Certo non con giornalisti con le palle che potrebbero metterli facilmente in imbarazzo, né con economisti con i medesimi attributi che potrebbero forse indurre a vedere il competente Monti sotto la luce sgradevole di chi vuole socializzare le perdite e privatizzare i guadagni, come pure è stato detto in tenpi non sospetti del nostro ultimo salvatore. A lui e ai due ministri presenti alla serata in programma per martedì (Passera e Fornero, praticamente una filiale di Banca Intesa on air) potrebbero chiedere se la loro definizione di equità l’abbiamo mediata da equitalia, visto che lavorare in fonderia o all’università è per loro sullo stesso piano (della fatica, non della retribuzione beninteso).
Ma Vespa come si sa è innocuo: sa scegliere gli ospiti, sa come fare salotto e preparare plastici che in questo caso riguarderanno la premiata macelleria sociale. E’ l’unica vespa che produce un miele denso e servile da far invidia alle api. Chissà se ci sarà anche in questa occasione un baciamano come avvenne con Berlusconi o la farsa sarà più sobria. Ma comunque questa uscita in pompa magna davanti alle telecamere è un gran brutto segno o quanto meno una drammatica caduta di stile: indica che forse si è scambiato per classe il semplice grigiore.
Del resto in questa Italia così facilmente liberata e subito rioccupata tutti sono presi dalla frenesia di inseguire nuove geometrie e di attingere nuove vanità. Persino Travaglio ha sentito il bisogno di esercitarsi come maitre à penser sulla vicenda di Magri, con il risultato di apparire un maestro insuperabile di banalità e di barsportismo con tanto di pasta vecchia e indigesta. Certo non è l’unico, è una cosa che in questo periodo sta accadendo a molti. Anche a molti con la enne.