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Verso la Fusione Nucleare (e oltre)

Creato il 02 dicembre 2010 da Pdigirolamo

Nei libri di fantascienza che parlano di pianeti lontani, extraterrestri e battaglie spaziali, a farla da padrone è sempre l’energia nucleare, descritta come fonte pulita e inesauribile. In questi libri si prevede che l’uomo (o altre intelligenze aliene provenienti da pianeti che non sono la Terra) sia riuscito a capire e dominare uno dei più complessi processi naturali: la forza sprigionata dalle stelle. Non ci si riflette mai, ma il nostro Sole altro non è che una gigantesca centrale nucleare.

Verso la Fusione Nucleare (e oltre)

La nostra conoscenza sui processi naturali che hanno luogo sulle stelle è abbastanza precisa: all’interno di esse si scatenano grandi varietà di reazioni nucleari, in base alla loro massa e composizione chimica. Queste danno origine a nuovi elementi secondo un processo generalmente noto come “nucleosintesi stellare” (da Wikipedia). Questo processo altro che non è che una reazione a fusione nucleare dove nuclei di idrogeno si fondono per formare un nucleo di elio. Proprio nella fusione nucleare risiede il futuro energetico delle prossime generazioni ma la ricerca ha già fatto dei passi da gigante: è possibile, infatti, ricreare in laboratorio la fusione nucleare. La difficoltà più grande risiede nell’imprigionare il “micro-sole” ma, come spiega il prof. Francesco Romanelli, direttore dell’European Fusion Development Agreement (da un articolo del Corsera: http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_settembre_23/fusione-nucleare-energia-stelle_e793d280-c747-11df-ad8a-00144f02aabe.shtml), anche questo problema potrebbe essere superato in un arco di tempo relativamente breve. La ricerca “sta accelerando i suoi programmi per consegnare al mondo entro una decina di anni ITER, il reattore che dovrà dimostrare la fattibilità scientifica della fusione nucleare”. Come funziona l’ITER? Si basa sul cosiddetto “confinamento magnetico”: una miscela di deuterio e trizio, destinata a essere riscaldata fino a diventare “plasma” a 100 milioni di gradi, è ingabbiata in una camera di acciaio a forma di ciambella, del diametro di circa sei metri. Poiché nessun contenitore metallico potrebbe resistere, il plasma è tenuto sospeso e stretto in un intenso campo magnetico, generato da potenti bobine, in modo da minimizzare il contatto con le pareti della ciambella. Il problema è che l’instabilità del plasma porta molte particelle che lo costituiscono a sfuggirle. La strada da percorrere di certo è ancora lunga e la ricerca dovrà andare avanti. Il premio sarà un’energia illimitata e con un impatto ambientale bassissimo (visto che produce pochissimi rifiuti nucleari). Spero proprio, però, che i nostri nipoti riusciranno a vedere le astronavi a fusione nucleare!



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