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Vertice Medvedev-Cameron tra petrolio e polonio

Creato il 12 settembre 2011 da Alessandroronga @alexronga
Vertice Medvedev-Cameron tra petrolio e polonio

Cameron e Medvedev (fonte: Kremlin.ru)

La visita che il premier britannico David Cameron ha tenuto oggi a Mosca ha avuto come primario scopo quello di riavvicinare il Cremlino e Londra dopo il gelo legato al caso di Aleksandr Litvinenko, l’ex spia russa transfuga morta nella capitale inglese nel 2006 per avvelenamento da polonio. Erano sei anni che un inquilino del civico 10 di Downing Street non si recava sulle rive della Moscova. Sebbene in agenda ci fossero temi economici e di politica estera (le crisi in Siria e Libia, su cui esistono divergenze di vedute tra Mosca e Londra), fulcro del vertice con il presidente russo Dmitrj Medvedev non poteva non essere proprio la misteriosa morte dell’ex agente del Fsb.

In conferenza stampa Cameron ha ribadito che per il suo paese il caso Litvinenko resta una questione di massima importanza, rispedendo al mittente le accuse di chi ipotizzava un insabbiamento della questione in nome del miglioramento delle relazioni commerciali con la Russia. Pomo della discordia resta il ruolo di Andrej Lugovoj, ex agente del Fsb anche lui e ora deputato alla Duma, che secondo Londra sarebbe il mandante dell’omicidio, e per il quale la magistratura russa ha ricevuto da Scotland Yard una richiesta di estradizione.
Un Lugovoj attorno al quale il Cremlino ha sempre fatto quadrato: Medvedev ha ricordato che l’ex spia non può essere estradata per via di una precisa norma costituzionale, chiedendo perciò alla Gran Bretagna di rispettare la legislazione russa e le sue disposizioni in materia di estradizioni.

Entrambi i leader hanno però convenuto che la mancata estradizione di Lugovoj (che nei giorni scorsi si era anche offerto di incontrare Cameron per chiarire la propria posizione) non può continuare a tenere nel gelo i rapporti bilaterali tra Russia e Regno Unito: Cameron ha esortato Mosca a costruire un sistema di relazioni in grado di sviluppare il commercio, gli investimenti e la creazione di posti di lavoro in entrambi i paesi.

E forse non è un caso che il Primo Ministro britannico si sia fatto accompagnare a Mosca da una numerosa delegazione di imprenditori e uomini d’affari, incluso il presidente della British Petroleum: una presenza che in patria ha generato il timore di una rinuncia all’estradizione di Lugovoj in cambio di accordi in campo petrolifero.

Un’eventuale alleanza commerciale tra Russia e GB per la verità partirebbe sotto cattivi auspici: l’accordo per lo sfruttamento congiunto della piattaforma artica, siglato a gennaio tra la holding petrolifera di Stato russa Rosneft e la BP, è bloccato da mesi per un contenzioso sollevato dai britannici contro i partner russi, a cui la magistratura russa ha risposto poche settimane fa ordinando il sequestro di numerosi documenti riservati conservati negli uffici moscoviti della BP.

Ma il caso-Litvinenko non è il solo contenzioso in atto tra Russia e Gran Bretagna: Mosca da anni accusa Londra di sostenere idealmente il terrorismo ceceno, per via dell’asilo politico concesso nel 2002 all’ex capo della guerriglia  Akhmed Zakayev.


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