani e disabilità; 15 ottobre.

La prima commissione a relazionare è quella che ha trattato il tema dei giovani. N., uno dei partecipanti, riferisce che la commissione individua nel meccanismo della raccomandazione e dell’assunzione per conoscenza un nodo problematico importante, che svilisce la dignità di chi accetta quel lavoro. Due sono le possibili alternative che si prospettano: andare all’estero o lottare contro questo sistema. Solo la seconda di queste soluzioni è ritenuta meritevole di discussione da parte della commissione, che ha svolto un dibattito per individuare il metodo più opportuno di lotta, riconosciuto in un’azione avente carattere non violento ed inclusivo, dialogante col sistema. N. aggiunge che la commissione propone che associazioni scolastiche ed universitarie individuino obiettivi comuni, per abbattere le divisioni tra scuole ed Università ed individuare problemi condivisi. Viene proposta la costituzione di cooperative sociali da formare a livello di scuole medie superiori, per creare coesione all’interno delle classi e aiutare chi ha difficoltà di apprendimento, offrendo ripetizioni gratuite. La commissione riterrebbe interessante anche che istituti scolastici ed universitari intreccino rapporti con le aziende, offrendo collaborazioni a titolo gratuito, con lo scopo di cominciare a creare partnership, in modo che le stesse aziende possano poi eventualmente assumere i giovani con cui hanno instaurato rapporti professionali, al di fuori del meccanismo della scelta per conoscenza extralavorativa. A titolo di esempio virtuoso di un’attività gratificante ed utile viene riportata l’esperienza dell’orto coltivato nel parco cittadino di Treviso, realizzato riuscendo a sfuggire al tentativo della Lega di “mettere il cappello” sull’iniziativa.

Al termine dell’intervento viene aperta la discussione sulla relazione della commissione.

D. afferma di essere in disaccordo con la proposta di partnership tra studenti ed aziende: sottolinea che tali esperienze già esistono e che, in definitiva, risulta essere una soluzione bizzarra quella di offrire prestazioni lavorative gratuite, con lo scopo di eliminare il meccanismo della chiamata per conoscenza, proprio alle stesse aziende che seguono tali pratiche. Ciò, più che portare verso un sistema più cristallino, conduce allo svilimento della professionalità e della dignità del lavoro.

M. aggiunge che le università e gli istituti tecnici offrono già stagisti gratuiti alle aziende, senza grandi risultati in tema occupazionale.

A. evidenzia che le aziende private hanno una visione molto egoistica del mondo del lavoro e non finanziano la ricerca. Fa un esempio relativo alla realtà sanitaria e sottolinea che coloro che svolgono mansioni a titolo gratuito durante l’iter formativo non dovrebbero mai sostituire, all’interno di un ente, le figure previste in pianta organica.

B. aggiunge che la dignità dei lavoratori non sarebbe tutelata appieno.

21 minuti faDario Coletta

Prendono la parola due partecipanti alla commissione Grandi opere, ecologia e cultura, per esporre i risultati della discussione mattutina.

Viene letto un brano tratto dal libro “La scommessa della decrescita”, di Latouche. In linea con quanto detto dallo scrittore, la commissione si trova in disaccordo con il concetto di crescita a tutti i costi e si propone quale obiettivo la creazione di un sistema alternativo non liberistico e non produttivistico. Viene auspicata la sostituzione del PIL con nuovi parametri utili ad individuare lo stato di benessere della popolazione. Si propone che i soldi da investire nelle opere pubbliche vengano destinati alla costruzione di opere più piccole, discusse ed approvate in assemblea dalle comunità territoriali. Si promuove lo sviluppo della cultura dei beni comuni e si prende posizione a favore di politiche attente al tema dell’ecologia, evitando le grandi opere decise e finanziate a livello europeo. Ai metodi di coltura intensivi si vorrebbero sostituire metodi alternativi, quali ad esempio gli orti cittadini, in grado di rappresentare un fattore positivo per la crescita culturale oltre che produttiva. Si precisa che un’economia attenta all’ecologia non coincide con la green economy, ossia con pratiche ecologistiche “di facciata”. Allo stesso modo le possibilità date dalle energie rinnovabili non devono far sorgere l’idea di una possibile crescita infinita perché a costo ambientale minore. E’ opportuno cambiare il sistema dei bisogni, pensando anche al resto del mondo. Si condanna l’attuale stato di impoverimento culturale, essendo ormai noi meri fruitori e non produttori di cultura. Si rileva che internet può rappresentare un’occasione importante per alimentare la creatività. L’università viene individuata come non libera e viene riportato, dall’altra parte, il virtuoso esempio del Teatro Valle, in cui è possibile ammirare tutte le fasi di produzione culturale. Per la crescita, in futuro, della Commissione, viene suggerito di prendere in considerazione argomenti quali la banca del tempo, i gruppi di acquisto, gli orti urbani, marce tematiche e flash mob realizzati al fine di sensibilizzare su argomenti importanti. Viene sottolineato, al termine della relazione, che la commissione ha unanimemente individuato nella necessità di cambiare il sistema capitalistico un punto imprescindibile per qualsiasi ipotesi di futuro migliore.

Viene aperta la discussione sulla relazione della commissione.

L. sottolinea che nella citazione di Latouche c’è un’omissione grave: manca la critica all’essenza del sistema, ossia al profitto. Argomenta sostenendo che o si produce per il profitto o si produce per soddisfare i bisogni dell’essere umano, tra i quali vi è anche quello di vivere in un ambiente sano. In definitiva, non è possibile ipotizzare l’esistenza di un capitalismo “buono”.

V. chiede ai partecipanti alla commissione se hanno individuato degli strumenti utili per il proseguimento dei lavori della commissione.

A. spiega che è stata creata una mailing list interna ed aggiunge che a suo parere la commissione web dovrebbe trovare le modalità di connessione tra i partecipanti. Informa l’assemblea che a Bologna verranno effettuate alcune proiezioni in tema economico e che a livello nazionale alcuni studiosi hanno offerto la loro disponibilità per registrare dei video da pubblicare sulla pagine web nazionale www.italianrevolution.org , in modo da dar vita ad una proficua discussione sul tema.

M. rileva che sarebbe importante riacquistare la capacità di autoprodurre qualcosa.

Ma. propone di creare luoghi di scambio di prodotti già esistenti e porta quale esempio quello dei libri scolastici, che a suo parere dovrebbero essere donati dagli studenti ai loro compagni più giovani.

Italian Revolution Blog -

www.italianrevolution.org

Il 15 di Ottobre i cittadini di tutto il mondo scenderanno in strada per dimostrare la NOSTRA INDIGNAZIONE per la perdita dei nostri diritti per mano dell’alleanza tra grande industria e politici.Vi Invitiamo da Democracia Real Ya(Democrazia Reale Ora) a partecipare in questa azione pacifica di prot...

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20 minuti faDario Coletta

Prende la parola un partecipante alla commissione Diritti umani e disabilità, che relaziona sul lavoro effettuato. Dalla discussione in seno alla commissione è emerso che se si parla di diritti umani è necessario non dimenticare i diritti dei disabili, poiché necessitano di un'attenzione particolare. Allo stesso tempo rileva che parlare solo dei disabili non è sufficiente, in quanto la discussione deve aver luogo mantenendo una prospettiva più ampia, estesa alla generalità dei cittadini. Si evidenzia che se la società effettua delle scelte a favore dei disabili ciò porta benessere per tutti in quanto essi costituiscono la fascia più debole della popolazione. La scelta da fare sarebbe quella di non escludere le istituzioni, che dovrebbero essere coinvolte nelle iniziative. In merito alla disabilità, è emerso il riconoscimento dell'esistenza di alcune leggi che offrono una tutela adeguata, quali la legge 104/92, la legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, e la legge 68/99 in materia di avvio al lavoro. Si rileva che ciò costituisce un segno evidente dell'esistenza di una sensibilità, su questo tema, a livello istituzionale. Al contempo, si aggiunge che tali leggi non vengono applicate correttamente. Un tema che ha suscitato particolare attenzione, e che è stato oggetto di un vivace dibattito, è stato quello dell'utilizzo dei fondi pubblici a sostegno dei disabili: la commissione auspica che i disabili possano in futuro ricevere il sostegno economico a loro necessario senza dover passare per distorti meccanismi burocratici, che comportano la dispersione di ingenti quantità finanziarie. Viene sottolineata con forza la netta contrapposizione alle disposizioni contenute nella manovra finanziaria, che prevedono tagli all'assistenza e ai servizi dei disabili, al fine di recuperare denaro per ridurre il debito. A parere della commissione in nessun caso, e quindi a prescindere da qualsiasi contingenza economica, dovrebbe essere possibile diminuire il livello dell'assistenza ai disabili. Si riporta, quale esempio, l'assistenza educativo-culturale, cosiddetta AEC, fondamentale strumento educativo nelle scuole. Si propone di andare, nella giornata del 12 settembre, davanti a Montecitorio, al fine di protestare con alcuni striscioni aventi le seguenti scritte “I diritti dei disabili veri non sono negoziabili”, “Tutto questo non è giusto nei confronti miei”, frase pronunciata da un bambino di 13 anni all’annuncio dei tagli. La relazione prosegue con un accenno alle carceri e agli ospedali psichiatrici giudiziari. È stato chiesto a Mario, che è un operatore carcerario, di effettuare alcuni incontri sul tema.

M. propone di effettuare un'assemblea e non unicamente di utilizzare gli striscioni.

A. fa presente che probabilmente sarebbe meglio non fare l’assemblea davanti al palazzo, in quanto, a suo parere, il movimento non deve chiedere nulla a nessuno e l'assemblea dovrebbe essere perciò organizzata in un altro luogo.

M. ha un'altra proposta: effettuare una ricerca per verificare quali siano le forme di tutela dei disabili a livello europeo, in quanto sarebbe opportuno poter utilizzare al meglio le risorse destinate agli stessi.

X. suggerisce di portare alla manifestazione uno dei manifesti utilizzati nei giorni di dibattito assembleare in piazza S. Giovanni,

Y. ritiene, invece, che sarebbe opportuno effettuare un'assemblea a Montecitorio provando ad interagire con gli altri movimenti presenti sul posto.

M. riporta la sua esperienza: il 70% del denaro destinato ai disabili va alle cooperative e spesso i soldi spesi dalle famiglie per l'assistenza non vengono rimborsati del tutto dalle istituzioni.

L'assemblea delibera di fissare un appuntamento per le 16 del giorno 12 settembre davanti a Montecitorio, portando gli striscioni che saranno creati al termine dell'assemblea.

C. prende la parola a nome della commissione 15 ottobre e spiega che si è deciso di dividersi in tre sottogruppi, uno inerente i contenuti, uno il web ed uno la dinamica di avvicinamento al 15 ottobre. Per quanto attiene ai contenuti, è stato elaborato un pensiero in grado di riassumere la discussione effettuata:” riprendiamoci le piazze con assemblee popolari autoorganizzate, che siano inclusive, orizzontali e non violente, per essere agenti di cambiamento”.

19 minuti faDario Coletta

Per la commissione Web si esprime V., il quale spiega che è stato trattato il tema del coordinamento delle pagine web, dei social network e della diffusione a mezzo stampa. Viene spiegato quanto è stato creato fino ad ora e, per il futuro, si suggerisce l'iscrizione alla piattaforma spagnola N-1. Al fine di sviluppare il lavoro della commissione, la stessa ha deciso di dividersi in due gruppi di lavoro. Il primo gruppo si occuperà della comunicazione, al fine di diffondere in modo virale le notizie all'interno delle città e sostenere tutti quei gruppi e singoli che vogliono produrre qualcosa di artistico in materia di comunicazione, ad esempio dei video. Lo stesso gruppo ha deciso di snellire le pagine esistenti su Facebook, in modo da rendere più agevole l'organizzazione via Internet. Il secondo gruppo di lavoro si occuperà di effettuare traduzioni dei principali documenti redatti in altre lingue. Viene chiesto all'assemblea se possa essere coinvolto qualcuno che conosce il linguaggio dei segni, al fine di farlo partecipare alle prossime assemblee. La commissione che si occupa della dinamica di avvicinamento al 15 ottobre ha discusso dell'esigenza di creare continuità rispetto ai due giorni di assemblea a piazza S. Giovanni. A tal fine si è discusso in merito all'ipotesi di cambiare luogo di aggregazione. Altri argomenti di discussione sono stati le manifestazioni e le marce. Viene evidenziato che il 15 ottobre vi saranno moltissime forme di protesta ed è intenzione della commissione proporre l'elemento caratterizzante il movimento degli indignati, ossia proporre assemblee all'interno delle marce. Si propone di concludere la fase di avvicinamento delle marce per il giorno 8 ottobre e di far confluire dall'8 al 15 in diversi luoghi della città tutte le persone giunte a Roma. Si suggerisce di effettuare grandi assemblee tematiche in quei giorni, al fine di abitare spazi pubblici e di sviluppare idee per azioni popolari e di disobbedienza civile. Viene proposto di predisporre una mappa con Google, per far conoscere quali sono i luoghi in cui avvengono le iniziative, e si propone di relazionarsi con le altre realtà dei movimenti attraverso la seguente modalità: portare agli altri quanto uscito dall'assemblea, senza voler imporre nulla. Viene sottolineato che l'identità del movimento degli indignati non è data da una sigla ma da una pratica ed è quindi necessario cercare di invitare tutti a partecipare attraverso un unico messaggio: riprendiamoci le piazze - global revolution.

Si vota la proposta di accamparsi dall'8 al 15 ottobre in piazza S. Giovanni. L'assemblea approva. Inizia una discussione sulla opportunità di accamparsi e sulle eventuali modalità. Emergono alcune posizioni differenti. La commissione di avvicinamento al 15 ottobre sottolinea che la proposta messa in votazione era ancora in fase di bozza, dovendo ancora essere discussa in tutti i particolari, ed è quindi aperta a qualsiasi forma di miglioramento. L'assemblea vota la costituzione di un gruppo di lavoro per l'organizzazione più specifica dell'evento e il gruppo viene convocato per le ore 18 del giorno 14 settembre in piazza S. Giovanni, un'ora prima dell'orario fissato per l'assemblea generale. Vengono ricordati gli appuntamenti cittadini dei prossimi giorni, nei quali si discuteranno le proposte per il 15 ottobre. L’assemblea decide di partecipare a tali appuntamenti, che vedranno la presenza di molti dei movimenti attivi localmente, al fine di proporre l'esperienza assembleare. Viene rilevata la necessità di mettere in contatto tutti i movimenti, al fine di estendere il più possibile, anche tra i singoli cittadini, le informazioni circa il senso della giornata del 15 ottobre e la necessità di scendere in piazza. A tal proposito si propone di dare nuovo vigore alla commissione Quartieri.

19 minuti faDario Coletta

Segue la relazione della commissione lavoro. Vengono riassunti i punti i punti su cui concordano coloro che hanno partecipato all’assemblea, avente quale ordine del giorno l'individuazione delle modalità per costruire dal basso una rete dei lavoratori. In particolare, è emersa la difficoltà che hanno i lavoratori nel riuscire a manifestare il loro disagio e, soprattutto, nel trovare forme di aggregazione e di lotta efficaci. La situazione attuale è caratterizzata da una forte disgregazione sociale e dallo stato di isolamento dei lavoratori. A livello politico si sta effettuando uno smantellamento premeditato del sistema di tutele del diritto del lavoro e le organizzazioni sindacali sono istituzioni che non provvedono più a difendere i diritti dei lavoratori, essendo soggetti che compartecipano al meccanismo di sottrazione delle tutele. La commissione è d'accordo nel creare, quindi, una rete di solidarietà tra tutti i lavoratori, i precari, i disoccupati, i cassintegrati, per proporre nei luoghi di lavoro assemblee autoconvocate ed autoorganizzate, in cui decidere le forme di lotta da condurre uniti, al di fuori di partiti e sindacati. In base al principio per cui la lotta di uno é la lotta di tutti, è necessario riuscire a diffondere il più possibile questa iniziativa, sfruttando tutte le modalità immaginabili: il web, il volantinaggio nei luoghi di lavoro, l'affissione di giornali murali, la partecipazione a cortei, a manifestazioni e a tutte le occasioni di protesta per diffondere tale modello di lotta. La commissione lavoro invita tutti a leggere il documento presente sul blog all'indirizzo http://commissionelavoro.blogspot.com/ e ad avanzare proposte migliorative. In merito alla giornata del 15 ottobre, la Commissione ha deciso di stampare dei volantini tematici, finalizzati a diffondere le proprie proposte tra tutti i lavoratori partecipanti.

Viene posta all’approvazione dell’assemblea la proposta di partecipazione ad un incontro presso la festa del PD di Ciampino, in cui parlare della nascente realtà degli Indignati. L’assemblea decide di non inviare alcun rappresentante, in quanto si ritiene che sia possibile per chiunque, per comprendere quanto sta avvenendo, partecipare alle assemblee ordinariamente convocate. Si aggiunge che è ovviamente possibile per un singolo recarsi alla festa per condividere la sua esperienza personale, purché non lo faccia a nome dell’assemblea.

L’assemblea, intorno alle 18 e 30, rinvia alle prossime riunioni la discussione sui punti all’ordine del giorno non trattati.


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