Nulla come un’inaspettata giornata di sole riesce a metterci di buonumore. Come ogni autunno, la metereopatia accompagna le giornate così come la giustificazione a mangiare biscotti per accompagnare un tè caldo e l’aumento esponenziale degli ombrelli dispersi. Messi da parte i ricordi dell’estate e le liste di buoni propositi da riempire a settembre, la migliore terapia d’urto per incamminarsi verso l’inverno sembra proprio essere quella di dedicarsi al proprio ambiente casalingo. Non sto certo parlando di iniziare una crociata, ormai persa in partenza, per cimentarmi nella cucina, meno che mai una messa in discussione dell’assetto del mio armadio per cui la scelta di tenere o meno quella giacca di paillettes potrebbe catapultarmi in uno stato di perenne dubbio.
Questa volta la ricerca s’illumina della giusta atmosfera in senso stretto perché è sempre piacevole passare del tempo in casa quando la luce risponde alle nostre esigenze. Cosa ci potrebbe essere di più scomodo di un’abat-jour poco luminosa per un miope alla ricerca di un paio di occhiali da vista?
Spesso quando pensiamo alla nostra casa ideale ci concentriamo su pareti e struttura dei mobili, arrivando a prendersi troppo sul serio dimenticando alle volte quanto essere pop possa essere salutare.
Se vogliamo dare colore alle nostre giornate, le fonti di illuminazione acquistano un ruolo fondamentale nel raccontare le storie di scenari possibili. Ci ricordano l’immaginario degli anni Sessanta con l’Eclisse in arancione di Vico Magistretti datata 1967 o l’essenza delle linee semplificate di Tolomeo disegnata negli anni Ottanta da Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina, sempre per Artemide.
Le caratteristiche tecniche tra equilibrio, scelte materiche e trasparenze, nelle loro proporzioni, non sono le sole a contraddistinguere le lampade del design italiano. Non è importante dunque se le luci siano sospese, da tavolo o disposte a terra, quello che conta è il loro essere esteticamente piacevoli.
Foto di Giorgio Leone
Arredare con le luci non è solo un gioco da architetti . Si assuma le sue responsabilità chi non hai mai pensato male dell’elettricista per una disposizione degli interruttori a labirinto perché a tutto c’è un rimedio.
I siti di e-commerce ci permettono anche in questa occasione di danneggiare le nostre carte di credito per illuminare liberamente un ambiente piuttosto che un altro senza dipendere dalla definizione degli arredi. Dai grandi classici, ai marchi importanti fino alle ultramoderne, le lampade fanno compagnia nei pomeriggi di lettura o di notte quando da piccoli avevamo paura del buio. Posso ancora ricordare la prima volta in cui ho ho acquistato una lampada da terra enorme, che mi piaceva tantissimo perché mi ricordava la Provenza; non avendo considerato le effettive dimensioni tra il letto e l’armadio della mia camera, è stata maledetta per tanto tempo perché ostacolava l’uscita dalla stanza. Beh, quella lampada comunque ha fatto tutti i traslochi con me ed è ancora in casa.
In altre occasioni invece ho trovato nel lampadario uno degli elementi più caratterizzanti degli spazi più anonimi, soprattutto in riferimento alla sala da pranzo. Dal più geometrico al più contemporaneo, al più classico, chissà cosa potrebbero raccontare delle tavole italiane?
Dalle colazioni frettolose prima di andare a lavoro, alle portate infinite dei pranzi della domenica, dove dalla luce della finestra si passa a quella artificiale sempre comodamente seduti, fino alle cene a tu per tu dove magari si rispolvera un po’ di romanticismo.
Se cambiano i materiali e gli stili, l’obiettivo di piacevolezza e qualità di una buona luce resta costante nel gestire la nostra quotidianità. Occorre evidenziare infatti come un’illuminazione soffusa possa favorire maggiore rilassamento mentre una luce intensa e brillante riesca ad aprire gli spazi stimolando un’indole più attiva e creativa.
Resta soltanto da accoccolarsi al divano, accendere il pc e non fare altro che scegliere la propria lampada preferita.
Spero di avervi fornito un po’ di ispirazione.
Un abbraccio.
A presto. Sa
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