Vescovi nigeriani: un suicidio importare il condom. Nessun problema per il “santo” inquinamento.

Creato il 18 settembre 2013 da Cagliostro @Cagliostro1743

Questa volta a dare l’allarme sono i vescovi nigeriani: «Siamo preoccupati per i tentativi continui da parte di agenzie straniere di introdurre valori malsani nella nostra società nigeriana nelle loro campagne per l’aborto, la distribuzione di preservativi e la promozione di unioni omosessuali». La nota della Conferenza episcopale nigeriana viene riportata da Tempi che scrive: «Nonostante tutti i problemi del Paese africano più popoloso al mondo, dal terrorismo di Boko Haram all’uso “fraudolento di denaro pubblico [che] depriva i cittadini di servizi di base come un’educazione di qualità, servizi sanitari adeguati, strade decenti, erogazione continua di elettricità, acqua potabile, ecc..”, diverse Ong occidentali si preoccupano solo di introdurre nel Paese i loro “valori malsani”».
Ovviamente i vescovi nigeriani si scagliano contro le leggi a favore dei diritti degli omosessuali ritenendo che sia «un suicidio importare pratiche e stili di vita che sono estranei alla Nigeria».
Purtroppo non è dato sapere chi siano queste “agenzie straniere” che vogliono introdurre in Nigeria campagne per l’aborto, per la distribuzione di preservativi ed a favore della legalizzazione delle unioni omosessuali. Il pensiero potrebbe andare ad Amnesty International che da sempre denuncia gravi violazioni dei diritti umani in Nigeria tra cui «danni ambientali ed inquinamento, che hanno minato i diritti al cibo, all’acqua potabile ed ai mezzi di sussistenza».
Stranamente i vescovi nigeriani puntano il dito solamente contro le “agenzie straniere” che vogliono introdurre “valori malsani” nella società nigeriana e non accennano per niente – tra i vari problemi che martoriano il Paese – alla catastrofica situazione ambientale che viene denunciata proprio da quelle stesse agenzie su cui si scaglia l’ira dei vescovi nigeriani. Infatti sono organizzazioni non governative come Amnesty International che riportano della violazione di diritti umani in Nigeria spesso a causa dell’azione di aziende italiane come l’Eni: il silenzio dei vescovi nigeriani sui danni ambientali in Nigeria è forse da collegarsi al fatto che Eni è inserzionista unico dell’Osservatore Romano ed è stata anche tra gli sponsor ufficiali del VII Incontro mondiale delle famiglie tenutosi a Milano dal 1 al 3 giugno 2012 alla presenza di papa Benedetto XVI? A pensare male si fa “peccato” ma alle volte si indovina.
Una inchiesta di Report del 2009 aveva ben descritto come Eni – e le altre aziende petrolifere – inquinino l’area del delta del Niger con le fuoriuscite di petrolio dagli oleodotti con il conseguente avvelenamento delle falde acquifere, campi e corsi d’acqua delle popolazioni locali.
Ma ovviamente – si sa – bisogna considerare un “suicidio” importare “valori malsani” mentre è certamente salutare respirare aria inquinata, bere acqua contaminata e mangiare cibo avvelenato: l’importante è che si produca “denaro santo”.


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