Sciopero (ferroviario ma anche altro) e altre bestialità.
Il 12 aprile 2013 [ma valido per ogni sciopero ndr] si è tenuto l’ennesimo sciopero del personale ferroviario. Ovviamente di venerdì per agevolare il (loro) fine settimana e per l’ennesima volta rivolto esclusivamente contro i pendolari. A questo si sono ridotti, o sarebbe meglio dire ‘questo si sono rivelati’, la famigerata lotta di classe e il sindacalismo.
Circa un secolo fa si parlava di uguaglianza e lotta delle classi povere, oggi quella stessa ideologia pare aver scoperto il vero volto, in linea con i tempi: difesa dei propri privilegi, difesa di casta da opporre a interessi e categorie diverse. Non esiste più né solidarietà né pensiero Politico, inteso come la volontà di gestire la comunità nel complesso, al di là degli interessi personali o di gruppo.
Probabilmente gli scioperanti crederanno anche di aver tutte le ragioni per protestare, ma quello che non capiscono – proprio per quella totale scomparsa del pensiero politico che ha fatto posto al lobbismo – è che in una situazione critica come questa, da un punto di vista sia economico che sociale, la loro azione non pesa su nessun altro che non i più deboli, quelli vulnerabili ad ogni piccolo cambiamento economico.
Ed infatti bastava essere alla stazione Termini di Roma per esempio, per accorgersi che lo sciopero non riguarda frecce o altri treni di alto livello, ma colpiva massivamente regionali e altri convogli “popolari”; quelli frequentati da precari, pendolari presi in giro fino alla fine da Trenitalia che annuncia la partenza di treni senza macchinista o capotreno.
Ed è su questo che si basa oggi la lotta di classe o forse è proprio grazie a questo che scopriamo il suo volto inutile: lobby, gruppi di interesse, gli uni contro gli altri, poveri contro più poveri, contratti parastatali contro precari, disoccupati.
E c’è anche chi considera necessario un governo Bersani o Berlusconi: la Politica è ormai scomparsa, viviamo nel regno del liberismo, dove vince chi mangia e ruba di più e non si azzardi a considerare queste parole populismo: è la concreta realtà in un sistema fondato sulle mazzette, sulla raccomandazione e la difesa della “famigghia”, una società dove le uniche attività economiche con bilanci in attivo sono le multinazionali e i partiti politici!
Le ultime elezioni sono un altro esempio e non per il risultato o qualche cos’altro attinente alla contesa elettorale: durante i giorni di elezioni è apparso sul sito dell’ATAC (sempre a Roma, la società che gestisce il trasporto urbano) l’annuncio di una diminuzione di corse e qualità del servizio perché gli autisti erano nei seggi come responsabili di lista e scrutatori! Non c’era bisogno della comunicazione per accorgersi dalla mancanza del servizio, i pendolari hanno avuto modo di toccare con mano questo grande esempio di democrazia: non solo persone con lavoro che vanno a rubarsi altri soldi nel fare gli scrutatori (dove possono tranquillamente impiegarsi disoccupati o simili), ma anche una miriade di autisti /rappresentanti di lista a confermare come molti siano stati assunti grazie ai partiti politici.
Ecco quello che succede oggi in Italia: uno sciopero è ormai solo l’ennesimo sintomo di una situazione tragicomica e di cannibalismo. Creare disagi alla fascia più povera della popolazione per avere qualche garanzia in più sul contratto. A questo ci ha portato il liberismo e i suoi fautori, siano essi di destra o di sinistra.
Matteo Guinness