La strage di San Bernardino in USA,ha alimentato un dibattito all’interno della stampa e della gente comune,circa l’immediata intrusione dei media nel covo dei due terroristi.
Si sa che in America ,con le dirette live,la vita e’ segnata dall’evento immediato,dall’effetto mediatico che narra a tutti,nelle case o negli uffici,cio’ che avviene.Non so se sia un bene o un male,ma e’ senza ombra di dubbio un rischio per i piccoli,per chi ancora nella loro ingenua eta’,vede il male sotto forma meno realistica come invece noi adulti.
Mio figlio nell’era dell’isis e delle sue gesta,rimane colpito,abbattuto da un pugno dove scricchiola il confine tra paura e sfida.
La paura di essere parte di un evento,drammatico e tragico,la sfida come facilita’ nell’eliminarlo subito.
Eppure,discutendo con amici,si diceva che la necessita’ di non nascondere la vita,seppur nei suoi momenti terribili come questo,sembrerebbe l’unica soluzione per farli crescere pronti all’occorrenza.
Ho visto il vademecum dato ai cittadini in Francia,come difendersi da un attacco in luoghi aperti,chiusi e come muoversi per proteggere se stessi e altri.
Bene.Bisognerebbe farlo leggere anche nelle scuole e renderlo quindi pronto all’uso per i piu’ piccoli’?
O e’ meglio filtrare l’odierno e creare ancora piccole oasi dove Pippo e Topolino regnano sovrani senza cattivi vestiti di nero?