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Vertice Ue, scontri tra Renzi e Merkel

Creato il 27 giugno 2014 da Nicola933
di Oreste Cirillo Vertice Ue, scontri tra Renzi e Merkel - 27 giugno 2014

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Di Oreste Cirillo. Il 26 giugno del 2014 sarà molto probabilmente una data da ricordare, nel bene o nel male, perché da questa giornata si inizierà a “scrivere” molto del futuro dell’ Europa. Nella giornata di ieri è iniziato così il Vertice Ue e con esso i primi scontri tra i paesi membri – soprattutto a causa di persone, come il nostro premier Matteo Renzi, che, forse per la prima volta, sono pronte a dare battaglia per ottenere non esclusivamente ciò che è buono per se ma per l’Europa in quanto tale. La strada che Renzi vorrebbe far percorrere all’ Europa è quella della crescita, posizione, che avrebbe trovato la freddezza della cancelliera tedesca, Angela Merkel.

Lo scontro sembrerebbe iniziato da un affermazione di Renzi, arrivata al termine del pre-vertice socialista: “C’è un ok su Juncker ma solo con un documento che indichi dove vuole andare l’Europa. Come Pse siamo d’accordo su questo, ora vediamo con gli altri”. Infatti dinanzi a questa richiesta degli eurosocialisti – capeggiati da Renzi e Francois Hollande – di andare oltre la formula sul “buon uso” dei margini di flessibilità, specificando come questo principio sarà applicato, la Merkel avrebbe risposto che “abbiamo già concesso molto, dovete accontentarvi, non possiamo essere più espliciti”. Da qui sarebbe derivata la reazione a muso duro di Renzi: Noi rispetteremo le regole, non come la Germania che nel 2003 - quando fu Berlino a non rispettare i parametri di deficit europei- ha calpestato il Patto di Stabilità, ma per farlo senza compromettere crescita e riforme vogliamo più flessibilità”.

Il premier Renzi, in missione a Ypres, non arretra quindi dalla linea espressa negli ultimi tempi: serve un documento con linee programmatiche chiare, con una squadra in grado di portarle avanti, e poi si potrà dare il placet alle nomine. Il clima tra Italia e Germania sarebbe stato particolarmente teso, probabilmente, a causa della possibilità di eliminare il cofinanziamento dei fondi Ue da parte del Paese che li riceve e il pagamento della Pubblica amministrazione nel Patto di stabilità – permettendo così di non computare queste risorse nel calcolo del deficit. In questa “battaglia”, Renzi oltre all’ appoggio della Francia può puntare sul vicecancelliere tedesco, Sigmar Gabriel (Spd).

Il muro da abbattere resta, però, la Merkel, che,  pur avendo aperto al concetto di flessibilità, appare restia ad andare oltre a causa delle molte critiche che le sono arrivate da industriali e politici tedeschi – basti pensare al titolo di un articolo pubblicato ieri dal settimanale Die Zeit, secondo il quale in Europa è scattata “l’ora dei ricattatori” perché Francia e Italia stanno mettendo la cancelliera “sotto pressione” con l’obiettivo di poter fare più debiti.La frizione tra i due è stata ricomposta dopo cena, anche grazie all’ intervento di Josè Manuel Barroso, all’addio dopo 10 anni di guida della Commissione, che ha ricordato che Oggi ci scontriamo intorno a un tavolo, non su un campo di battaglia”. E nella mattinata di oggi in un “clima disteso e positivo” si è avuto un bilaterale, Renzi-Merkel, per cercare di trovare un punto di incontro.

Sfortunatamente -  sebbene sia arrivata dopo la lunga notte di trattative da parte degli sherpa una nuova versione dell’ agenda Van Rompuy -  non è ancora il tempo dei pronostici, la materia è scottante ed in ballo ci sono gli interessi di molti. La vera soluzione a questi problemi non può che arrivare da un cambiamento di mentalità a partire dalla classe politica. Ovviamente questo cambiamento non è scontato ne facile da ottenere. Dovranno essere messi da parte gli interessi nazionali, anche perché si è oramai consapevoli che tutto dipende da cosa farà l’Europa. La politica di cui noi tutti necessitiamo, di cui noi tutti abbiamo bisogno, non può che arrivare dall’ Europa, e, per farlo, “Lei” deve essere in grado di attuarla. “Fatta l’Europa, bisogna fare gli europei” ed i primi europei non possono che essere i capi di stato e di governo che tanto hanno spinto e lottato per “fare” questa Europa.


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