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Veregra Street è cosa nostra. O no?

Creato il 17 ottobre 2011 da Laperonza

 

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Open Street European Show Case. E’ indubbiamente una grande manifestazione di carattere internazionale che ci fregiamo essere nata a casa nostra. La “fiera campionaria” degli artisti di strada cresce al suo secondo anno di vita e diventa, oltre che vetrina di questo particolarissimo tipo di espressione artistica, una festa per i cittadini che possono godere di uno scampolo di Veregra Street in autunno. Tutto questo è estremamente positivo e va reso atto al direttore dell’evento, Giuseppe Nuciari, di aver fatto senz’altro un buon lavoro. Il problema, però, è un altro e già ne ho parlato qualche giorno fa. La mia preoccupazione è per la permanenza di Veregra Street e delle manifestazioni ad essa collegate a Montegranaro. Il fatto che il Festival venga messo in rete nel territorio è cosa molto buona ma è nostro preciso dovere mantenerne la paternità. Il rischio che si corre è che Veregra Street, ora diventata davvero una manifestazione di grandissima importanza per il territorio, possa diventare appetibile per chi ne volesse prendere la guida e portarla verso luoghi più consoni al peso dell’iniziativa, per esempio il capoluogo di provincia. Il sospetto non è campato in aria e viene alimentato proprio da come si è svolta la vetrina dell’Open Street che ha visto gli spettacoli più interessanti e gli orari più adatti a richiamare pubblico spostati quasi interamente a Fermo. Non vorrei, e non sono il solo a temerlo, che possa accadere lo stesso per la manifestazione estiva. Vedere ieri un articolo sul Corriere Adriatico che parlava della Kermesse nella cronaca di Fermo non è stato affatto tranquillizzante. Ricordo, inoltre, che il marchio “Veregra Street” non è registrato, a meno che la registrazione non sia stata fatta ultimamente. Questo pone la paternità della manifestazione in una posizione estremamente rischiosa.

Luca Craia


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