Scorcio di Variano (UD)
La verifica antisismica e gli interventi di accertamento per il miglioramento o l'adeguamento della stessa secondo le norme vigenti è argomento che dovrebbe interessare tutti i sessanta milioni di italiani. Sarebbe utile porsi le domande: a chi devo chiedere per sapere se la mia casa può reggere un terremoto o se rischio di morire (io, i miei figli, mio marito/moglie, cani, gatti e chiunque sia con me nel momento del sisma)? Quanto mi costerebbe mettere in sicurezza preventiva la mia casa? Ora. Perdonate se non sarò tecnica. Scrivo pensando a mia madre e mio padre, i quali vivono in una casa e in un paese, il Friuli, ad alto rischio sismico. E, pensando a loro, penso anche a tutte quelle migliaia di persone che, come loro, vivono in situazioni simili. Desidero dare informazioni, ma anche spingere alla riflessione.Ammesso e non concesso che noi italiani siamo un popolo superficiale, convinto che le disgrazie capitino agli altri; ammesso e non concesso che siamo capacissimi di spendere milioni nella tecnologia ma, quando si tratta di interventi mirati alla tutela, ci tiriamo indietro; ammesso e non concesso che siamo toccati dal terremoto di Modena e che per le prime due settimane saremo intenti in raccolte fondi, bramosia di notizie sui tg, soliloqui sull'argomento neanche fossimo laureati in Geologia ad Harvard, c'è da rendersi conto di una cosa. Lo so: a sentire gli opinionisti nei salotti televisivi pare che la scoperta del rischio sismico italiano sia uno scoop.
Domanda: ma dove vivete? L'Italia non solo è ad elevato rischio sismico. La nostra terra è interessata dallo scontro di placche terrestri. La nostra morfologia sta cambiando. E' ipotizzabile, quindi, che subiremo altri terremoti. Questo significa che esiste un problema e che ce ne dobbiamo rendere conto. Possibilmente prima del nostro funerale o del portare a spalla la bara di un nostro caro. Detto ciò. Poniamo il caso che alla nostra coscienza affiori il quesito: "La mia casa è sicura?" A chi rivolgersi per effettuare la verifica antisismica?
La prima cosa da fare è contattare un ingegnere (non un geometra e nemmeno un perito edile). Sarà importante avere sottomano il progetto strutturale della casa, depositato presso l'Ufficio Vigilanza delle Costruzioni negli uffici provinciali. Sarà importante anche reperire l'informazione cruciale del livello di sismicità della zona in cui si vive. Chiaro ed evidente che, se la casa è abusiva, andrà comunque contattato un ingegnere con esperienza. Possiamo anche chiedere una consulenza solo "per sapere", per essere consapevoli e decidere di non agire. Tuttavia, sapere se c'è un rischio o meno ha una sua qual certa importanza. Se scegliamo, nonostante il responso negativo, di non attuare nessuna ristrutturazione della casa, la libera decisione sarà un atto di responsabilità che ogni singolo deve assumersi. Se, invece, andiamo fino in fondo, dobbiamo considerare anche questo aspetto. La tendenza italiana di affidarsi al parente per risparmiare sui costi non garantisce un ottimo risultato di sicurezza. Per una volta, visto che si tratta letteralmente di una questione di vita o di morte, andrebbe considerata la consulenza di professionisti. Il fratello, lo zio, l'amico non sono necessariamente la scelta giusta, anche se il sangue chiama e la musica de "Il Padrino" vi ronza nelle orecchie. Bisogna superare questi limiti.
Se la verifica è negativa, il passo successivo è: quanto costa rendere antisismica la mia casa? Bisogna distinguere due realtà. La prima riguarda un intervento di miglioramento della struttura. La seconda, invece, prevede la messa in sicurezza dell'abitato partendo da zero. Ovvero, l'adeguamento antisismico sulle strutture portanti della casa. Nessuno di questi interventi è a basso costo. Bisogna rinforzare pilastri, travi, muri, tutto ciò che potrebbe rendere stabile l'abitazione. Nei costi vanno inclusi la manodopera e il materiale e si potrebbe parlare di 300 € a mq, più la parcella dei tecnici chiamati. E' una spesa importante, ma non insostenibile. Probabilmente è possibile anche rateizzare l'ammontare complessivo dei costi. A mio avviso, varrebbe la pena anche riflettere su porte e infissi perché, in alcuni casi, potrebbero diventare un ostacolo ulteriore alla eventuale fuga.
La resistenza più grande che ho sentito quando ho posto il problema della valutazione antisismica della mia casa in Friuli è stata sempre e solo legata ai costi. Sono fermamente convinta che si tratti solo di priorità. Se ci pensate, per esempio, con il costo di un televisore a 46 o 52 pollici si potrebbe fare qualcosa; con il costo di una borsa Louis Vuitton, di un Ipad, dell'auto in più; con i risparmi per le vacanze, con dei sacrifici si potrebbero pagare le consulenze o i primi sacchi di cemento armato. Una delle prime cose che farò quando avrò regolarità nei pagamenti sarà il richiedere la verifica antisismica.
La mia casa in Friuli è costruita con le pietre. Mi possono dire (i non esperti) che le travi sono ben legate, che ha retto nel 1976 e via dicendo. Ma non ho fiducia nei muratori di paese, soprattutto quando masticano appena l'italiano e si sono trovati carpentieri come conseguenza al gommone. Non ho fiducia nemmeno in quella manodopera italiana che basa la sua professione solo sul fare e che a mala pena sa leggere le carte dei progetti. Non ho fiducia nemmeno nei "sapienti" che, pur lavorando in tutt'altro ambito, dichiarano con certezza matematica cose di cui non conoscono nemmeno il significato intrinseco. Spero che i miei genitori, non dovendo più aiutare me, potranno risparmiare e farsi carico, almeno in parte, di questa necessità. Sapere di vivere in una casa che può crollarti addosso al minimo accenno di terremoto non è un buon vivere. Sapere di poter fare qualcosa per tutelare la propria esistenza è un atto di responsabilità nei confronti di sé stessi e delle persone che ci amano. Significa agire per il bene comune oltre che per il proprio e significa prevenire, per quanto possibile, dei dolori e dei traumi. Significa tutelarsi anche dal rischio di perdere tutto e trovarsi senza niente, magari in un età non più rosea. E, in prospettiva, costa molto meno dell'acquisto di una nuova abitazione, lasciando ai posteri proprietari l'onere della ristrutturazione.
Il terremoto di Modena, il sisma in Abruzzo, le scosse in Sicilia ci mettono in guardia. Quanto ancora vogliamo rimanere ciechi? Dobbiamo pensarci, dobbiamo farlo. Quel che ci attende, in alternativa, è piangere morti su morti, scosse dopo scosse. Vogliamo questo? Nulla può portare l'arroganza extra regionale del tipo "loro sono meglio di noi/noi siamo meglio di loro". Non ci possiamo far bastare il pregiudizio che "tanto quelli del nord si rimboccano le maniche e ricostruiscono" oppure che "per carità! Quelli del sud sono palle al piede!". Che ce ne facciamo del sapere che i friulani si sono attivati subito e quelli del Belice no? Che cosa ci aggiunge questa consapevolezza, questa realtà, se rimane solo un detto e nulla più? Se questo dato di fatto non crea nuova cultura e non risveglia le coscienze, se queste differenze regionali non creano stimoli per un miglioramento italiano, che senso ha? Quale altro scopo potrebbero avere questi moniti, se non il sospingere il popolo italiano a fare un passo in più verso una maturità e una coscienza civica, ambientale e sociale più ampia?
La valutazione antisismica, gli interventi di miglioramento o adeguamento della propria abitazione non possono essere realizzati "all'italiana", una pezza qui, un magheggio là, una mazzetta a lui, un cestino di formaggi a lei. Si tratta della nostra vita, dei nostri paesi, delle nostre case. Non è abbastanza?