Pusić ha dato sostegno a questa iniziativa e ha detto che le tensioni religiose giocano un grande ruolo in numerosi conflitti nel mondo e molto spesso vengono utilizzate dagli oppositori politici come mezzo per diffondere odio e intolleranza. La tolleranza, il rifiuto di ogni discriminazione, il pieno rispetto della liberta' di espressione sono il modo migliore per rafforzare la tolleranza religiosa e la lotta contro la limitazione delle liberta' religiose, ha sottolineato Pusić. L'educazione sul piano dei diritti umani e il suo ruolo nelle nostre societa' e' cruciale, ha aggiunto il ministro precisando che la Croazia recentemente ha inserito nei programmi di educazione anche il tema della societa' civile come combinazione di educazione sui diritti umani, ma anche come partecipazione attiva nel processo decisionale nella societa'. La ministro ha detto che la collaborazione tra gli stati, comunita' religiose e societa' civili e' cruciale nella promozione dei valori comuni.
Vesna Pusić ha partecipato, inoltre, alla riunione ministeriale dal titolo "Pena capitale: dalla moratoria all'abolizione", organizzata dalle rappresentanze della Francia e del Benin che invitano gli stati membri dell'Onu ad esaminare la questione della moratoria sulla pena di morte e ad intraprendere i passi necessari verso la completa abolizione. Va detto che la Croazia dal 2007 e' uno dei principali cosponsors e uno degli stati autori iniziali della prima risoluzione sulla moratoria della pena capitale, come ha ricordato anche il comunicato del ministero degli Esteri croato. Vesna Pusić ha sottolineato alla riunione di New York che la Croazia appoggia fortemente l'abolizione della pena di morte, in sintonia con gli atti legislativi compiuti dal governo, aggiungendo che la Croazia e' contraria a questo tipo di pena in tutti i casi e in tutte le circostanze.
"Crediamo che l'abolizione della pena capitale sia molto importante per proteggere la dignita' umana e per salvaguardare i diritti umani", ha detto la responsabile della diplomazia croata, aggiungendo che l'esperienza insegna che la pena di morte non significa la prevenzione degli atti criminali, né offre giustizia alle vittime.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 4 ottobre 2012 a Radio Radicale.