Spiriti liberi, immaginativi e soprattutto curiosi, viaggiatori e avventurieri sono spesso stati assoldati per adempiere, per conto di regine e monarchi, missioni diplomatiche e politiche.
Mare dentro incontra invece G. Francesco Gemelli Careri, il primo backpacker della storia. Backpackers (dall’inglese backpacker: zaino) sono considerati viaggiatori indipendenti che partono con risorse economiche limitate, senza programmi organizzati, dipendendo da nessun altro che da loro stessi e dalle persone che incontreranno nella loro imprevedibile avventura.
Careri può essere annoverato tra gli antesignani di questo stile di viaggio -ricerca diventato poi famoso con il romanzo Sulla strada di Jack Kerouac.
Il Viaggio intorno al mondo di Careri, pubblicato in sei volumi, nel 1699, inizia su una feluca… partita dal golfo di Napoli nel 1693.
Leggendo il suo libro, scritto in un italiano vecchio di 500 anni, troviamo risposte che suonano moderne, anche per chi, parte oggi per girare il mondo. Perché Careri decise di iniziare questo curioso viaggio, a piedi, su carri o a bordo di feluche e tartane, dall’Egitto al Messico passando per la Turchia, l’India e la Cina?
Careri, nato a Radicena, in provincia di Reggio, si laurea in giurisprudenza a Napoli e passa diversi anni al servizio del Vicereame, adempiendo prevalentemente mansioni militari. Nel primo capitolo del suo libro, Careri scrive che, mosso soprattutto dalle ingiurie e dalle persecuzioni che stava soffrendo, si risolse ad intraprendere questo viaggio, sebbene gli amici cercassero di distoglierlo. Al fratello disse di voler solo andare in Terra Santa e di voler poi anche toccar il suolo cinese. Forse proprio perché così lontana e sconosciuta, la Cina rappresentava, per il quarantacinquenne Careri, una sorta di fuga dell’anima, verso nuovi orizzonti.
Un viaggio che si protrasse perben cinque anni e che non fu scevro da pericoli.
Numerose sono le sue osservazioni sugli usi e costumi delle persone che incontra durante il suo girovagare come i pescatori di perle a Bander -Congo, sul Golfo Persico, che vanno in apnea con dell’olio in bocca per resistere maggiormente sott’acqua; l’ ospedale di Suratte, in cui si presta ricovero a malati ed anche ad animali vagabondi; i mercati di Macao, in cui si vendono nidi di passero considerati afrodisiaci. Ed ancora molte sono le osservazioni su imbarcazioni tradizionali come le velocissime barche delle isole Mariane, cucite con canna d’India e armate con una vela paragonabile, secondo il Careri, a quella latina.
Careri parte alla volta di Acapulco alla fine del 1696, quando dalle Filippine si imbarca sulla galea Manila, in una navigazione ricordata da lui come lunghissima e spaventosa. Su quella stessa galea viaggiavano e, non come passeggeri in cabina, numerosi schiavi asiatici rivenduti poi sui mercati americani. Arrivato in Messico nel 1697 ritorna in Europa nel 1698 per sbarcare nel 1699 in quello stesso golfo di Napoli da cui era partito.
Un giro quello di Careri tra le culture ed i luoghi del mondo che può essere considerato il primo viaggio indipendente nella storia della letteratura di cui abbiamo notizia.